La malattia di Lyme, nota anche come borreliosi, è una malattia di origine batterica causata dalla Borrelia Burgdorferi, trasmessa tramite il morso di una zecca del genere Ixodes. La malattia di Lyme è un'infezione multi sistemica che colpisce principalmente la cute, le grandi articolazioni, il cuore e il sistema nervoso centrale. Dopo il morso della zecca infetta si osserva un periodo di incubazione che va dai 3 ai 15 giorni o in alcuni casi anche di un mese.

L'evoluzione naturale della malattia di Lyme è suddivisibile in tre stadi: nel primo stadio si manifesta un eritema cutaneo di piccole dimensioni che, dopo qualche giorno, si estende fino a diventare un eritema che può avere le dimensioni di una moneta oppure può diffondersi su tutto il dorso. All'eritema sono associati febbre, mal di testa, rigidità del collo, dolori muscolari e spossatezza.

Il secondo stadio della malattia di Lyme prevede complicanze neurologiche, dolori muscolari, dolori ossei e disturbi cardiaci come palpitazioni e blocco atrioventricolare. In questa fase se i pazienti non ricevono cure può svilupparsi artrite cronica che provoca difficoltà a camminare.

Nel terzo stadio della malattia un ristretto numero di pazienti soffre di perdita di memoria, instabilità comportamentale. Per le donne in stato di gravidanza, l'infezione può trasmettersi al nascituro e determinare il rischio di aborto spontaneo.

Se la malattia viene trattata in tempo, la maggior parte dei pazienti può essere curata con successo con una terapia antibiotica mirata contro l'agente patogeno. Per le forme esclusivamente cutanee si somministra doxiciclina oppure amoxicillina e acido clavulanico per otto giorni. La stessa terapia va prescritta per un mese nelle forme del secondo stadio e fino a due mesi per le forme articolari.
Nelle forme con interessamento neurologico, cardiaco e articolare cronico ovvero del terzo stadio, si somministra ceftriaxone o cefotaxime endovena per un mese.