ALLUCINAZIONE VISIVA

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ALLUCINAZIONE VISIVA

22-11-2011 - scritto da siravoduilio

Cosa provoca allucinazioni visive?

Allucinazioni senza l'uso di stupefacenti


Non c’è bisogno dell’LSD
o di altre droghe psichedeliche per cominciare a vedere colori e oggetti che non esistono nella realtà. Bastano solo 15 minuti di totale deprivazione sensoriale per indurre allucinazioni in individui perfettamente normali dal punto di vista mentale.
Alcuni psicologi della University College di Londra, hanno chiuso 19 volontari in una stanza totalmente priva di luce e suoni per 15 minuti. Senza il normale flusso di informazioni sensoriali, alcune persone hanno sperimentato allucinazioni visive, paranoia e umore depresso.
Questa scoperta confermerebbe l’ipotesi che le allucinazioni avvengono quando il cervello sbaglia ad identificare l’oggetto della propria esperienza, un concetto che i ricercatori chiamano “faulty source monitoring” (letteralmente: monitoraggio difettoso della fonte).
Durante l’esperimento nove volontari hanno avuto le esperienze allucinatorie più eclatanti. Qualcuno ha dichiarato di avere visto delle facce umane, altri degli oggetti strani. Qualcuno ha percepito un odore molto forte e due di essi hanno percepito persino “la presenza del male”. Tutti hanno dichiarato di avere percepito qualcosa di “molto speciale ed importante”.
ALLUCINAZIONE VISIVA, fenomeno sensoriale e psico-sensoriale corrispondente, ad una percezione senza oggetti. L'allucinazione si distingue dall'illusione, che è una percezione deformata, ed è una sensazione il cui substrato esiste veramente, ma la percezione del quale è inesatta.

Si distinguono vari tipi di allucinazione: le allucinazioni elementari o fotopsie, sono apparizioni di fenomeni luminosi elementari (come punti brillanti, sfere scintillanti, stelle luccicanti ). Possono essere variamente colorate e sono raramente immobili e fisse; le allucinazioni figurate o morfopsie, riproducono l'aspetto d'oggetti, di figure, di paesaggi complicati spesso rappresentate in rilievo: in genere sono di colore grigiastro, possono essere fisse o mobili, variano spesso dimensione (da quelle più piccole, lillipuziane a quelle ingrandite ) ; le allucinazioni psicosensoriali sono rappresentazioni mentali più che allucinazioni: si manifestano sia con la sensazione di vivere una situazione irreale, e in questo caso l'allucinazione visiva è imprecisa e transitoria, sia con l'illusione di rivivere una scena interiore con la coscienza del ricordo, e allora l'allucinazione è più netta e dettagliata; le allucinosi peduncolari sono allucinazioni visive che sopravvengono al crepuscolo o ad occhi chiusi, in genere di animali o personaggi conosciuti: da segnalare il carattere lucido e critico del paziente che non partecipa all'allucinazione, perlomeno affettivamente; manifestazioni visive associate sono allucinazioni che accompagnano e seguono i danni del campo visivo, provocati da una lesione del nervo ottico, e spariscono se questa lesione guarisce.

Le allucinazioni visive possono, a seconda del loro tipo caratteristico, avere valore di localizzazione ed essere perciò capaci di precisare la sede dell'alterazione avvenuta al livello del sistema nervoso centrale. A questa scopo è importante differenziarle dall'onirismo o stato di sogno, dalle allucinazioni visive psichiatriche, in cui non c'è partecipazione dell'ammalato, e dalle allucinazioni delle oftalmopatie, che si hanno nelle malattie del globo oculare.


Quando con la degenerazione maculare si vedono campi fioriti


Il signor W.J.B., di 93 anni e abitante a Filadelfia, ha una degenerazione maculare bilaterale avanzata e riesce solo a percepire il movimento della mano con un occhio e a contare le dita con l’altro. Eppure lui dice di vedere un prato fiorito e spesso file di persone che fanno jogging nel prato.

Il signor W.J.B. è mentalmente sano, come assicurano psichiatra e neurologo; ha solo una forma di allucinazioni visive che compare a volte nelle persone con grave perdita visiva, in questo caso dovuta a degenerazione maculare neovascolare. Queste visioni sono spesso molto nitide e realistiche. I pazienti le descrivono nei minimi dettagli, come scene di un film. Alcuni vedono fiori, altri insetti, o palazzi, o facce, o forme variamente strutturate .

Si tratta della “Charls Bonnet syndrome”, descritta per la prima volta nel 1760 dal naturalista e filosofo Charles Bonnet che l’aveva osservata nel nonno ipovedente. In uno studio del Wills Eye Institute di Filadelfia il 59 % dei pazienti con degenerazione maculare neovascolare avanzata diceva di vedere nel campo visivo centrale luci bianche e colorate, mentre un altro 12% aveva allucinazioni visive con morfologie precise.

Il meccanismo con cui avvengono queste visioni non è chiaro, ma probabilmente è lo stesso che è alla base della sindrome dell’arto fantasma, quando per esempio chi non ha una gamba sente qualcosa alla gamba che non ha. Queste sensazioni vengono spiegate con una persistente e autonoma attività delle cellule nervose che una volta arrivavano alla gamba e che continuano ad essere rappresentate nel cervello. Qualcosa di simile avviene per le allucinazioni visive. A volte, quando la via nervosa tra occhio e corteccia occipitale è interrotta, quelle cellule o le loro connessioni possono impazzire, funzionare per proprio conto, indipendentemente da stimoli reali.

I pazienti in genere descrivono questi fenomeni visivi senza apprensione. E’ comunque importante rassicurarli che non hanno disturbi psichiatrici, ma piuttosto una conditione ben conosciuta, che ha un nome preciso e che è collegata alla degenerazione maculare. Alcuni pazienti possono aver timore di parlare delle loro allucinazioni. Alcuni temono di essere considerati pazzi o dementi e quindi di essere messi in ospizio.

I medici che hanno pazienti con grave perdita visiva bilaterale dovrebbero informarli che potrebbero andare incontro ad esperienze di allucinazione visiva, ma che questi fenomeni non hanno nessuna rilevanza. Non ci sono cure da fare; le allucinazioni andranno via col tempo. A volte ci vogliono mesi. Ma andranno via.

La maggior parte delle persone affette dalla Sindrome di Charles Bonnet si trovano nei primi stadi del processo che porta alla perdita della vista e queste allucinazioni di solito iniziano quando ancora vedono ma la loro capacità di vedere sta leggermente e lentamente diminuendo. La causa più comune di questa grave perdita è la DEGENERAZIONE MACULARE , una malattia dove certe cellule fotosensibili della retina funzionano male causando un lento ingrandimento del “punto cieco” al centro della visione.
Altri problemi oculari quali il glaucoma e la cataratta possono causare i sintomi di questa sindrome ed in alcuni casi è stata diagnosticata anche a persone senza problemi alla vista. La probabilità di riscontrare queste allucinazioni sembra aumentare nelle persone con scarsa vita sociale. Persino le persone ipovedenti fin dalla nascita possono essere interessati da queste visioni, restando ovviamente sbigottite dalla loro chiarezza e complessità.
Una percentuale significativa di pazienti descrive inoltre la visione di teste fluttuanti in continuo movimento che periodicamente entrano nel loro campo visivo. Queste hanno solitamente occhi sbarrati, denti pronunciati e caratteristiche che potrebbero ricordare un gargoyle. Raramente si tratta di volti noti, e, pur presentando espressioni piacevoli, hanno l’inquietante caratteristica di cercare frequentemente un contatto visivo. Pur non essendo minacciose quindi, queste visioni non sono facili da scacciare. Inoltre, data la basilare tendenza dell’essere umano a credere ai propri sensi, queste allucinazioni possono accendere un forte conflitto tra le emozioni e la ragione.
In un’ironica dimostrazione della loro intatta razionalità, molte delle persone afflitte dalla sindrome di Charles Bonnet scelgono di non parlare di queste loro visioni per paura che la loro sanità mentale possa essere opinata. Per contro, persone con psicosi tendono a immergersi in elaborate finzioni per spiegare le loro allucinazioni e raramente si interrogano sulla propria sanità mentale.
Una precisa causa che origina la Sindrome di Charles Bonnet non è ad oggi conosciuta, ma una teoria diffusa sostiene che il cervello stia semplicemente tentando di compensare un ridotto stimolo visivo. Si consideri che un essere umano sano riceve ogni secondo dal senso della vista qualcosa come 8 Megabit di dati, una banda di informazioni ben più larga delle normali connessioni ADSL. La corteccia visiva è il sistema più massiccio nel cervello umano, ed è stipata di connessioni in grado di manipolare il flusso di informazioni proveniente dagli occhi prima di consegnare questo al resto del cervello. Quando una malattia riduce questo flusso di informazioni un numero straordinario di neuroni restano inutilizzati.
E’ cosa nota che il cervello umano sia in grado di gestire una situazione di cecità parziale. Ogni occhio umano ha un punto cieco dove il nervo ottico si collega alla retina e si dirama attraverso questa. La corteccia visiva riempie automaticamente questi punti ciechi estrapolando ciò che dovrebbe vedere dai dettagli prossimi a questi punti. Poiché i punti ciechi di una persona non si sovrappongono, il cervello effettua una sovrapposizione delle informazioni provenienti dai due occhi (se questi sono entrambi attivi).
Potete percepire il vostro “blind-spot” (punto cieco) utilizzando l’immagine seguente. E’ necessario sedersi di fronte al monitor e coprire un occhio. Fissate una di queste lettere e trovate, spostandovi avanti o indietro la giusta distanza alla quale il punto nero a destra scomparirà.

INTOSSICAZIONI ALLUCINOGENE
Medicina: intossicazioni allucinogene



Le allucinazioni sono anche un sintomo di alcune intossicazioni, sia acute sia croniche. Tra le prime ricordiamo l'intossicazione da segale cornuta, tra le seconde soprattutto l'alcolismo cronico e in particolare il delirium tremens, in cui il paziente ha allucinazioni sia visive sia uditive. Di particolare interesse è lo studio delle allucinazioni indotte artificialmente. In particolare, è stata studiata soprattutto la possibilità di provocare allucinazioni con farmaci, detti allucinogeni, e attraverso particolari tecniche sperimentali quali la deprivazione sensoriale. I farmaci provocano allucinazioni soprattutto visive e, in minor misura, uditive (voci, eco del pensiero, ecc.). Si osservi però che, sperimentati su individui psicotici soggetti già ad allucinazioni, costoro riuscivano sempre a riconoscere le allucinazioni indotte dagli allucinogeni da quelle che erano provocate dalla malattia. Gli allucinogeni provocano, oltre alle allucinazioni, una complessa sindrome psichica con caratteristiche estremamente variabili da individuo a individuo, tanto che si parla di vere e proprie psicosi sperimentali. Il meccanismo d'azione di queste sostanze non è ancora noto, pur apparendo probabile che esse interferiscano con il metabolismo della serotonina. Gli studi in proposito appaiono di grande interesse in quanto possono offrire la chiave per comprendere i meccanismi attraverso cui si manifestano le psicosi naturali. Anche in deprivazione sensoriale, come detto, è frequente il manifestarsi di allucinazioni, ancora soprattutto visive, che possono giungere fino al terzo grado, con la percezione di vere e proprie scene strutturate. Pur non essendo un risultato costante della deprivazione, si può dire che esse sono in genere tanto più imponenti quanto più lungo è il tempo di deprivazione stesso. Vengono attribuite a un'integrazione degli stimoli casuali che giungono ai recettori (o dell'attività spontanea dei recettori stessi) con elementi di origine centrale.



Categorie correlate:

Malattie, cure, ricerca medica




Un caro saluto
Prof.Duilio Siravo
siravo@supereva.it
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PROF.DOTT. DUILIO SIRAVO
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