Quando qualcosa complica il parto nel gatto si parla di distocia

Cosa fare in caso di difficoltà del parto del gatto (distocia)

Quando la gatta ha difficoltà nel partorire si parla di distocia. Si tratta di un evento raro nei felini domestici (riguarda solo il 3% dei mici), ma comunque bisogna saper riconoscere i sintomi ed agire prontamente. Le cause sono diverse, imputabili a fattori materni o al gattino in arrivo.

Il parto, dall’inizio delle contrazioni dura in media dalle 4 alle 6 ore (per l’espulsione del primo gattino). Se dopo un’ora dalla prima contrazione non è ancora nato alcun gattino occorre preoccuparsi e chiamare il proprio veterinario di fiducia. Questo è sicuramente il segno più evidente di distocìa nel gatto, soprattutto se legato a più di 30 minuti di intense contrazioni.

Spesso si accompagna a forte segnali di dolore (la gatta grida e si lecca continuamente l’area vulvare); possono manifestarsi perdite di sangue abbondanti prima dell’espulsione del primo cucciolo o tra l’uno e l’altro, mancanza di forza nelle contrazioni o assenza di queste dopo la data presunta del parto (68 giorni dall’accoppiamento).

Dal punto di vista della prevenzione non si può fare molto, ma esistono dei fattori di rischio di cui è importante essere a conoscenza prima di avviare il proprio gatto a riproduzione. La distocia sembra infatti particolarmente presente nelle razze piccole ed in quelle brachicefale (musetto schiacciato) con particolare riferimento al Persiano e al gatto dell’Himalaya, nei mici obesi e con precedenti storie di distocia.

I gatti che hanno difficoltà a partorire e con diagnosi di distocia dovrebbero essere portati tutti dal veterinario, visitati e tenuti sotto controllo fino alla nascita dell’ultimo gattino (l’ecografia potrà dare molte informazioni precise ed utili al riguardo).

Se si è in assenza di contrazioni o non sono abbastanza forti come nel caso di carenza di ossitocina, questa può essere somministrata, laddove non vi sia il sospetto di uno stress fetale, o di una distocia ostruttiva, per accompagnare la gatta verso un parto naturale. In taluni casi il veterinario potrà aiutare la partoriente con manipolazioni per riposizionare meglio il gattino o attraverso l’uso di strumenti come il forcipe, ma soprattutto in quest’ultimo caso le accortezze devono essere estreme per il rischio di far del male al micio.

Se entro 30 minuti da questi trattamenti il primo piccolo non è ancora nato, si procede con il taglio cesareo. Questo chiaramente va programmato se il gatto appartiene ad una delle razze considerate a rischio o se ha una storia familiare di distocia alle spalle.

Foto: Flickr

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A cura di Cinzia Iannaccio, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2007, blogger, specializzata nel settore della salute e del benessere.
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