Utilità della memantina e della vitamina E nell’Alzheimer

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Utilità della memantina e della vitamina E nell’Alzheimer

05-03-2014 - scritto da Angela Nanni

Utilità della memantina e della vitamina E nell’Alzheimer

Per le malattie neurodegenerative non esistono trattamenti risolutivi, ma solo trattamenti che ne possono rallentare il decorso


L’Alzheimer è la più comune forma di demenza: determina un decadimento delle funzioni cognitive per motivi ancora in gran parte sconosciuti, la malattia si manifesta in stadi successivi e la sua progressione cambia da individuo a individuo. In linea generale si possono distinguere 3 fasi successive della malattia: dapprima si registra un danneggiamento delle aree del cervello che controllano la memoria e il linguaggio con perdita di memoria, sbalzi d’umore e problemi nel linguaggio, successivamente possono comparire disorientamento, allucinazioni, comportamenti ossessivi e ripetitivi, incontinenza e soprattutto perdita della memoria a breve termine.

Nell’ultima fase della patologia tutti i sintomi fin qui descritti diventano molto più severi: secondo le stime dell’OMS almeno 36 milioni di persone nel mondo soffrono di demenza, di queste, il 60-70% è affetto da Alzheimer; secondo l’Istat la malattia interessa circa 600 mila italiani. Purtroppo non esistono trattamenti miracolosi che risolvono la patologia, esistono solo protocolli terapeutici che possono rallentare la progressione della demenza e migliorare la qualità della vita. Nello specifico per la gestione dell’Alzheimer si utilizzano soprattutto farmaci che inibiscono l’acetilcloinesterasi, ovvero farmaci che aiutano a mantenere nel cervello livelli elevati di acetilcolina, una molecola che in caso di Alzheimer diventa fortemente carente e la memantina, una molecola che riduce, almeno temporaneamente il decadimento cognitivo perché contrasta efficacemente l’azione svolta dal glutammato, una sostanza endogena che quando sovra rappresentata (come succede in caso di Alzheimer) danneggia i neuroni.

Secondo uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Journal of American Association la somministrazione di vitamina E nell’Alzheimer da lieve a moderato ha una buona efficacia addirittura superiore a quella evidenziata dalla memantina. Gli autori dello studio hanno reclutato 613 pazienti con diagnosi di Alzheimer da lieve a moderata: in modalità random questi pazienti sono stati suddivisi in 4 gruppi e hanno ricevuto, in base al gruppo di appartenenza, ogni giorno o 2000 UI di vitamina E o 20 mg di memantina o un placebo o un mix memantina-vitamina E. Dopo un periodo di osservazione di 2-3 anni è emerso che i pazienti che hanno assunto vitamina E hanno beneficiato di una riduzione del 19% nel tasso annuo di declino funzionale cerebrale rispetto ai pazienti che hanno assunto il solo placebo: in particolare i pazienti che hanno assunto regolarmente vitamina E hanno avuto bisogno di una minore assistenza sanitaria rispetto ai pazienti trattati con placebo.

Il trattamento effettuato con memantina o con il mix memantina-vitamina E non ha sortito gli stessi effetti benefici sortiti dalla vitamina E. Questo studio sicuramente va ulteriormente approfondito e bisogna anche capire quanto possa essere utile in termini di efficacia, l’assunzione di un integratore a base di vitamina E o piuttosto quali effetti può sortire un potenziamento della dieta in termini di vitamina E. Per potenziare l’intake di vitamina E con la dieta bisogna privilegiare cibi come l’olio di germe di grano, l’olio di girasole, mais, nocciola, mandorle: la vitamina E anche se in misura minore è contenuta anche nelle parti grasse della carne, nei cereali integrali, nelle noci e in molti tipi di frutta e verdura.

Dysken MV, Sano M. et al. Effect of vitamin E and memantine on functional decline in Alzheimer disease: the TEAM-AD VA cooperative randomized trial. JAMA. 2014 Jan 1; 311(1):33-44. doi:10.1001jama.2013.282834

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Malattie, cure, ricerca medica




A cura di Angela Nanni, Farmacista iscritta all'Albo dal 2005 e Redattore medico scientifico freelance.
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