RETINOPATIA IPERTENSIVA

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RETINOPATIA IPERTENSIVA

07-09-2011 - scritto da siravoduilio

La classificazione di Keith, Wagener e Barker per la retinopatia ipertensiva

Gli effetti della ipertensione arteriosa sulla circolazione retinica dipendono dalla durata dello stato ipertensivo, dai livelli dell’aumento pressorio, dal preesistente stato dei vasi reinici.


E’ importante ricordare che le alterazioni retiniche, secondarie all’ipertensione arteriosa, costituiscono molto spesso il primo segno della malattia ipertensiva. Il riscontro di tali alterazioni è talvolta occasionale durante una visita oculistica di routine, talaltro secondario ad una richiesta di consulenza da parte del cardiologo. Il reperto di alterazioni retiniche a carico del microcircolo può contribuire alla diagnosi precoce di uno stato ipertensivo latente e consentire quindi,con l’ausilio del cardiologo, un trattamento farmacologico adeguato. Controlli nel tempo del fondo oculare concorrono nel formulare un giudizio sull’efficacia della terapia antipertensiva in atto. [/B]

La retinopatia ipertensiva viene classificata clinicamente in quattro stadi.

1° stadio: è caratterizzato da un lieve restringimento dei vasi retinici arteriolari.

2° stadio: si osservano gli incroci artero-venosi.

Ricordiamo brevemente che, in un occhio normale, i vasi retinici, arteriosi e venosi, si incroci

abitualmente, conservando inalterato il proprio calibro e decorso. Normalmente nel 70% dei casi è l’arteria che sopragitta la vena ( incrocio artero – venoso, A – V), nel 30% dei casi è la vena che sta sopra ( incrocio veno – arterioso, V – A ). In generale non si verificano incroci omonimi (artero-arteriosi o veno-venosi)

Il fenomeno dell’incrocio artero venoso acquista valore patologico quando si verificano, in ordine progressivo di gravità, i seguenti segni:
a) Segno di Gunn: nel punto di incrocio con l’arteria, la vena appare come spezzata nel suo decorso, per la trasmissione di pressione dell’arteria sulla vena.
b) Segno di Salus: il decorso venoso subisce uno spostamento repentino dopo l’incrocio con l’arteria ( ad U se i due vasi si incrociano perpendicolarmente, a S se l’incrocio avviene obliquamente).
c) Segno di ingorgo: a monte dell’incrocio la vena appare più grossa e tortuosa, mentre a valle è più snella e rettilinea. Questo segno, è causato dall’ingorgo ematico nel tratto a monte. Il segno dell’ingorgo, tipico degli stati ipertensivi, è di significato prognosticamente peggiorativo nei confronti dei segni di Gunn e Salus.
d) Segno di pretrombosi di P. Bonnet: prelude spesso all’occlusione vasale. Consiste in uno spruzzo emorragico ed un insieme di essudati duri attorno al punto di incrocio.
e) Riflesso assiale a “filo di rame” e più tardivamente a “filo d’argento”. Il colore metallico a “filo di rame si rileva in un vaso retinico di calibro normale ma tortuoso, il riflesso a “ filo d’argento”, invece, è tipico di un vaso dal calibro diminuito.
Il 3° stadio è caratterizzato dalla comparsa di alterazioni extravasali, quali emorragie retiniche ed edema ( sono fuoriuscite di sangue o della sola componente liquida di questo, che diffondono dai vasi nel tessuto retinico circostante). Essudati “molli a fiocco di cotone”, sono tipici di questo stadio e si presentano come chiazze biancastre di aspetto sfumato, di varia grandezza e sono l’espressione di microinfarti focali ( aree di non perfusione).
Nell’ipertensione maligna dei giovani, gli essudati molli disseminati e numerosi confluiscono in “banchi"
Gli essudati “duri”, con contorni netti tendono a confluire configurando varie fantasie, a stella maculare, arcipelago, cercine etc., vengono considerati come depositi extravasali di sostanze lipoproteiche.
4° stadio : insorge una papilla da stasi (rigonfiamento della testa del nervo ottico) per la comparsa di ipertensione endocranica (retinopatia ipertensiva maligna).
Forme particolari di retinopatia ipertensiva sono, la “retinopatia gravidica e la “retinopatia nefritica” ( o iperazotemia). Il trattamento della retinopatia ipertensiva è quello della malattia sistemica di base.
Le retinopatie ipertensive e le retinopatie arteriosclerotiche possono essere curate primariamente con il controllo medico dell'ipertensione.

 


Il grado 1 è difficilmente distinguibile dal quadro che si riscontra nel paziente anziano: le alterazioni sono minime e si limitano ad un restringimento del calibro vascolare, un aumento del riflesso di parete arteriolare e una discreta tortuosità vascolare.

 


Nel grado 2 la vena si dispone perpendicolarmente rispetto all'arteria (segno di Salus) e compaiono i cosiddetti incroci arterovenosi patologici (segno di Gunn): la vena appare nascosta e interrotta dall'arteria, e i segmenti interrotti si dilatano. Inoltre vi è un restringimento "segmentario", cioè a tratti, dell'arteria e ne aumenta il suo riflesso di parete.

 

Nel grado 3 vengono esasperati i segni del grado 2 (ad esempio le arterie appaiono biancastre e filiformi) e compaiono essudati molli (detti anche a fiocco di cotone, espressione di danno ischemico) ed emorragie a fiamma, soprattutto in corrispondenza degli incroci arterovenosi.

 

Nel grado 4 possono comparire un coinvolgimento della regione maculare e un edema della papilla ottica. Questi due stadi, a differenza dei primi due, si associano ad una importante riduzione della capacità visiva. Inoltre è elevato il rischio di trombosi venosa retinica.

 

 


 


 


 


 

La classificazione di Keith, Wagener e Barker per la retinopatia ipertensiva



Un caro saluto
Prof.Duilio Siravo
siravo@supereva.it
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Cell.:3385710585
PROF.DOTT. DUILIO SIRAVO
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