Allergia all’ambrosia: il picco tra agosto e settembre

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Allergia all’ambrosia: il picco tra agosto e settembre

08-07-2015 - scritto da Paola Perria

L’allergia ai pollini dell’ambrosia è sempre più diffusa nel nord Italia, scopriamo come affrontarla.

Pollinosi da ambrosia, ecco come si manifesta e si cura.

Allergia all’ambrosia: il picco tra agosto e settembre

Pianta della famiglia delle composite diffusa soprattutto nella pianura padana e in Lombardia, l’ambrosia è un vero incubo per chi soffre di pollinosi ed è predisposto alle allergie di tipo respiratorio. Durante la fase della fioritura, che inizia in tarda primavera per poi raggiungere il picco massimo di concentrazione dei granuli pollinici nell’aria tra agosto e settembre, questa pianta infestante di origine nordamericana, estremamente prolifica, induce la tipica reazione immunitaria avversa che si manifesta con i seguenti sintomi:

  • Rinite allergica (naso congestionato, iper-produzione di muco)
  • Congiuntivite e lacrimazione abbondante
  • Episodi di asma, o comunque di dispnea (fiato corto, affanno)
  • Tosse

 

Questa sintomatologia si riscontra nei bambini (particolarmente sensibili agli allergeni dei pollini dell’ambrosia) e negli adulti in forme sempre più frequenti e accentuate, perché i cespugli di questa pianta arborea, che crescono soprattutto nelle zone non coltivate, sono destinati a diffondersi esponenzialmente nel territorio della penisola, a partire dal nord Italia, tanto che secondo le proiezioni nel 2050 i granuli pollinici dell’ambrosia quadruplicheranno, e con essi anche i soggetti che ne saranno allergici.

Il polline dell’ambrosia ha la caratteristica di essere molto irritante, invasivo, e di attaccarsi un po’ ovunque, in particolare agli abiti e alle automobili, e per tale ragione è molto facile portarlo dentro casa. Come difendersi? Come per tutte le pollinosi, valgono i consigli già noti, come quello di evitare di stare all’aria aperta nelle zone in cui sia diffusa la pianta nemica, procurarsi un calendario delle fioriture e una mappa delle zone in cui c’è una maggiore concentrazione di pollini, chiudere le finestre nelle ore centrali della giornata, non fare sport all’aperto, lavarsi e cambiarsi spesso gli abiti, mettere i filtri anti polline all’impianto di condizionamento dell’aria in macchina e a casa ecc.

Tuttavia, come ben sa chi soffre di pollinosi, soprattutto a più famiglie di piante, quando l’aria è satura di pollini è moto difficile non risentirne, e quindi rinite e congiuntivite sono sempre in agguato con i loro sgradevoli sintomi. La terapia d‘elezione in questi casi consiste nella somministrazione di farmaci antistaminici e cortisonici, di colliri decongestionanti  e broncodilatatori in caso di asma allergica, ma esiste anche un’altra opzione disponibile per chi ha più di 3 anni di età: il vaccino antiallergico.

Quando si può effettuare la desensibilizzazione ai pollini dell’ambrosia? Dipende dalla formulazione del vaccino. Se si sceglie l’iniezione, bisognerà effettuarne una alla settimana per tutto il periodo che precede l’impollinazione, ovvero da gennaio a luglio, oppure, se si opta per il vaccino in gocce, allora  basterà assumerlo per 8 settimane (da giugno a ottobre). Tuttavia, l’efficacia comprovata, ovvero l’effetto progressivamente desensibilizzante, si ottiene soprattutto attraverso l’iniezione. L’ideale sarebbe quello di vaccinarsi per almeno 3-4 anni di seguito in modo da fornire l’organismo gli strumenti immunitari giusti per spegnere progressivamente i sintomi in modo che non si presentino più.

All’occorrenza, però, è sempre meglio tenere i farmaci a portata di mano. Tra i rimedi naturali, può essere utile il ribes nigrum

Infine occhio alle allergie crociate. Chi soffre di pollinosi da ambrosia, può essere allergico anche ad alcuni alimenti, che contengono gli stessi allergeni della pianta, in particolare meloni, angurie e banane. E le vacanze? Meglio al mare, dove le concentrazioni di pollini diminuiscono, in aree mediterranee, e possibilmente tra agosto e settembre, per “fuggire” dall’allergia!

 

Foto | via Pinterest 

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A cura di Paola Perria, Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2009, Master I livello in Gender Equality-Strategie per l’equità di Genere con tesi sulla medicina di genere.
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