Anestesia nel soggetto con apnee notturne

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Anestesia nel soggetto con apnee notturne

04-09-2011 - scritto da cesarearezzo

Anestesia nel soggetto con apnee notturne

Il problema principale di cui l’anestesista deve tener conto è che la maggior parte dei pazienti con OSAS non sa di esserlo perché non è ancora stata posta una diagnosi corretta.



Trattamento pre-operatorio
Quando possibile, se la storia clinica del paziente è suggestiva di OSAS, è meglio rinviare l’intervento fino a dopo gli accertamenti opportuni. Attenzione particolare va posta ai pazienti che sono stati sottoposti in passato a terapia chirurgica per OSAS perché le recidive della sindrome sono possibili anche a distanza di anni dopo quel trattamento. I pazienti obesi presentano un più alto rischio di inalazione e sono quindi opportune determinate precauzioni: metoclopramide, H2 bloccanti; no sedativi (qualsiasi sedazione potrebbe determinare aggravamento della probabile ostruzione delle vie aeree).
Anestesia
Preferire tecniche regionali (se possibile senza sedazione), intubazione da sveglio senza sedazione (nel caso di grandi obesi) previa anestesia topica della trachea e delle corde vocali; considerare l’intubazione con uso di fibre ottiche. Nel grande obeso intubare in posizione seduta (l'adipe comprime l'addome e distende il diaframma, rendendo il respiro difficile o impossibile nella posizione supina), quindi lentamente reclinare il paziente sempre solo dopo l'intubazione, mantenere il respiro spontaneo per essere certi che il paziente possa respirare in posizione supina (per valutare la capacità di una ventilazione spontanea al risveglio), prima di somministrare curari. Prolungare a 5 minuti il periodo di pre-ossigenazione fino al raggiungimento di una buona saturazione. Ridurre al minimo o evitare oppiacei intra-operatori a lunga durata di azione: nel caso utilizzare remifentanyl. Utilizzare tecniche anestesiologiche in cui si utilizzano farmaci a brevissima emivita. Considerare l’utilizzo di β bloccanti per attenuare la risposta all'intubazione, se necessario. Estubare solo quando il paziente è completamente sveglio (scuffiare il tubo endotracheale per una maggior tolleranza del tubo); pensare alla possibilità di avere un chirurgo con un kit per tracheostomia che assista (soprattutto se l'intubazione è stata difficile).
Trattamento post-operatorio
Evitare sedazione e/o narcotici (questi pazienti tendono ad essere estremamente sensibili anche a bassa dosi. Stretta sorveglianza: la riduzione chirurgica dell'ostruzione può smascherare una sindrome da apnea centrale non precedentemente evidenziata. Ventilazione nasale e/o nasofaringea a CPAP può essere d'ausilio dopo l'estubazione. Nei pazienti più problematici l'osservazione per una notte in una Unità di Terapia Intensiva è raccomandata
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Malattie, cure, ricerca medica




dott. Cesare Arezzo
www.cesarearezzo.it
www.malattierespiratorie.com
Specialista in Fisiopatologia Respiratoria
Dirigente Medico U.O. Fisiopatologia Respiratoria Ospedale San Paolo Bari
Diagnosi e Terapia dei Disturbi Respiratori Sonno-correlati

Profilo del medico - cesarearezzo

Nome:
Cesare Arezzo
Comune:
BARI
Telefono:
3409185522
Azienda:
ASL Ba Ospedale San Paolo Bari Fisiopatologia Respiratoria
Professione:
Medico Ospedaliero
Occupazione:
Dirigente Medico U.O. Fisiopatologia Respiratoria Ospedale San Paolo Bari
Specializzazione:
Disturbi Respiratori nel Sonno
Contatti/Profili social:
sito web facebook


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