Sindrome di Reye nei bambini
Aspirina, bambini e rischio sindrome di Reye: ecco perchè non si somministra l'aspirina ai bambini
Sindrome di Reye nei bambini: cause, sintomi e cura

La causa originaria della sindrome di Reye è sconosciuta, anche se è noto il suo sviluppo dopo l’infezione da alcuni virus, come l'influenza o la varicella, in particolare in quei bambini a cui viene somministrata aspirina quale terapia. Per tale motivazioni non vi è più l’indicazione di questo farmaco prima dei 12 anni di età, fatta eccezione di alcune specifiche patologie.
I sintomi sono abbastanza vari e di gravità diversa: iniziano con una infezione virale, tipica delle alte vie respiratorie. Dopo una settimana circa nel bimbo si manifestano violente forme di nausea e vomito: in 24 ore subentrano letargia, stato confusionale, agitazione senso di disorientamento (le disfunzioni cerebrali dipendono dall’encefalopatia) di varia entità a seconda dei casi individuali. Se non si interviene, seppur raramente, questi disturbi possono evolvere in convulsioni, coma e decesso. Allo stesso tempo si può sviluppare un’insufficienza epatica grave, dovuta alla presenza di problemi di coagulazione del sangue.
In caso di sospetta (o errata) assunzione di aspirina da parte del bambino è sempre opportuno rivolgersi rapidamente al pediatra all’insorgere di questa sintomatologia, se non direttamente al pronto soccorso. Per la diagnosi, che deve escludere altre malattie con sintomi simili, possono servire alcune analisi del sangue e spesso un ago-biopsia al fegato, Tac o risonanza magnetica alla testa.
Una volta avuta la diagnosi di Sindrome di Reye, la prognosi dipende dalla sintomatologia, dalla rapidità di progressione, e da altri fattori. Molti bambini che sopravvivono alla fase acuta della malattia in genere recuperano totalmente. Per altri, con sintomi gravi, purtroppo possono rimanere dei danni cerebro-muscolari.
C’è una cura? Non esiste un trattamento specifico per questa patologia: in genere i bimbi colpiti vengono ricoverati in terapia intensiva, monitorati e curati con farmaci per tenere sotto controllo la pressione ed il gonfiore cerebrale, mentre quelli caratterizzati da problemi di coagulazione del sangue vengono curati con vitamina K o plasma fresco congelato.
Per tutti questi motivi, prima di dare l’aspirina al proprio bambino è il caso di pensarci: del resto, alla bisogna, esistono altre terapie che non hanno il rischio di questi effetti collaterali.
Fonte: Manuale Merck
Foto: Flickr
A cura di Cinzia Iannaccio, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2007, blogger, specializzata nel settore della salute e del benessere.
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