Tumore al seno e soia
La soia e il suo ruolo controverso nella prevenzione del tumore al seno
Nelle donne asiatiche, abituali consumatrici di soia, l'incidenza del tumore al seno è molto più bassa che altrove
Che ruolo ha la soia nella prevenzione del tumore al seno? Importante secondo numerose ricerche scientifiche, i cui risultati però sono piuttosto controversi tra loro. E’ per questo motivo che mi sono rivolta ad un’esperta per poter comprendere al meglio la questione. Si tratta della dottoressa Maria Assunta Coppola, biologa nutrizionista presso l’Istituto Nazionale Tumori “Pascale” di Napoli, tra i responsabili del Consultorio di Prevenzione dietetica dei Tumori presso la stessa struttura. Provo a farvi un piccolo riassunto di quello che mi ha spiegato.La soia è un alimento prezioso, dalle numerose proprietà salutari: protegge dalle malattie cardiovascolari, dal diabete, dall’osteoporosi, dal tumore al seno e da altre forme neoplastiche ormono-dipendenti, come il cancro alla prostata. In più si è dimostrata come un valido ausilio nella lotta ai sintomi della menopausa. Tutto ciò avviene grazie alla presenza nella soia (e negli alimenti da essa derivati, come il latte di soia, il tofu, il tempeh, ecc.) di fitoestrogeni naturali (o isoflavoni, ovvero ormoni vegetali simili agli estrogeni femminili), in particolare Ginesteina e Daidzeina.
Parliamo di tumore al seno perché l’evidenza statistica ha sottolineato come nelle donne asiatiche, abituali consumatrici di tale alimento l’incidenza di questa neoplasia sia ampliamente più bassa che altrove. Da qui l’ipotesi che la soia potesse avere una funzione protettrice e gli studi scientifici, dai risultati apparentemente contrastanti.
Sappiamo che alcune forme di tumore, come quello al seno, sono sensibili agli estrogeni, nel senso che un’alta quantità di questi ormoni favorisce la rapida crescita di cellule tumorali. I farmaci che vengono usati infatti per evitare le recidive nelle donne con tumore al seno ER positivo, mirano a bloccare proprio i recettori degli estrogeni (quando si parla di tumore al seno ER positivo, ER sta per recettore degli estrogeni). Dunque di base, gli isoflavoni, in quanto simili per azione agli estrogeni, possono incidere negativamente.
Al contempo però queste sostanze funzionano anche come anti-estrogeni: cioè riescono a bloccare la produzione dei naturali ormoni nelle donne e a bloccarne la diffusione nel sangue, in più hanno proprietà antinfiammatorie ed antiossidanti tali da agire comunque come anticancro. Il che sarebbe positivo. E allora cosa fare? Conclude la dottoressa Coppola: “nella popolazione sana un costante uso di soia nell’alimentazione è consigliato (sin da giovani però) anche dalla FDA, Food and Drug Administration statunitense, in quantità pari a circa 25 mg al giorno. Poiché i più comuni alimenti di soia contengono almeno 30 mg di isoflavoni a porzione possiamo dire che basta un bicchiere di latte di soia al giorno per avere il giusto rapporto rischio/ beneficio da questo alimento. Per ciò che riguarda gli integratori di soia e soprattutto nelle donne con pregresso tumore al seno ER positivo, se ne sconsiglia l’uso, perché il rischio è troppo alto alla base degli studi scientifici effettuati finora”.
Foto: Greatist per Flickr
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