Smoking Hollywood
I film dove gli attori fumano hanno portato a un aumento dei tabagisti, tornati ai livelli degli anni ’50, quelli di James Dean con la sigaretta in bocca
Fumo: quando i film di Hollywood danno il cattivo esempio
24/07/2006 - Cos’hanno in comune Humphrey Bogart e Brad Pitt, Marlene Dietrich e Julia Roberts, Clint Eastwood e Johnny Depp? Belli, bravi e col vizietto: le bionde. Passi che, per molti, togliere il fumo da un film è come snaturare un personaggio di una sua caratteristica (Humphrey Bogart che non fuma: impensabile…), ma già qualche anno fa uno studio americano aveva rilevato quanto i film “fumosi” potessero risultare deleteri per gli adolescenti. Negli Usa più di un giovane su tre scopriva la sigaretta dopo averla vista nelle mani delle star di Hollywood, e la probabilità di cominciare erano due volte e mezzo maggiori per i ragazzi esposti a più scene di fumo.Oggi le cose non sono certo migliorate. Tanto che l’allarme è stato ribadito alla 13° edizione del World Conference on Tabacco di Washington. Una ricerca presentata al convegno ha messo in evidenza come la proiezione di film dove gli attori fumano ha portato a un aumento dei tabagisti: nel 2002 il livello era tornato a quello degli anni ’50, quando l’attore con il bicchiere in una mano e la sigaretta nell’altra evocava fascino.
Il matrimonio tra Hollywood e l’industria del tabacco sembra vivere una seconda luna di miele, e ci sarebbero addirittura attori come Brad Pitt e Julia Roberts che pretendono di fumare quando girano le scene nei film. Tuttavia, non potendo più mettere in bella mostra i pacchetti di sigarette con il proprio marchio, le aziende hanno optato per il bombardamento degli spettatori. Le pellicole mostrano una realtà distorta, in cui questa abitudine è tre volte più frequente rispetto alla vita di tutti i giorni e a fumare sono soprattutto le persone appartenenti alle classi sociali più elevate.
Le industrie del tabacco sono sempre in cerca di nuovi potenziali clienti, visto che il fumo uccide ogni anno 400.000 americani, ed è provato che il 90 per cento degli affezionati comincia prima dei 18 anni. Quale pubblico migliore, dunque, degli adolescenti? Per questo motivo un gruppo di attivisti e giovani salutisti provenienti da oltre 30 Paesi del mondo ha chiesto all’industria cinematografica per lo meno di includere la dicitura vietato ai minori di 17 anni nei film dove le sigarette accese fioccano.
In Italia grande e piccolo schermo non sono da meno. Secondo una ricerca dell'Istituto Superiore di Sanità, in tv compare una sigaretta accesa ogni 26 minuti. Nelle trasmissioni guardate dai ragazzi la media sale a una ogni 7 minuti. Almeno da noi la pubblicità del tabacco è vietata da anni. Negli USA no, tanto che da più parti si chiede che venga ratificato il Trattato sul Controllo del Tabacco, firmato nel 2004, che mira a proibire la propaganda, la sponsorizzazione e la pubblicità di fumo e sigarette, proteggendo così più del 75% della popolazione globale.
A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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