Salute e medicina: i temi caldi del web

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Salute e medicina: i temi caldi del web

17-02-2010 - scritto da Viviana Vischi

Mentre i navigatori si rivolgono sempre più a Internet per ottenere informazioni su farmaci e malattie, è boom delle cure alternative: vince l’omeopatia

E' boom di ricerche sulla salute in rete

08/05/2007 - Pur necessaria e imprescindibile, in Italia la figura del medico “tradizionale” va sempre meno di moda. E’ la conclusione a cui si arriva leggendo i risultati dell’ultima ricerca sull’utilizzo di Internet per ottenere informazioni su salute e medicina, e i dati Eurispes sulla preferenza delle cure alternative rispetto a quelle farmacologiche. Due temi di grande attualità su cui vale la pena soffermarsi. Ma andiamo con ordine e…cominciamo dal web.
La salute viaggia sempre più in rete: tre navigatori su quattro cercano su internet informazioni sulla salute e il web è il “medico” preferito da chi naviga soprattutto per quanto riguarda le malattie meno gravi. E’ il risultato di uno studio realizzato dall’istituto Millward Brown su un campione di 800 internauti. Secondo la ricerca, nell’ultimo anno il 78% dei 20 milioni di navigatori del nostro Paese ha cercato informazioni su malattie e farmaci almeno una volta. Di chi si tratta? Rispetto all’utilizzatore generico del web, che è in prevalenza maschio, in questo campo sono leggermente di più le donne.
In media ogni intervistato ha dichiarato di utilizzare 2,7 fonti d’informazione sulla salute; e la preferenza va alla rete (66% degli intervistati), mentre il 54% chiede al medico e il 53% si rivolge al farmacista. Crolla invece l’influenza della tv, indicata come fonte d’informazione solo dal 25%.
Per quanto riguarda le malattie più cliccate, in testa ci sono i problemi relativi al peso e all’obesità, seguiti dal mal di schiena, dal mal di testa e dalle malattie stagionali. Al sesto posto si piazzano contraccezione e gravidanza.
Il navigatore cerca un’informazione di qualità: quella che cerchiamo di offrirvi anche noi. E mese dopo mese speriamo di riuscire sempre più nell’intento.
E ora passiamo al secondo “tema caldo” degli ultimi giorni: anche in Italia le medicine prendono strade sempre più “alternative”. Omeopatia, agopuntura, chiropratica e fitoterapia non sono più perfette sconosciute, anzi. Negli anni ’90 la medicina non convenzionale poteva essere considerata la più diffusa negli Usa; in Francia oltre il trenta per cento della popolazione ricorreva abitualmente all’omeopatia. Nel nostro Paese la diffusione è arrivata più tardi, ma con ritmi di crescita assai elevati, tanto che oggi, secondo i dati Eurispes 2006, sono almeno 11 milioni le persone che si curano con l’omeopatia. Un numero notevole, considerando che dieci anni fa in totale erano nove milioni coloro che facevano ricorso a tutte le forme di cura alternativa, di cui solo sei si curavano con l’omeopatia.
I disturbi per i quali si ricorre con maggiore frequenza all’omeopatia sono mal di gola e raffreddore, problemi gastrointestinali, ansia, dolori ossei e muscolari, malattie della pelle, problemi di circolazione e ipertensione, disturbi della vie respiratorie. Si calcola che circa il 13% degli italiani scelga preferibilmente di curarsi con questo tipo di medicina. Circa l’88% di chi l’ha utilizzata dichiara di averne avuto benefici; il 30% di poter curare in questo modo le sindromi dolorose; il 24% anche le patologie acute o croniche. Per il 28% è comunque utile per migliorare la qualità della vita.
Nonostante questa idea diffusa tra la popolazione, dal mondo scientifico qualche giorno fa è arrivato l’ennesimo “no” alla regolamentazione da parte dello Stato delle medicine non convenzionali (MNC), fatto che porterebbe al loro ingresso negli insegnamenti universitari e nel Servizio Sanitario Nazionale al pari di altre nazioni dell’Unione Europea. Attualmente, infatti, alla Camera è in discussione un progetto di legge che sta valutando la possibilità di introdurre insegnamenti universitari di queste medicine alternative, e di inserire i loro esperti nel Consiglio Superiore di Sanità. Inoltre, grazie ai finanziamenti italiani, lo scorso gennaio a Tianjin, in Cina, è stato inaugurato un laboratorio congiunto per lo studio e la modernizzazione della medicina tradizionale cinese, con lo scopo di verificare cosa è effettivamente applicabile ai metodi occidentali e cosa invece non ha una provata validità scientifica.
Ebbene, secondo gli scienziati dell’associazione Galileo 2001, del Gruppo 2003 e della Società italiana di medicina interna, si tratta di pratiche che non hanno alla base alcuna evidenza scientifica. Le frasi più ricorrenti sono queste: <>; <>. La risposta dei “non convenzionali”: <>.
Insomma, la “battaglia” resta aperta. Quel che è certo è che serve chiarezza e che devono essere fissati degli standard di sicurezza: bisogna abbandonare gli atteggiamenti di chiusura, per essere più attenti alla realtà che ci circonda, ma allo stesso tempo evitare che tutto finisca nelle mani di ciarlatani e praticoni.
Categorie correlate:

Malattie, cure, ricerca medica




A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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