Malaria
La malaria è una malattia potenzialmente mortale provocata da parassiti protozoi del genere Plasmodium. La maggior parte delle infezioni malariche sono dovute a quattro specie di Plasmodium: il Plasmodium falciparum, il Plasmodium vivax, il Plasmodium ovale e il Plasmodium malariae. Fra queste specie la più pericolosa è il Plasmodium falciparum, con il più alto tasso di mortalità fra i soggetti colpiti. I vettori dei questi parassiti sono le zanzare del genere Anopheles.
La malaria arriva a uccidere il malato causando una forte anemia, a seguito della distruzione dei globuli rossi, e ostruendo i capillari che irrorano il cervello (malaria cerebrale) o altri organi vitali. Entro 9-14 giorni dalla puntura di zanzara infetta compaiono febbre alta, mal di testa, vomito, sudorazioni e tremori. Si distinguono una malaria a decorso acuto-subacuto e una malaria cronica. La forma principale è la malaria acuta-subacuta, che si presenta con febbre elevata, preceduta da brivido e accompagnata da cefalea, vomito, rachialgie, herpes labiale, ittero, orticaria.
Una diagnosi accurata e precoce è una delle chiavi per gestire con successo la malattia ma spesso è difficile perché i sintomi possono non essere netti, fondamentale allora è l’esame microscopico dello striscio di sangue.
La malaria si combatte innanzitutto con la prevenzione effettuando una chemioprofilassi con cloro china o pirimetamina, da iniziare prima di effettuare un viaggio nelle zone endemiche e da continuare dopo il rientro. Un’adeguata chemioterapia controlla l'infezione talora associata a farmaci antimalarici diversi. Il trattamento della forma acuta prevede l'impiego della clorochina, efficace su quasi tutti i Plasmodium, o di chinino, pirimetamina e sulfamidici, a seconda del ceppo di Plasmodium coinvolto.