Bisfenolo e malattie metaboliche
Bisfenolo e malattie metaboliche
Studi in modelli animali e in vitro dimostrano i potenziali effetti nocivi del bisfenolo a (BPA) anche se non vi sono prove epidemiologiche che l’assorbimento passivo di EDC dall’ambiente sia collegato all’aumento allarmante del diabete e dell’obesità.
Vi sono anche prove di esposizione a inquinanti organici persistenti (POP). Il tessuto adiposo bianco rappresenta un serbatoio di inquinanti ambientali lipofili quelli resistenti alla degradazione biologica e chimica, i cosiddetti POP. Alcuni di questi inquinanti organici persistenti, come diossine, furani, policlorobifenili (PCB) e pesticidi organoclorurati, sono stati associati con il diabete e la maggior parte dei componenti della sindrome metabolica in vari studi cross-sezionali. Tale associazione si basa in parte su numerosi studi epidemiologici sulla γ-glutamiltransferasi (γGT), la cui concentrazione nel siero può dipendere anche dalla quantità di coniugati del glutatione che si formano durante il metabolismo degli xenobiotici, Alcuni autori hanno proposto che l’associazione fra livelli di γGT nel siero con il diabete di tipo 2 rispecchia l’esposizione ai POP e che I POP interagiscono con l’obesità di tipo 2 per causare il diabete.Per quanto riguarda la potenziale azione dannosa del BPA, un importante studio epidemiologico è stato recentemente pubblicato, in cui è stata dimostrata una relazione significativa tra la concentrazione di BPA nelle urine e diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e alterazioni degli enzimi epatici. E'il prima studio che conferma gli effetti negativi del BPA sugli esseri umani, in particolare gli effetti sulla omeostasi drll’insulina e gli enzimi epatici riportati in precedenza in modelli animali.
I dati a nostra disposizione dimostrano che gli interferenti ambientali, in particolare BPA, sono coinvolti nella riacutizzazione e nell’accelerazione dello sviluppo del diabete tipo 2. Nell’uomo adulto, vi sono prove epidemiologiche che il BPA sia un importante fattore di rischio per il diabete di tipo 2. Inoltre vi sono correlazioni causali tra esposizione al BPA e insulino-resistenza, alterazioni nella biosintesi e secrezione di insulina nelle β-cellule adulte di topo maschio e decremento di adiponectina negli adipociti umani. L’insulino-resistenza e la diminuzione dei livelli di adiponectina sono entrambi importanti fattori di rischio che contribuiscono allo sviluppo del diabete di tipo 2, soprattutto nei soggetti con una predisposizione genetica all’insufficienza β-cellulare.
www.studiomedicocirolla.it
Prof.ssa Virginia A.Cirolla
MD,PhD in Experimental And Clinical Research Methodology in Oncology Department of Medical and Surgical Sciences and Translational Medicine "Sapienza" University of Rome
National President A.I.S.M.O. ONLUS
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