Sindrome del vomito ciclico
La sindrome del vomito ciclico è una malattia molto rara caratterizzata da episodi prolungati e ricorrenti di vomito, nausea e prostrazione intensi, senza che vi sia alcuna causa apparente.
La sindrome del vomito ciclico può comparire a qualsiasi età, sia in persone di sesso maschile che femminile, ma colpisce soprattutto i bambini tra i 3 mesi e gli 8 anni persistendo per alcuni anni fino a vari decenni: gli attacchi possono presentarsi diverse volte in un anno o anche diverse volte al mese. Ogni attacco è caratterizzato da ravvicinati episodi di vomito che durano da poche ore fino a dieci giorni, più frequentemente durano dai due ai quattro giorni: quasi sempre gli attacchi iniziano di notte o di mattina al risveglio.
L’origine della malattia non è ancora stata individuata ma spesso è stata riscontrata una certa familiarità con l'emicrania.
La malattia si manifesta attraverso episodi convulsivi composti da sintomi come vomito, nausea, anoressia, fotofobia, fonofobia e prostrazione intensa, che compaiono in modo spesso imprevedibile e di solito si concludono all'improvviso, indipendentemente dal trattamento farmacologico assunto. Il vomito ripetuto comporta irritazione dell'esofago e rotture dei capillari. La disidratazione e lo squilibrio elettrolitico possono anche mettere a rischio la vita. Inoltre la ciclicità degli episodi e la loro violenza possono portare a lacerazioni dell'esofago o ad ernie inguinali.
Al sopraggiungere della crisi è importante creare un ambiente buio e tranquillo per favorire il riposo del malato. Durante un attacco si può rendere necessario un ricovero ospedaliero e la somministrazione di liquidi per via endovenosa. A volte si possono somministrare farmaci in grado di attenuare o accorciare la violenza degli episodi ma una cura definitiva non è ancora disponibile.