La blefarite è un'infiammazione delle palpebre che può essere associata a infezione batterica, secchezza oculare e ad alcune condizioni patologiche della pelle come l'acne rosacea. La blefarite è una patologia molto spesso recidiva e che può diventare cronica nel tempo.

Le cause della blefarite possono essere collegate ad un indebolimento fisico del paziente, magari dovuto ad anemia, oppure possono essere ricercate nella congiuntivite cronica. Spesso la blefarite può essere provocate da un’alterata secrezione delle ghiandole palpebrali di Meibomio o da vizi della vista non corretti come l’ipermetropia e l’astigmatismo. A volte la blefarite è legata a disordini alimentari o anche a patologie come il diabete.

La blefarite può essere esterna o interna: la blefarite esterna colpisce la parte esterna delle palpebre in corrispondenza dell'attaccatura delle ciglia ed è di solito provocata da un'infezione virale o batterica da Stafilococco, mentre la blefarite interna è dovuta ad una disfunzione delle ghiandole di Meibomio, poste dietro le ciglia, che comporta abbondante secrezione di sebo.

La forma più comune di blefarite è quella ciliare, caratterizzata da arrossamento della mucosa e della pelle, invece la blefarite squamosa o la blefarite ulcerosa rappresentano complicanze dell’infiammazione e comportano la formazione, rispettivamente, di piccole squame facilmente removibili vicino alle ciglia oppure di ulcere, spesso sanguinanti.

I pazienti affetti da blefarite percepiscono, in corrispondenza della rima palpebrale, bruciore, rossore e prurito: spesso tendono a formarsi croste o si verifica una forte lacrimazione e, nei casi di infezione batterica severa, anche la perdita delle ciglia. Se la blefarite invece è causate da problemi delle ghiandole di Meibomio si possono assumere per via orale antibiotici come le tetracicline. In generale comunque si deve sempre curare l’ igiene e la pulizia delle palpebre facendo degli impacchi caldi.