Chemioterapia, radioterapia, ormonoterapia e immunoterapia: gli effetti collaterali

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Chemioterapia, radioterapia, ormonoterapia e immunoterapia: gli effetti collaterali

30-06-2016 - scritto da Stella Maris Glowinski

Per garantire al paziente una miglior qualità di vita, durante e dopo le cure, si può intervenire su alcuni dei possibili effetti collaterali delle terapie oncologiche con la riabilitazione.

Il trattamento fisico prima e dopo le cure oncologiche.

Chemioterapia, radioterapia, ormonoterapia e immunoterapia: il target principale di queste quattro terapie mediche è chiaramente arrestare la malattia tumorale e bloccare la riproduzione cellulare. Per arrivare a tale risultato, ogni paziente ha il suo protocollo medico che determina, per il tipo di tumore, quale trattamento è opportuno applicare.

 

Tutte queste terapie hanno degli effetti collaterali, di cui il paziente viene certamente informato:

  • Alcuni di questi si presentano durante la fase della cura
  • Altri sono semi permanenti
  • Altri ancora permanenti

Gli effetti collaterali di ogni singola terapia sono diversi, ma qualche volta si sommano (1).

 

Nella chemioterapia, ogni medicinale ha una controindicazione: lo specifico farmaco, associato ad altri principi attivi, può amplificare gli effetti indesiderati. Ad esempio quando si usa un determinato medicinale nella chemioterapia (Taxolo) e lo si associa alla radioterapia, il colorito della pelle diventa ancora più scuro e sarà difficile che la cute possa schiarirsi completamente nel tempo.

 

Nell’immagine, gli effetti collaterali più frequenti che si presentano per ogni tipo di terapia medica.

 

Per avere una miglior qualità di vita, durante e dopo le cure, si può intervenire su alcuni dei possibili effetti collaterali delle terapie, ad esempio con la riabilitazione. In questo caso si agisce sugli effetti cronici e/o permanenti, che possono insorgere anche dopo un periodo di latenza, variabile tra i soggetti (2).

 

Il trattamento fisico della ritenzione idrica e del linfedema: linfodrenaggio e linfotaping

La chemioterapia, la radioterapia, l’ormonoterapia e la immunoterapia presentano come effetto collaterale una nota ritenzione idrica che può essere locale, agli arti o su tutto il corpo. Questa ritenzione si può trasformare in un edema transitorio o in un linfedema permanente. Questo fenomeno dipende anche dallo stato del sistema linfatico che il paziente aveva prima delle cure, nonché dal carico tossico superiore alle sue capacità di trasporto causato dai farmaci somministrati.

La terapia adatta in questo caso è il linfodrenaggio che ha la capacità di raccogliere tutti gli scarti metabolici presenti nei tessuti e canalizzarli nel sistema linfatico. Così si ottiene una depurazione delle tossine, maggiore ossigenazione nel sangue, una distensione cutanea, un miglior colorito della pelle e un effetto di benessere generale, che può favorire il riposo notturno e l’allontanamento dello stress grazie alle manovre ritmiche, dolci e lente che questa tecnica propone.

La terapia viene autorizzata del medico tenendo conto delle possibili controindicazioni: ad esempio se il paziente presenta un problema respiratorio, cardiaco, trombosi, flebite, necrosi locale o troppo affaticamento non è opportuno effettuare il drenaggio finché i sintomi saranno scomparsi.

Il linfodrenaggio diminuisce la quantità di sali minerali e di proteine che si depositano dentro il lume dei capillari, favorendo il flusso della linfa che contribuisce anche alla diminuzione del peso in eccesso che questi elementi comportano.

La formula ideale sarebbe seguire anche una dieta da un nutrizionista oncologico e bere molta acqua durante il giorno per aumentare la diuresi ed eliminare il senso di pesantezza che si può avere durante e dopo le cure mediche.

Se si verificasse la presenza di un linfedema, meglio evitare di assumere per conto proprio diuretici a meno che non venga prescritto dal medico. Questi eliminano i liquidi superficiali lasciando le proteine nei tessuti: se poi il linfedema non viene trattato, formerà della fibrosi e sarà impossibile diminuire il volume dell’arto.

Nella fase post cure, si possono seguire altre indicazioni nelle terapie riabilitative, come ad esempio il linfotaping. Questa tecnica viene applicata sulla zona colpita con dei nastri adesivi ipoallergenici a forma di ventaglio, creando le vie linfatiche che vanno a finire nelle stazioni linfatiche di appartenenza per lo scarico sia per il corpo sia per gli arti. La proprietà di questa tecnica è che i nastri lavorano 24 ore su 24, come se si producesse un massaggio tutto il giorno. Con il movimento, il tessuto si decomprime, favorendo il flusso del liquido in eccesso.

Una volta che il paziente si sente di riprendere le sue abitudini quotidiane, è importante consigliargli di seguire della ginnastica leggera come pilates, yoga o fare del moto e invitarlo a respirare correttamente per favorire ulteriormente il drenaggio linfatico. Gli scarichi del sistema linfatico si attivano anche respirando, sudando e urinando.

 

Il trattamento fisico dei dolori articolari e dei problemi muscolari: riabilitazione motoria assistita e massoterapia

Altri effetti collaterali che presentano le quattro terapie mediche sono i dolori articolari o problemi muscolari. Se qualora questi sintomi si presentassero sarebbe opportuno consultare il medico per essere indirizzati a un fisioterapista per seguire degli esercizi di riabilitazione motoria assistita e della massoterapia in modo tale da alleggerire le articolazioni e i muscoli coinvolti a seconda dei casi.

Nel caso ci fosse formicolio agli arti in modo continuo ci si deve rivolgere al medico per seguire una elettromiografia e verificare se la sintomatologia è momentanea, dovuta ai farmaci, o se magari durante l’intervento si è recisa qualche fibra nervosa e con l’assunzione del medicamento si è aggravata la sintomatologia. Questo può verificarsi soprattutto dopo la neoplasia mammaria, dato che la zona ascellare è comunicante con il plesso brachiale e passano i nervi che irradiano l’arto superiore.

 

Il trattamento fisico delle cicatrici

Nel caso si seguisse la radioterapia nella regione pettorale, sia con l’espansore o la protesi mammaria è consigliabile seguire della massoterapia per evitare che si presenti una fibrosi dovuta alle radiazioni, oltre che trattare la cicatrice per evitare aderenze o cheloidi. Il fisioterapista eseguirà dei movimenti circolari sul seno, che poi insegnerà alla paziente in modo tale che possa continuare la terapia a casa due o tre volte al giorno. La terapia si potrà effettuare dopo qualche tempo dal termine delle sedute di radioterapia perché il tessuto sarà notevolmente infiammato e potrebbe verificarsi un’ulteriore irritazione.

Se la paziente segue l’ormonoterapia e ha le vampate sarebbe il caso di consigliarle di non assumere caffè, alcol, cibi piccanti o cioccolato visto che aumentano la temperatura corporea e provocando ulteriormente questo fenomeno.

 

Il trattamento dello stravaso venoso

Per quanto riguarda la chemioterapia, se il paziente non ha messo il port-a-cath o il picc prima delle cure e i farmaci sono stati somministrati per via endovenosa, si può verificare un stravaso venoso che provoca una necrosi del tessuto e un indurimento della vena. In questo caso si deve comunicare immediatamente al medico che prescriverà una crema a base di steroidi. Bisogna tenere conto che la somministrazione dei farmaci non va mai fatta nel braccio omolaterale bensì in quello controlaterale per evitare un linfedema (3).

 

In conclusione

L’operatore sanitario che prende in cura per la riabilitazione un paziente oncologico deve essere a conoscenza dei farmaci che ha assunto o della cura che ha seguito o sta seguendo, affinché possa intervenire efficacemente in maniera preventiva e lavorare in modo adeguato sui disagi fisici.

 

 

Bibliografia:

  1. Trattato di Senologia. A cura di Modena S., presentazione di Cordiano C. ed Piccin, 2006 Padova
  2. http://www.my-personaltrainer.it/Foglietti-illustrativi/Herceptin.html
  3. Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica Gruppo di lavoro AIRO per la Patologia Mammaria. La Radioterapia dei Tumori della Mammella Indicazioni e Criteri Guida, 2013
  4. TAXOLO + HERCEPTIN (Trastuzumab), Potenziali Effetti Collaterali. Edito dall’Ufficio Comunicazione su testi forniti dalla Struttura Complessa Oncologia e dall’ “Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti ed amici”. Trieste, 2013  

 

Note:

  1. Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti ed amici”; per maggiori informazioni: www.aimac.it.
  2. Glowinski, S. M. Effetti collaterali dei singoli farmaci della polichemioterapia nelle pazienti con carcinoma mammario e la riabilitazione post terapia medica.
  3. Dr. Androletti, G.P. Complicanze post chemioterapia nelle pazienti trattate per carcinoma mammario. Necrosi tissutali in sede di iniezione. www.senology.it
Categorie correlate:

Malattie, cure, ricerca medica




Mft. Stella Maris Glowinski, Massofisioterapista (Ministero della Sanità Pubblica, Protocollo n° 62112, Registro DGPROF), Referente del dott. Stefano Martella, primario di chirurgia plastica generale ricostruttiva dell’Ospedale San Raffaele di Milano.

stella.glowinski@gmail.com

www.fisiopsico-oncologia.com

 Cell. 3335422456

Profilo del medico - Stella Maris Glowinski

Nome:
Stella Maris Glowinski
Occupazione:
Massofisioterapista
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