Assistenza malati terminali: centri residenziali o assistenza domiciliare?

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Assistenza malati terminali: centri residenziali o assistenza domiciliare?

18-09-2017 - scritto da Viviana Vischi

In alcuni casi le persone anziane possono soffrire di malattie gravi, come il cancro. In seguito a una diagnosi incurabile si cerca la miglior soluzione per l’anziano. Scopriamo insieme qual è.

SafeCare24 offre i suoi consigli per scegliere tra le cure palliative in centri residenziali o l’assistenza domiciliare per malati terminali.

 

Fino alla fine degli anni Settanta il malato oncologico terminale o in stato avanzato veniva preso in carico esclusivamente in ambiente ospedaliero. Col passare degli anni e l’aumentare delle consapevolezze sulla salute psicofisica dei malati terminali i servizi di assistenza hanno spostato il focus verso un intervento globale, che comprendesse prima di tutto l’aspetto della qualità di vita.

 

Per molto tempo si è pensato che la miglior cura fosse quella destinata al prolungamento della vita del malato terminale a tutti i costi. Insistere sull’aspetto quantitativo della vita della persona, spesso già anziana, significa rispondere più alle esigenze dei medici e dei famigliari che a quelli del malato.

 

Non bisogna dimenticare infatti che il malato terminale soffre spesso di più per l’ansia, la paura, la depressione e l’isolamento che accompagnano la sua malattia, piuttosto che per il dolore provocato dalla stessa.

 

Quali sono allora le cure per malati terminali?

 

MALATI TERMINALI: LE CURE PALLIATIVE

 

Le cure palliative prevedono che al centro dell’assistenza ai malati terminali venga messa la qualità della loro vita. Un volta determinata la certezza dell'inguaribilità e della prognosi negativa a breve termine, la ricerca della qualità dell'intervento di assistenza al malato terminale viene messa al primo posto.

 

Negli anni la medicina e i servizi assistenziali hanno compreso il limite nel perseguire a qualunque costo la sopravvivenza del paziente.

 

Prendersi cura della persona deve essere più importante del trattamento del malato terminale e dei suoi sintomi.

 

Le cure palliative consistono nel privilegiare la qualità della vita del malato terminale nei momenti di sofferenza.

 

L’assistenza ai malati terminali nelle cure palliative prevede una preparazione della persona e dei suoi famigliari a una serena accettazione dell'ineluttabilità di quell'evento naturale che è la morte. I trattamenti farmacologici e assistenziali sono focalizzati sulla riduzione del dolore e sull’ottimizzazione della qualità di vita quotidiana del malato terminale in relazione alla progressione della malattia.

 

ASSISTENZA A MALATI TERMINALI: QUALI SONO LE ALTERNATIVE

 

Le due principali alternative che si pongono ai famigliari del malato terminale sono l’inserimento in un centro residenziale di cure palliative e l’assistenza domiciliare. Nel primo caso si tratta di veri e propri centri residenziali dove vengono somministrate cure palliative per i malati terminali.

 

I CENTRI RESIDENZIALI DI CURE PALLIATIVE

 

L’assistenza in questi centri è continuativa. Di norma in quelli che vengono chiamati hospice è previsto anche il sostegno psicologico e sociale alle famiglie del malato terminale. La residenza viene intesa come una sorta di prolungamento e integrazione della propria dimora, nella quale il malato terminale può trascorrere in serenità l’ultimo periodo di vita. I malati terminali non vengono sottoposti  a cure invasive, ma a quella che è conosciuta come “terapia del dolore”.
 

La richiesta per essere ospitati all’interno di strutture di questo tipo deve provenire dal medico di famiglia o dal reparto di oncologia presso cui è ricoverata la persona. Il numero di posti a disposizione è solitamente limitato e per questo esiste una lista di attesa da rispettare. In alcuni casi i tempi possono variare tra i 30 e i 60 giorni, ma ci sono situazioni nelle quali l’attesa supera le previsioni di vita della persona, spesso anziana.

 

L'ASSISTENZA DOMICILIARE PER MALATI TERMINALI

 

L’alternativa migliore ai centri residenziali o hospice per malati terminali è rappresentata dall’assistenza domiciliare privata, spesso svolta da una badante convivente. La persona alla quale è stata diagnosticata una malattia incurabile, infatti, è spesso un anziano. Una persona che per 60, 70 o più anni è stata abituata a vivere in autonomia, nella propria casa. Un trasferimento in un momento così delicato potrebbe rappresentare un trauma insuperabile.

 

Sono moltissime le persone anziane che desiderano spegnersi in serenità tra le proprie mura domestiche. Una casa, con i suoi ricordi e l’investimento affettivo riposto negli anni, ha un valore emotivo fondamentale nel momento della malattia. Le cure palliative più all’avanguardia prevedono infatti un’assistenza domiciliare per malati terminali.

 

Lassistenza ai malati terminali anziani può essere erogata presso il proprio domicilio da personale esperto e qualificato, coinvolgendo figure come badanti a tempo pieno e infermieri professionisti. Assumere una badante però non è una scelta facile. Il primo ostacolo da superare è la fiducia. Come fidarsi di una badante che si troverà ad assistere la persona a noi cara, che entrerà nella sua intimità e vivrà sotto lo stesso tetto?

 

Per assumere una badante è necessario rivolgersi a un professionista. Non possiamo assumere una persona a caso, ma occorre selezionare le professioniste più qualificate e fidate. Se la qualità di vita è ciò che conta nei suoi ultimi frangenti per una persona gravemente malata, allora l’assistenza domiciliare è la miglior risposta alle sue esigenze.

 

Leggi tutti gli articoli della rubrica SafeCare24 Assistenza Anziani.



A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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