Sonno, cuore e memoria: tris vincente

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Sonno, cuore e memoria: tris vincente

17-02-2010 - scritto da Viviana Vischi

Lo dice la ricerca: la pennichella dopo pranzo riduce il rischio di infarto. E un buon sonno predispone il cervello alla formazione di nuovi ricordi

I benefici di un buon sonno sul cuore e sul cervello

19/02/2007 - Mattinata in ufficio, pausa-pranzo e poi…ci vorrebbe proprio un riposino per digerire, ricaricare le pile e ripartire per un intenso pomeriggio di lavoro…A New York, la metropoli più frenetica del mondo, il pisolino è diventato un business: è appena nato Yelo, un centro dove, per circa 12 dollari, si può acquistare un sonnellino in apposite stanzette con musica soft, fiori profumati e tanto di copertina in cachemire! In Italia siamo indietro anni luce ma molti uffici in effetti cominciano ad attrezzarsi con zone ad hoc post-pausa pranzo. Il motivo: impiegati troppo pigri o pasti troppo pesanti? Niente di tutto questo: è che la siesta pomeridiana fa bene alla salute. Lo dice la ricerca.
A dare la bella notizia il policlinico Universitario di Atene. 23 mila persone tra i 20 e gli 86 anni sono state monitorate per oltre sei anni. E’ stato loro chiesto di descrivere le proprie abitudini alimentari e i propri stili di vita, compresa l’attività fisica, e anche di segnalare se facevano un breve riposo pomeridiano. Nel corso della ricerca ci sono stati quasi 800 decessi, di cui 133 per problemi cardiaci. Incrociando i dati è emerso che la pennichella è uno dei fattori che può fare la differenza: chi la pratica occasionalmente avrebbe un rischio di morte per malattie del cuore ridotto del 34%; chi la pratica almeno tre volte a settimana ha un rischio ridotto del 37%. Ma a beneficiare di più degli effetti salva-cuore del sonno sono i maschi lavoratori che riducono il proprio rischio fin del 64%, come se il riposino fungesse da anti-stress da lavoro.
Negli ultimi anni si sono ridotte progressivamente le ore di sonno, passando dalle 8-9 ore registrate negli anni ’90, alle 6-7 ore che si dormono in media oggi. Eppure l’importanza del sonno è stata più volte sottolineata. Gli ultimi studi dimostrano che dormire fa bene anche alla memoria. Ebbene sì: sprofondare tra le braccia di Morfeo è indispensabile per predisporre il cervello a memorizzare quel che si apprenderà nei giorni seguenti. Lo dimostra uno studio della Harvard Medical School di Boston. Finora il sonno era considerato importante per mettere ordine tra le cose già apprese, cioè per la costruzione dei ricordi a lungo termine: durante le attività di tutti i giorni, il cervello ingloba informazioni e forma nuove connessioni neurali (sinapsi). Di notte queste informazioni vengono scremate e il cervello conserva solo quelle veramente utili; il sonno serve dunque a riordinare le “cose di casa” (dove la “casa” è il nostro cervello).
Adesso, per la prima volta, i ricercatori Usa hanno dimostrato che il sonno serve anche per predisporre il cervello alla formazione di nuovi ricordi nei giorni successivi. Gli esperti hanno chiesto a 14 volontari di non dormire per una notte e il giorno seguente gli hanno mostrato 150 immagini dicendogli di ricordarle. Due giorni dopo hanno chiesto loro di ritrovare, tra oltre 250 immagini, le 150 viste due giorni prima. Durante questo test gli esperti hanno misurato le loro performance confrontandole con quelle di persone che la notte precedente avevano dormito bene: è emerso che gli individui che non avevano dormito avevano molta più difficoltà a ritrovare le foto e il loro ippocampo (il centro della memoria) era anche meno attivo.
In conclusione, senza il giusto sonno i ricordi svaniscono prima e il cuore rischia di ammalarsi di più. Detto questo, non ci resta che augurarvi buon riposo!
Categorie correlate:

Malattie, cure, ricerca medica




A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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