Tumore del polmone e farmaci intelligenti
I nuovi farmaci intelligenti a bersaglio molecolare, non tossici
non vanno ad aggredire le cellule ma “intelligentemente” puntano solo a quelle malate e si posizionano proprio su quella porta d’ingresso della cellula dove entrano i fattori di crescita.
Il vantaggioquindi è duplice: non solo non aggrediscono le cellule sane ma
agiscono su tutte le cellule malate, nessuna esclusa. I farmaci
biologici anti-EGFR sono già disponibili, si tratta di compresse, e si
chiamano: erlotinib, gefinitib (in Italia da una settimana) e crizotinib
(nel prossimo futuro). Hanno una grande potenzialità ma con un
limite: agiscono solo su pazienti che presentano particolari
mutazioni geniche, sono circa il 15 per cento della totalità di quelli
con tumore del polmone, tutti per lo più non fumatori, in grande
prevalenza donne. Il 10 per cento può essere trattato con un
farmaco, il gefitinib, (inibitore delle tirosin-chinasi del recettore di
epidermal growth factor (EGFR), il 5 con il crizotinib nel prossimo
futuro, inibitore del gene ALK. L’erlotinib, un’altra molecola che si
assume ugualmente in compresse giornaliere a casa, rappresenta
l’altra possibilità terapeutica innovativa che è quella di potere
continuare il trattamento dopo la chemioterapia iniziale in pazienti
con EGFR se la stessa ha solo fermato e non ridotto la malattia.
Questo capita in un paziente su due con malattia avanzata. Da due
anni in Italia somministra l’erlotinib al fallimento della terapia
chemioterapica ed a partire dall’inizio del 2011, sarà possibile darlo
alla fine della chiemio per mantenere la stabilità ottenuta con la
terapia tradizionale. La chemioterapia,infatti, non può essere
protratta oltre un certo periodo perché i danni provocati alle cellule
sane rischiano di essere superiori ai vantaggi ottenuti sulle cellule
malate: per questo la chemio si interrompe alla fine dei primi 2-3
mesi, anche in presenza di risultati positivi e si riprende solo alla
ricomparsa del cancro. L’introduzione dell’erlotinib mette in
condizioni il medico, dopo i primi 4 cicli di chemioterapia, di passare
a questa nuova terapia che, non avendo gli effetti devastanti sulle
cellule sane, continua ad agire su quelle malate. Ed è proprio
sull’erlotinib che è incentrato lo studio EURTAC condotto su 170
malati in collaborazione fra i dieci Centri italiani e gli altri 60 Centri
del Gruppo Spagnolo del Cancro del Polmone (GECP) e francesi. ll
farmaco utilizzato fin dall’inizio al posto della chemioterapia nei
pazienti con mutazione genica, dà migliori risultati rispetto alla
chemioterapia e in pazienti non fumatori e donne.
Prof.ssa Virginia A.Cirolla
MD,PhD in Experimental And Clinical Research Methodology in Oncology Department of Medical and Surgical Sciences and Translational Medicine "Sapienza" University of Rome
National President A.I.S.M.O. ONLUS
www.studiomedicocirolla.it
www.aismo.it
Profilo del medico - Prof.ssa Virginia A. Cirolla
