La via della spiritualità

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La via della spiritualità

15-03-2014 - scritto da neuropsicoclinica

La via della spiritualità
I momenti difficili della vita materiale sono, solitamente, un segnale affinché la persona che si trova in un momentaneo stato di difficoltà e non si è mai dedicata a pratiche spirituali, inizi a riflettere su di sé e sulla vita in generale. Per altro un recente studio di ricercatori dell’Università di Udine, pubblicato su una delle maggiori riviste internazionali di neuroscienze, rivela la predisposizione innata alla spiritualità sita nelle aree parietali inferiori del cervello umano.

È un po’ come quando non abbiamo mai usato, a salvaguardia della nostra salute, pratiche preventive e ci ammaliamo: è proprio in questi frangenti che la persona farebbe di tutto pur di riprendersi, almeno in parte, il proprio benessere compromesso. Quindi, come conviene far prevenzione attraverso lo stile di vita anche se non abbiamo ancora sperimentato la patologia, parimenti conviene dedicarsi alla spiritualità, se pur come pratica preventiva, per meglio superare le circostanze avverse che la vita ci riserverà nel prossimo futuro, con serenità, armonia e tolleranza. Per un proprio benessere più completo, per una esperienza umana più autentica, staccata dalla indifferenza quotidiana, dai condizionamenti materiali, dai compromessi, dall’egoismo e dall’ipocrisia del “mondo profano”. Non a caso tante persone nel mondo superano con coraggio momenti oggettivamente difficili, sperimentano meno episodi di depressione e guariscono anche “miracolosamente” da mali a prognosi infausta che scientificamente non lasciano spazio alla speranza, solo dedicandosi con costanza e fede alla spiritualità.

La pratica della spiritualità, sia attraverso la meditazione sia attraverso le preghiere, sia pure in altri percorsi mistico-ritualistici di rinascita interiore, genera speranza, quindi ottimismo, indispensabile per vivere meglio mantenendo più a lungo possibile il nostro benessere.

Un tipico percorso di spiritualità, intesa come ascesa dal materiale contingente allo spirituale, ci viene presentato, sotto forma allegorica, da Platone, uno dei massimi filosofi dell’antica Grecia, attraverso il “Mito della caverna”. Nelle pagine della “Repubblica” Platone immagina degli uomini, da sempre prigionieri, seduti in una caverna, con l’ingresso aperto verso la luce e tuttavia essi, legati, non possono vederla. Immagina anche, dietro ad un alto muro situato fuori dalla caverna, persone che portano sulle spalle statue raffiguranti ogni genere di cose e dietro a questi la luce intensa che, illuminando tali statue, ne proietta l’ombra sul fondo della caverna. Gli uomini legati nella caverna che vedono le ombre e sentono l’eco delle parole delle persone esterne possono, verosimilmente, credere – non avendo mai visto altro – che ciò che vedono sia la realtà e che le voci dell’eco provengano da cose reali. Se poi si suppone che uno dei prigionieri si liberi, solamente stando in piedi dentro la caverna può già vedere qualcosa di diverso: le statue si muovono al di sopra di un muro alto, quindi la realtà non è più, per lui, quella di prima!

Se infine esce dalla caverna e vede aldilà del muro, dopo essere stato abbagliato dalla luce, si può rendere conto de “le cose come sono”: le statue sono mosse da persone che camminano e parlano tra loro. Ordunque i tre passaggi del prigioniero liberato corrispondono a tre gradi progressivi di conoscenza, cui si accede liberandosi gradatamente dal mondo sensibile, quello in cui si vive e si conosce attraverso i sensi. Chi dunque non pratica percorsi di crescita personale e si limita a vivere sensibilmente, legato agli interessi terreni della sua dimensione materiale, è come il prigioniero legato dentro una caverna. La vita, nella sua dimensione spirituale, richiede una liberazione ed una ascesa dalla illusione della realtà fino alla contemplazione di una realtà “soprasensibile” (quella autentica), comunque negata alla maggior parte degli esseri viventi. L’affrancamento dalla schiavitù richiede una percorso di elevazione illuminante che scaturisce sempre da una esigenza interna, connaturata nell’essere umano.

Paolo Zucconi, psicoterapeuta comportamentale a Udine.
liberamente tratto da: Paolo G. Zucconi, Il Manuale pratico del benessere, Edizioni Ipertesto


Dr Paolo G. Zucconi
Specialista in Psicoterapia cognitiva e comportamentale
Certificato Europeo di Psicoterapia (E.C.P.)
con Master universitari in
Sessuologia clinica, Fitoterapia e Nutrizione
diplomato in:
Naturopatia olistica e Ipnosi clinica
STUDIO DI NEUROPSICOLOGIA CLINICA, SESSUOLOGIA E PSICOTERAPIA
UDINE-V.LE VENEZIA 291-TEL. 0432/233006

Profilo del medico - neuropsicoclinica

Nome:
PAOLO ZUCCONI
Comune:
UDINE
Telefono:
0432/ 233.006
Professione:
Medico in casa di cura privata
Specializzazione:
Psicologia, Scienze dell'alimentazione, Medicina alternativa, PSICOTERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE E SESSUOLOGIA CLINICA
Contatti/Profili social:
sito web


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