Cardiopatia ischemica
Cos'è e qual è la causa della cardiopatia ischemica
Ischemia significa ridotto apporto di sangue ad un tessuto. Un'ischemia può infatti interessare altri distretti, oltre al cuore: il cervello, il rene, gli arti inferiori, ecc...
Cos'e' la cardiopatia ischemica?
Ischemia significa ridotto apporto di sangue ad un tessuto. Un'ischemia può infatti interessare altri distretti, oltre al cuore: il cervello, il rene, gli arti inferiori, ecc...
Le coronarie, quando si ammalano, possono ridurre tale apporto di sangue temporaneamente, provocando dei dolori al petto per alcuni minuti (ANGINA PECTORIS); oppure definitivamente, provocando dolori piu' prolungati, con conseguente danno irreversibile del muscolo cardiaco (INFARTO MIOCARDICO). In quest'ultimo caso le cellule morte verranno sostituite da una cicatrice, che ovviamente non sara' piu' in grado di contrarsi.
Molto spesso gli episodi ischemici decorrono senza causare disturbi (ISCHEMIA SILENTE), ma possono venire evidenziati con particolari esami da parte del cardiologo (Test da sforzo, Holter, Ecocardiogramma con stress farmacologico, Scintigrafia miocardica).
Qual e' la malattia che colpisce le coronarie?
Tale malattia e' l'ARTERIOSCLEROSI (o ATEROSCLEROSI, che dal punto di vista pratico possiamo considerare sinonimi), cioe' la perdita di elasticita' della parete e la formazione di incrostazioni al suo interno, che ne riducono il diametro (STENOSI CORONARICHE).
Queste incrostazioni possono predisporre alla formazione di coaguli di sangue, detti TROMBI, che occludendo improvvisamente, in parte o totalmente, il vaso sanguigno, aggravano la malattia portando all'infarto; cioe' alla morte di quelle cellule che non ricevono piu' l'ossigeno necessario al loro funzionamento.
Qual è la causa dell'arteriosclerosi?
L'arteriosclerosi e' una malattia in gran parte ancora sconosciuta. Tuttavia la ricerca scientifica ha permesso di individuare alcuni fattori che possono facilitare la sua comparsa ed accelerarne l'aggravamento. Essi costituiscono i FATTORI DI RISCHIO e possono venire distinti in:
FATTORI DI RISCHIO NON MODIFICABILI
1) SESSO MASCHILE. I maschi vanno incontro piu' frequentemente e piu' precocemente all'aterosclerosi.
2) ETA'. Con l'avanzare dell'eta' aumentano le probabilità di ammalarsi. Nelle donne ciò avviene soprattutto dopo la menopausa.
3) FAMILIARITA'. Alcune famiglie sono piu' predisposte di altre.
FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI
Sono piu' importanti perche' su di essi possiamo agire per cercare di prevenire o ritardare la comparsa della malattia:
1) IPERTENSIONE ARTERIOSA. E' molto frequente e purtroppo poco curata. Il paziente che ne e' affetto abitualmente non accusa nessun disturbo per cui o non sa di averla o e' restio ad iniziare un trattamento ("perche' devo sottopormi a diete o assumere farmaci se sto bene?").
Niente di piu' sbagliato!
E' oramai ampiamente dimostrato che ridurre la pressione arteriosa con opportune modificazioni dello stile di vita e con farmaci, riduce sensibilmente le complicanze e le morti causate da questa malattia.
2) IPERCOLESTEROLEMIA. Puo' essere legata ad una alterazione del metabolismo di natura genetica o ad errori nella dieta.
Si distingue un colesterolo "buono" (HDL-colesterolo) che e' lo "spazzino" delle arterie, cioè quello che protegge le arterie dall'arteriosclerosi, ed un colesterolo "cattivo" (LDL-colesterolo) che invece la favorisce.
I livelli "desiderabili" di colesterolo totale devono essere inferiori ai 200 mg/dl, quelli di HDL-colesterolo superiori a 35 mg/dl e quelli di LDL-colesterolo al di sotto di 130 mg/dl. I soggetti con valori compresi tra i 200 e i 239 mg/dl sono considerati a "rischio moderato", mentre quelli con valori superiori ai 240 mg/dl, a "rischio elevato".
Recenti studi hanno inequivocabilmente dimostrato che l'abbassamento del colesterolo, con alcuni farmaci, riduce la mortalita' da cardiopatia ischemica e le sue complicanze, sia nei soggetti gia' affetti da tale malattia (prevenzione secondaria) che in quelli ancora apparentemente sani (prevenzione primaria).
E' chiaro tuttavia che un'adeguata igiene di vita (alimentazione corretta ed attività fisica regolare) puo' evitare, in molti casi, l'assunzione di farmaci.
3) FUMO DI SIGARETTA. Sono oramai ampiamente noti gli effetti nocivi del fumo: bronchite cronica, tumore del polmone ed aterosclerosi solo per citare i piu' importanti. Negli Stati Uniti infatti, è stato stimato che i decessi per fumo siano più di 434.000 ogni anno!!
Molte sono le sostanze contenute nel tabacco: la nicotina (provoca lo spasmo delle arterie, aumenta la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa), l'ossido di carbonio (si lega ai globuli rossi contrastando il trasporto dell'ossigeno) ed altre sostanze cancerogene.
La nocivita' aumenta proporzionalmente al numero di sigarette fumate: chi fuma 1 pacchetto di sigarette al giorno ha un rischio 3-3,5 volte superiore di andare incontro ad un infarto miocardico rispetto ai non fumatori.
Chi continua a fumare dopo un infarto ha una mortalita' 3 volte superiore.
Anche il fumo passivo, cioe' quello inalato in ambienti saturi di fumo, per la presenza di altri fumatori, e' dannoso alla nostra salute.
4) DIABETE MELLITO. Se non sono curati bene, con la dieta e con i farmaci quando necessario, gli elevati valori di zucchero nel sangue (glicemia) aumentano notevolmente i danni a livello delle arterie (50% di probabilità in più di sviluppare una cardiopatia ischemica).Esistono delle situazioni in cui la glicemia a digiuno è normale ma aumenta considerevolmente dopo un carico di zucchero assunto con il cibo. Questa situazione viene definita come "intolleranza agli idrati del carbonio", una sorta di pre-diabete, e puo' essere scoperta misurando la glicemia dopo aver somministrato al paziente una quantità nota di zucchero (curva da carico con glucosio).
5) OBESITA'. Pur non essendo un fattore di rischio indipendente, l'obesita' predispone all'ipertensione arteriosa, all'ipercolesterolemia, al diabete, ecc...
6) SEDENTARIETA'. Chi non pratica un'attivita' fisica moderata e regolare favorisce l'obesita', l'aumento del colesterolo totale, dei trigliceridi, della glicemia e della pressione arteriosa. Inoltre nei soggetti fisicamente attivi l'HDL-colesterolo, cioe' il colesterolo buono, aumenta.
7) STRESS. Da tempo e' stato rilevato che i soggetti piu' a rischio di eventi coronarici, sono quelli che vivono in uno stato di continua tensione emotiva, ansieta', arrivismo; soprattutto se associato a frustrazioni, a mancato raggiungimento degli obiettivi che si sono imposti nella carriera e nel proprio stato sociale.La probabilita' di ammalarsi nel corso degli anni, aumenta notevolmente se un soggetto ha più fattori di rischio.
Come prevenire la comparsa o l'aggravamento della cardiopatia ischemica?
La cura migliore è la prevenzione della malattia, cioè intervenire prima che questa si manifesti (PREVENZIONE PRIMARIA)! Purtroppo solo dopo aver maltrattato per tanti anni il nostro cuore, a malattia gia' comparsa, ci rendiamo conto di dover modificare il nostro stile di vita. In quest'ultimo caso è fondamentale cercare di arrestare o rallentare l’evoluzione dell'aterosclerosi coronarica (PREVENZIONE SECONDARIA). Come? La risposta è semplice: bisogna correggere tutti i fattori di rischio precedentemente descritti!Vediamo in che modo! 1) IPERTENSIONE Bisogna ridurre l'apporto di sale ed aumentare quello del potassio con la dieta. Utili sono i prodotti sostitutivi del sale (non abusare!) presenti in commercio, in quanto generalmente ricchi anche di potassio, che puo' proteggere dallo sviluppo dell'ipertensione arteriosa. Il caffe' puo' aumentare la pressione arteriosa "in acuto", ma nell'assunzione cronica questo effetto tende a scomparire. Per tale motivo, se non ci sono altre controindicazioni, generalmente non è necessario ridurre in modo particolare la sua assunzione. E' molto importante invece, ridurre il peso corporeo, se in eccesso, e moderare l'assunzione di alcolici (non superare 1/4-1/2 litro di vino, 3/4 di litro di birra, o 60 grammi di whisky puro al giorno). Aglio e Cipolla in studi effettuati, non hanno dimostrato alcun effetto. Seguire attentamente le prescrizioni del medico! La terapia dell'ipertensione è, infatti, una terapia cronica. 2) IPERCOLESTEROLEMIA Ridurre l'apporto di grassi ed il peso corporeo! Aumentare l'apporto di fibre! Aumentare l'attivita' fisica! Più avanti potrete trovare altri consigli sull'alimentazione. 3) FUMO Almeno il 60-70% di tutti i fumatori dice di voler smettere ed il 50% di essi tenta di farlo.L'abolizione del fumo è l'unico metodo sicuro! Ridurre il numero di sigarette od usare sigarette piu' "leggere" puo' essere solo una tappa intermedia per i forti fumatori. Il fumo dei sigari e della pipa (non inalato!) puo' essere, in alcuni casi, un'alternativa per gli "irriducibili". Tuttavia il fumo dei sigari e della pipa è piu' forte di quello delle sigarette, e se inalato aumenta anche la quantità di catrame che si deposita nei polmoni. Come fare a smettere? Si possono utilizzare vari metodi di sostegno, quali l'agopuntura o i cerotti di nicotina, ma se non si è adeguatamente motivati, l'insuccesso è probabile. Una buona dose di forza di volontà, motivazione e costanza ci permetteranno più facilmente di raggiungere il risultato! 4) DIABETE MELLITO Nei casi piu' lievi puo' essere sufficiente ridurre il peso corporeo e gli zuccheri con la dieta. Negli altri casi bisognera' seguire le prescrizioni del proprio medico curante o dei medici che operano nei Centri Antidiabetici. 5) OBESITA' dev'essere corretta attraverso la dieta e l'attività fisica. Non servono digiuni o diete drastiche: importante è la forza di volontà nel seguire con costanza alcuni comportamenti nella propria alimentazione (come vedremo piu' avanti). Evitare i farmaci, ma chiedere aiuto ad un dietologo, che potra' correggere i vostri errori alimentari ed aiutarvi a raggiungere il peso ottimale. Volete sapere se il vostro peso attuale è ottimale oppure no? Calcolate il vostro BMI (cioè l'indice di massa corporea), dividendo il peso corporeo (Kg) per l'altezza (metri) elevata al quadrato (Kg/metro2). Se il valore ottenuto è compreso tra 20 e 25 (18,7 e 23,8 per le donne) siete nella norma, se compreso tra 25,1 e 30 (23,9 e 28,6 per le donne) siete in SOVRAPPESO, se compreso tra 30,1 e 40 (28,7 e 40 per le donne) siete OBESI, se superiore a 40 la vostra è un' OBESITA' GRAVE. 6) SEDENTARIETA' Un'attivita' fisica regolare produce effetti benefici sui grassi del sangue (riduce il colesterolo "cattivo" ed aumenta quello "buono", riduce i trigliceridi), favorisce il calo del peso corporeo, della pressione arteriosa e dello stress.Nei soggetti sani è molto utile nella prevenzione primaria, mentre nei soggetti con cardiopatia ischemica (dopo adeguata valutazione da parte del cardiologo) ha un effetto benefico sull'apparato cardiovascolare. La pratica delle attività sportive deve essere sicuramente incoraggiata, tenendo presente alcuni punti fondamentali: - preferire le attività di tipo aerobico o dinamico, cioè quelle attività che impegnano il maggior numero di muscoli per un periodo abbastanza lungo, con uno sforzo moderato; - deve essere continuativa e non saltuaria, preferibilmente 3-4 volte alla settimana; - la durata di ogni seduta dev'essere di 30-60 minuti; - ogni seduta deve iniziare con un periodo di riscaldamento, cioe' con un basso livello di sforzo, della durata di alcuni minuti; - non sospendere lo sforzo bruscamente, ma prevedere un periodo di defaticamento; - nei soggetti affetti da cardiopatia ischemica la durata e l'intensità dello sforzo devono essere concordate con il proprio cardiologo, dopo una valutazione della propria situazione cardiocircolatoria, come vedremo piu' avanti. 7) STRESS Lo stress è il risultato dei problemi che incontriamo quotidianamente (il superlavoro, i conflitti familiari e/o lavorativi, le difficoltà finanziarie, ecc...) e della nostra reazione psicologica a tali problemi. E' molto difficile agire sul primo fattore, mentre si deve tentare di modificare la nostra percezione degli avvenimenti ed il modo con cui reagiamo ad essi.
Quali disturbi puo' provocare la cardiopatia ischemica?
L'aterosclerosi delle coronarie inizia spesso gia' nei primi anni di vita. Per fortuna la sua evoluzione e' molto lenta, ma puo' essere accelerata dai fattori di rischio precedentemente analizzati.
Quando l'entita' dell' ostruzione coronarica ha raggiunto una determinata gravità compaiono i primi segni di ischemia, cioe' di ridotto apporto di sangue ad una parte del nostro muscolo cardiaco. Come abbiamo gia' visto, in molti soggetti, non compaiono disturbi significativi: il cuore soffre in silenzio! Manca cioè quel "campanello d'allarme" che è il dolore (ISCHEMIA SILENTE).E' questo infatti uno dei motivi per cui quando si vuole iniziare un'attivita' sportiva intensa (soprattutto per i soggetti sedentari e di una certa età), e' consigliabile sottoporsi ad una visita cardiologica. Il cardiologo potrà poi richiedere altri esami.
Molto spesso pero' il cuore fa "sentire" la sua sofferenza: compare cioe' l'ANGINA PECTORIS!
Quali sono i sintomi?
Angina pectoris significa dolore al petto, ma il dolore puo' presentarsi sotto diverse forme:
- piu' spesso inizia al centro del petto, sotto forma di oppressione, di bruciore o di costrizione; aumenta progressivamente sino a raggiungere la sua massima intensita' e quindi si riduce per scomparire nel giro di alcuni minuti;
- puo' propagarsi al collo, alla mandibola, alle spalle, alle braccia, all'epigastrio (cioe' a quella zona posta subito al di sotto dello sterno, dove si trova lo stomaco) o al dorso. Talvolta il dolore può localizzarsi unicamente in queste sedi;
- puo' provocare sudorazione fredda, debolezza marcata, mancanza di respiro e palpitazioni;
- talora puo' essere confuso con un'indigestione per la comparsa di nausea e vomito.
Quanti tipi di Angina Pectoris ci sono?
- L'angina puo' manifestarsi durante uno sforzo (ANGINA DA SFORZO) perchè il muscolo cardiaco sottoposto ad un superlavoro necessita di un maggior apporto di ossigeno, ma l'ostruzione coronarica impedisce al sangue di passare oltre una certa quantità. Solitamente il dolore compare sempre per la stessa intensità e tipo di sforzo, per cui il paziente che ne è affetto impara a limitare le proprie attività prevenendo il dolore. Alcune circostanze tuttavia possono far variare lo soglia di comparsa del sintomo; ad esempio uno sforzo eseguito dopo il pasto, quando il cuore è già al lavoro per aumentare il flusso di sangue all'intestino. Oppure in presenza di basse temperature esterne che provocano, a parità di sforzo, un maggior incremento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca. Infine anche una forte emozione od il rapporto sessuale possono, per gli stessi motivi, scatenare una crisi anginosa.
- La sintomatologia anginosa puo' comparire a riposo o nel sonno (ANGINA SPONTANEA). In questo caso il flusso di sangue nelle coronarie puo' essere ostacolato da una contrazione temporanea, detta "spasmo delle arterie coronariche", che riduce ulteriormente il diametro interno della coronaria. In altri casi la causa puo' essere la rottura della placca aterosclerotica, che attivando il processo della coagulazione, porta alla formazione di un trombo che ostacola il passaggio di sangue, pur non arrivando alla occlusione completa, come avviene nell'infarto.
- La sintomatologia puo' presentarsi nello stesso soggetto sia durante lo sforzo che a riposo (ANGINA MISTA).
Come si può vedere i disturbi non sono sempre uguali, né sempre caratteristici. In questi casi bisogna parlarne subito al proprio medico curante od al proprio cardiologo, che vi potranno tranquillizzare individuando un'origine diversa dei sintomi oppure consigliarvi alcuni esami per identificarne la causa. Bisogna sapere inoltre che per una diagnosi esatta e' molto importante eseguire un elettrocardiogramma (ECG) durante la sintomatologia, in quanto la sua esecuzione anche solo pochi minuti dopo la sua scomparsa puo' mostrare un tracciato completamente normale.
Cosa succede in caso di INFARTO MIOCARDICO?
Come abbiamo visto in precedenza l'infarto è causato dall'improvvisa chiusura di una coronaria da parte di un trombo, che interrompe completamente il flusso di sangue. A seconda della sede in cui avviene tale occlusione il danno sara' di entità diversa.
I sintomi saranno gli stessi dell'angina pectoris, ma con dolore generalmente piu' prolungato (alcune ore piu' spesso) ed intenso. Cosa fare in questi casi? E' completamente inutile, anzi pericoloso, perdere tempo cercando il medico curante (spesso difficilmente rintracciabile in tempi brevissimi) od attardarsi nell'attesa che il dolore receda con un thè, una camomilla o con un antidolorifico! Se il paziente sa gia' di essere affetto da una cardiopatia ischemica deve assumere un farmaco da sciogliere sotto la lingua (CARVASIN 5 mg 1 compressa, TRINITRINA 1 perla da masticare e polverizzare, lasciandola sotto lingua oppure utilizzare uno spruzzo di NATISPRAY) per verificare se la sintomatologia recede rapidamente (pochi minuti). La somministrazione puo' essere ripetuta dopo 10 minuti circa, ma comunque non e' mai opportuno aspettare oltre i 20 minuti (se la sintomatologia recede in pochi minuti probabilmente si trattava di una crisi anginosa e non di infarto miocardico acuto: è opportuno comunque avvisare prontamente il proprio medico curante od il proprio cardiologo). Se dopo tale intervallo di tempo il dolore non è cessato, bisogna farsi accompagnare con l'ambulanza o l'auto all'Ospedale.
I recenti importanti progressi nel trattamento dell'infarto miocardico hanno inequivocabilmente dimostrato infatti, l'utilità di un rapido ricovero in un'Unità di Cura Intensiva Coronarica (UCIC), ove sara' possibile effettuare un trattamento per poter sciogliere il trombo (terapia trombolitica), riducendo così i danni causati dall'occlusione coronarica. I risultati migliori si ottengono quando il trattamento viene effettuato entro 1 ora dall'inizio dei sintomi.
Bisogna pertanto recarsi al piu' presto al Pronto Soccorso piu' vicino! Qui sara' possibile eseguire un elettrocardiogramma, per arrivare ad una diagnosi esatta. Una recente indagine condotta in tutta Italia ha dimostrato che circa il 40% degli infartuati arriva in UCIC dopo 6 ore dall'esordio dei sintomi e cioe' spesso troppo tardi per ottenere un buon risultato dalla terapia. Il motivo principale di tale ritardo è dovuto proprio al tempo che impiega il paziente a decidersi prima di recarsi al Pronto Soccorso.
Come si cura l'INFARTO MIOCARDICO?
In caso di infarto miocardico, certo o sospetto, il paziente viene ricoverato in un particolare reparto con attrezzature e personale qualificato per la cura degli "attacchi di cuore" , chiamato Unità di Cura Intensiva Coronarica (UCIC o UTIC). In realtà in questo reparto sono ricoverati non solo i pazienti con infarto, ma anche con particolari forme a rischio di angina (ANGINA INSTABILE), con alterazioni del battito cardiaco pericolose (ARITMIE), con gravi incapacità di pompa del cuore (SCOMPENSO CARDIACO) od altre malattie che possono venire prontamente individuate e curate. In questo reparto il paziente viene controllato 24 ore su 24 per mezzo di elettrodi applicati sul torace, che permettono di controllare l'elettrocardiogramma sui monitor e predisporre gli allarmi per evidenziare prontamente eventuali aritmie. Quest'ultime sono piu' frequenti nelle prime ore, mettendo talora a rischio la vita del paziente, se non curate prontamente. Viene eseguito un ecocardiogramma e sono misurati frequentemente altri parametri quali la pressione arteriosa, il respiro, la quantità di urine emesse, ecc... Vengono eseguiti, infine, piu' esami del sangue nel corso della giornata, per misurare la quantità di enzimi cardiaci, cioè di quelle sostanze liberate dalle cellule che vanno incontro a morte. Questo permette sia di confermare la diagnosi di infarto, sia di stimare l'entità del danno subito. Il trattamento prevede l'utilizzo di vari farmaci, in particolare gli agenti trombolitici, della cui importanza abbiamo già parlato in precedenza. Superata la fase acuta della malattia il paziente viene trasferito dopo 4-5 giorni in un reparto di terapia post-intensiva, dove inizia la deambulazione e dove viene sottoposto ad ulteriori esami.
Dott. Roberto Carlon
http://space.tin.it/salute/fruca