La flebite è un’infiammazione delle vene che può verificarsi a causa di batteri, traumi fisici, farmaci, soluzioni urticanti ma anche per fattori genetici e una predisposizione familiare. Si parla di flebotrombosi se nella vena sono presenti dei trombi, invece si parla di tromboflebite se si verifica infezione indotta da iniezione.

La flebite colpisce nella quasi totalità dei casi le gambe, soprattutto in caso di varici venose della safena e anche dei rami collaterali. La flebite alle braccia è invece molto più rara ed è dovuta principalmente a cateteri venosi infetti oppure a iniezioni di soluzioni concentrate o di farmaci che irritano la vena.

I sintomi di una flebite sono arrossamento ed ipertermia locale, dolore o bruciore lungo la vena, edema, eritema, indurimento della vena e innalzamento della temperatura di un grado o più.
Al contrario della trombosi venosa profonda la tromboflebite non presenta gonfiore delle estremità perché il sangue refluisce attraverso le vene profonde. La tromboflebite superficiale, soprattutto se si manifesta al di sotto del ginocchio, si risolve nell’arco di 5-10 giorni senza lasciare segni.

La terapia della tromboflebite superficiale è ambulatoriale: se il processo è recente si può effettuare un’incisione con svuotamento del materiale trombotico, seguita da fasciatura compressiva e mobilizzazione. Se invece la tromboflebite è presente da più di una settimana è consigliata solo la fasciatura compressiva con mobilizzazione.

Per evitare rischi di trombosi quando si è affetti da tromboflebite superficiale è importante camminare molto e non sottoporsi a massaggi: la manipolazione della parte interessata può determinare la rottura di un coagulo, che entrando in circolazione può causare embolia in diversi organi.
In caso di forti dolori si somministrano antiflogistici, mentre in caso di febbre si assumono antibiotici.