Riabilitazione in Senologia
Riabilitazione in Senologia
La riabilitazione ha l’obiettivo di favorire il corretto recupero delle attività quotidiane dopo l’intervento chirurgico, prevenire e trattare esiti derivanti dai diversi trattamenti, promuovere la qualità di vita.
Data la notevole complessita'・dell’iter terapeutico per il carcinoma della mammella, e la conseguente eterogeneita'・di quadri clinici che possono presentarsi da un punto di vista riabilitativo, e'・conveniente definire la riabilitazione rispetto al momento della diagnosi e relativo atto operatorio, in tre diverse fasi: acuta, post-acuta e del follow-up.Fase acuta
Segue l’intervento chirurgico. Ha la finalita'・di informare e guidare la paziente alla ripresa delle proprie attivita'・quotidiane; limitare trattare esiti gia'・evidenti. La riabilitazione precoce diminuisce l’incidenza e la severita'・di complicanze a carico degli arti superiori e del cingolo toracico, migliora la ripresa delle attivita'・di vita quotidiana, la funzionalit・degli arti superiori e del cingolo scapolo-omerale, incrementa la qualita'・di vita. Non si riscontrano effetti avversi associati ad una riabilitazione precoce.
Fase post-acuta
Si colloca nel periodo in cui la paziente si sottopone, se necessario, a chemioterapia,radioterapia, intervento chirurgico di ricostruzione definitiva. L’obiettivo ・di prevenire, trattare
sequele derivanti dall’intervento chirurgico o trattamenti adiuvanti. In questa fase si riscontrano esiti che, se non adeguatamente e tempestivamente trattati, tendono a divenire permanenti per il trascorrere del tempo.
Fase del follow-up
Comprende gli esiti osservabili una volta conclusi la radioterapia, la chemioterapia, la ricostruzione definitiva. Possono comparire ‘ex-novo’ a distanza - senza limiti di tempo - o continuare a essere presenti se prima trascurati o se divenuti cronici.
Il progetto riabilitativo prende avvio dalla ricerca e individuazione di tutti i vari problemi di
pertinenza riabilitativa che possono contraddistinguere il particolare momento dell’iter terapeutico. Consente di formulare dunque una diagnosi clinica sulla quale impostare
programmi di trattamento specifici, atti a raggiungere gli obiettivi prefissati, compatibilmente con i tempi e le indicazioni di altre terapie adiuvanti previste o in corso. E’ un percorso che richiede collaborazione e comunicazione durante tutte le sue tappe, accanto ad un continuo confronto transdisciplinare, per una migliore gestione della paziente e delle risorse. Si delinea un approccio riabilitativo in grado di offrire una risposta diversificata per i tutti i vari momenti dell’iter terapeutico del carcinoma della mammella, all’interno dell’ospedale cosi'・come sul territorio, adeguata all’attuale tempistica dei diversi trattamenti, aggiornato a studi di adeguato rigore metodologico. La maggior precocita'・di diagnosi, i miglioramenti nella cura, hanno contribuito a rendere il linfedema dell’arto superiore la complicanza oggi meno frequente; il dolore ed i deficit funzionali della spalla sono, invece, gli esiti che si riscontran maggiormente.
La tecnica del linfonodo sentinella ha ridotto l’incidenza di linfedema, ma comunque associata a morbidita'・ Inoltre, vi sono ancora numerosi casi che richiedono la dissezione dei
linfonodi ascellari, la radioterapia, a cui possono seguire importanti disabilita'motorie. Queste ultime, se trattate precocemente, risultano essere per lo piu'・transitorie; in caso contrario, si rivelano permanenti.
L’informazione e l’educazione alla paziente svolgono un ruolo di straordinaria importanza all’interno del progetto riabilitativo. Sono, infatti, indispensabili nella prevenzione degli esiti e
nel management dei tempi e delle risorse, soprattutto nella fase acuta. E' stato elaborato uno stampato “foglio per la riabilitazione” da allegare alla lettera di dimissione che fornisce consigli su:
- il recupero e utilizzo degli arti superiori nelle attivita'・quotidiane, nell’immediato postintervento e a distanza;
- le modalita'・e i recapiti per una visita fisiatrica.
PROBLEMATICHE DI INTERESSE RIABILITATIVO
Fase acuta:
- inabilita'・alla ripresa delle
consuete attivita'・quotidiane
dopo l’intervento chirurgico;
- problemi di cicatrizzazione;
- sieroma;
- infezioni/necrosi della ferita;
- retrazione capsulare periprotesica;
- dislocazione dell’espansore;
- deficit funzionalita'・della spalla;
- struttura cordoniforme fibrosa all’arto superiore;
- dolore alla spalla o lungo l’arto superiore (solitamente
dal lato operato) o in sede peri-protesica;
- parestesie arto superiore;
- deficit neuromotori periferici;
- alterazioni posturali;
- linfedema.
Fase post-acuta:
-inabilita'・alla ripresa delle consuete attivita'・quotidiane
dopo trattamenti adiuvanti o intervento chirurgico di
ricostruzione definitiva;
- retrazione capsulare periprotesica;
- dislocazione espansore;
- deficit funzionalita'・della spalla;
- struttura cordoniforme fibrosa all’arto superiore;
- dolore alla spalla o lungo’arto superiore (solitamente
dal lato operato) o in sede peri-protesica;
- poliartralgie;
- sindrome dello stretto
toracico superiore;
- parestesie arto superiore;
- deficit neuromotori
periferici; - alterazioni
posturali;
- linfedema.
Fase del follow-up:
- disabilit・motorie agli arti
superiori;
- deficit e dolore della spalla, solitamente dal lato operato;
- sindrome dello stretto toracico superiore;
- neuropatie arto superiore;
- deficit neuromotori periferici;
- linfedema;
- incapsulamento o rottura della protesi mammaria.
Il linfedema
Tra tutti gli esiti si dedica qui uno spazio al linfedema. E’ divenuto oggi la complicanza meno frequente, ma rimane ancora la piu'・temuta e caratterizzata da un’eterogeneita'・di definizione,misurazione e modalita'・di trattamento. La diagnosi di linfedema si fonda, per il 90% dei casi,
su dati anamnestici e i rilievi clinici. Speciale attenzione va posta all’eventuale sovrapposizione
di stati infettivi (erisipela e linfangiti erisipelo-simili) o di ripresa della malattia: richiedono un approccio clinico e terapeutico differente.
Dopo un’accurata revisione della letteratura scientifica sul linfedema, si concorda su:
·la stadiazione clinico-strumentale come indicato dal Gruppo Europeo di Linfologia e
dalla Societa'・Italiana di Linfangiologia: comprendente 5 stadi, consente di uniformare i singoli casi sulla base di osservazioni cliniche;
·la valutazione clinica comprendente non solo la cute ed il sottocute, ma anche la funzionalita'・dell'arto superiore e del cingolo scapolo-omerale, nonche'・di altre condizioni
cliniche che possono incidere sul linfedema stesso e sulla disabilita'・ad esso conseguente;
·la misurazione centimetrica della circonferenza degli arti superiori, seriata, omogenea
·l'approccio terapeutico globale ed integrato: prevede l'associazione di diversi trattamenti, da utilizzare secondo una sequenzialita' ed una sinergia:
_ norme igienico-comportamentali;
_ drenaggio linfatico manuale;
_ elastocompressione (bendaggio, guaina);
_ rieducazione motoria per arti superiori;
_ pressoterapia;
_ terapia farmacologia.
Per assicurare equita'・nell'accesso dell'utenza, considerando la possibile evolutivita'・del linfedema e i maggiori risultati di un progetto riabilitativo precoce, si considerano come prioritarie:
_ le pazienti in fase acuta e post-acuta (immediato post-intervento e periodo di completamento di radioterapia, chemioterapia, ricostruzione mammaria definitiva);
_ la recente insorgenza del quadro di linfedema stesso (entro 3 mesi);
_ la sovrapposizione di fatti flogistico-infettivi nel caso di linfedema gia'・esistenti.
Per quel che riguarda la frequenza con cui ripetere il trattamento riabilitativo combinato per il linfedema stabilizzato, non esiste in letteratura un'indicazione. La sua prescrizione, come di ogni terapia medica, ・legata alla valutazione clinica della persona e dei suoi bisogni: solo la
visita fisiatrica puo'・stabilirne l'indicazione.
Per informazioni Studio Medico Cirolla
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