L’happy hour fa ingrassare, uno studio spiega perché

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L’happy hour fa ingrassare, uno studio spiega perché

21-07-2015 - scritto da Paola Perria

L’odore degli alcolici stimola l’appetito, ecco perché l’aperitivo ci fa mangiare troppo.

Troppi happy hour sono un attentato alla linea, studio USA spiega il ruolo dell’olfatto.

L’happy hour fa ingrassare, uno studio spiega perché

Lo chiamano happy hour – ora lieta, letteralmente – ma in effetti altro non è che il solito “aperitivo”, a base di drink alcolici e snack salati. Ma a farci bene caso, sono proprio i troppi happy hour (che guarda caso si moltiplicano in estate, anche perché si tende a cenare molto più tardi rispetto a quanto non si faccia in inverno) a farci guadagnare quei chiletti in più che spesso e volentieri ci trasciniamo fino all’autunno. A quel punto, ritornando indietro con la memoria alle tante serate piacevolmente trascorse con amici e partner seduti ad un tavolino, davanti ad un cocktail colorato o ad un buon bicchiere di prosecco, ci viene anche in mente che quelle “ore liete” erano anche super caloriche. Perché non si può bere  a stomaco vuoto, e allora, dato che la maggior parte dei bar e dei locali delle nostre città e delle località turistiche offrono ogni ben di dio proprio per gli aperitivi, ci si rimpinza senza neppure accorgersene.

E mentre siamo intenti in tali piacevoli chiacchiere, a suon di assaggini e di brindisi, il tempo passa e arriva anche il momento della cena, a cui non si rinuncia neppure se ormai il nostro appetito è stato bell’e che appagato.

Ma qual è la vera ragione per cui davanti ad un aperitivo alcolico non possiamo proprio fare a meno di mangiare cibi stuzzicanti, grassi, salati e calorici? E’ tutta colpa dell’olfatto. Almeno stando a quanto scoperto dai ricercatori dell’Università dell’Indiana (USA), grazie ad uno studio sperimentale pubblicato sulla rivista Obesity. In effetti, e curiosamente, il campione selezionato per l’esperimento era di sole donne, per la precisione 35, tutte non vegetariane, alle quali sono state somministrate, in momenti successivi, due soluzioni per via endovenosa (onde bypassare il passaggio intestinale).

La prima era di natura alcolica (blandamente alcolica, al 6%, più o meno come una birra), e la seconda (somministrata in un’altra giornata), un semplice placebo. Per scoprire che tipo di effetti l’assunzione di alcool aveva sul cervello delle donne partecipanti soprattutto in relazione al senso dell’appetito, si è proceduto ad una risonanza magnetica funzionale.  Eseguita, però, durante l’esposizione dei soggetti ad una stimolazione olfattiva. In altre parole, mentre avevano in corpo un po’ d’alcool, e il loro cervello veniva monitorato, al campione venivano anche fatte “annusare” delle pietanze particolarmente appetitose e succulente, come pasta al ragù e carne arrosto. Dall’analisi comparata dei dati, ricavata dalle reazioni del cervello al questi stimoli, i ricercatori hanno potuto evincere che proprio l’alcool ha come effetto quello di stimolare l’area dell’ipotalamo che regola il senso dell’appetito.

Ma la cosa curiosa era che, se la reazione agli odori del cibo appariva accentuata, lo stesso non valeva per gli altri tipi di profumi, la cui percezione si riduceva. Come a dire, dal momento  che ho assunto alcool, è bene che mangi qualcosa e quindi ecco che immediatamente il mio cervello invia allo stomaco lo stimolo all’”acquolina”. Infatti subito dopo aver effettuato il test con la risonanza magnetica, i soggetti sono stati invitati a consumare un pasto, e coloro che avevano assunto l’alcool in vena avevano anche mangiato di più (con una media del 7% di calorie in più).

Questo studio dimostra come sia soprattutto il cervello il principale “responsabile” nella regolazione del senso di fame e di sazietà anche senza l’intervento dell’intestino (anche definito  il nostro “secondo cervello”, che in questo esperimento non veniva coinvolto nel metabolismo dell’alcool). Il che significa che gli aperitivi, per quanto piacevoli possano essere, sono degli effettivi attentati alla nostra forma fisica perché proprio l’assunzione di bevande alcoliche, associata alla stimolazione olfattiva prodotta dagli stuzzichini proposti negli gli happy hour, induce in tutti un desiderio di cibo a cui è difficile, se non impossibile, resistere. Pensiamo solo agli irresistibili  profumi dei salumi e dei formaggi...

La soluzione? Meno happy hour o via libera agli aperitivi solo quando non abbiamo una cena in programma. Buona norma anche quella di dare la  preferenza a snack light (ad esempio verdure gigliate o pinzimoni).   

 

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Fonte | lastampa.it 

Foto | via Pixabay.com



A cura di Paola Perria, Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2009, Master I livello in Gender Equality-Strategie per l’equità di Genere con tesi sulla medicina di genere.
Profilo Linkedin di Paola Perria
 

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