Inibitori della farnesil transferasi

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Inibitori della farnesil transferasi

18-08-2011 - scritto da Prof.ssa Virginia A. Cirolla

L'enzima permette di interrompere l'attività della proteina ras che risulta coinvolta nello sviluppo di numerosi tumori maligni.

I geni della famiglia ras (H-ras, K-ras, N-ras) sono attivi nelle cellule animali e codificano per proteine (ras) che mediano la trasmissione dei messaggi, capaci di indirizzare la cellula verso la proliferazione.



Tali

messaggi originano dai recettori che legano l'Epidermal growth

factor (EGF), il Platelet derived growth factor (PDGF), il Granulocyte

macrofage-colony stimulating factor (GM-CSF) e le interleukine IL-2 e

IL-3. Questo legame produce la conversione della forma inattiva di

ras (ras-GDP legato alla membrana citoplasmatica) nella forma

attivata (ras-GTP). Segue l'attivazione a valle delle proteine raf/MAPK,

MEKK, degli attivatori trascrizionali nucleari, che inducono lo stimolo

proliferativo. L'oncoproteina ras, attraverso l'attivazione

dell'effettore Rho, agisce anche sul citoscheletro. Le modificazioni

post-translazionali necessarie all'attivazione di ras avvengono nel

citosol prima dell'ancoraggio alla superficie interna della membrana

citoplasmatica. Queste modificazioni prevedono la «prenilazione» di

ras, cioè il trasferimento di un gruppo isoprenoide farnesilico (C15)

dal farnesildifosfato (FPP) all'atomo di zolfo della cisteina del

tertrapeptide CAAX carbossiterminale di ras. L'enzima necessario

per questo processo è la farnesil transferasi.

Le mutazioni a carico dell'oncogene ras sono rilevabili in circa il 30%

dei tumori solidi. Casistiche riguardanti adenocarcinomi del colon,

del pancreas e del polmone riportano alterazioni di K-ras fino al 90%,

con implicazioni fondamentali nei processi di tumorigenesi. Il

concetto fondamentale è che le oncoproteine ras attivate sono in

grado di eludere il controllo inibitorio delle GTPasi. Le cellule tumorali

rimangono così in un perenne stato proliferativo. Poiché il processo

di farnesilazione risulta fondamentale nell'attività delle oncoproteine

ras, l'inibizione specifica della farnesil transferasi è una strategia

terapeutica potenzialmente efficace. Inoltre permetterebbe di agire

con le funzioni delle cellule tumorali senza influenzare le cellule

normali.

Gli inibitori della farnesil transferasi possono essere così suddivisi:

a) composti strutturalmente analoghi al farnesildifosfato (FPP); b)

composti analoghi al tetrapeptide CAAX o peptidomimetici (forme

petidiche e non peptidiche); c) inibitori bi-substrato che combinano

entrambe le caratteristiche. Gli studi preclinici iniziali impiegavano

agenti naturali, ottenuti dagli Streptomices, analoghi del FPP.

Manumicina o UCF1-C, studiati mediante la tecnica degli

xenotrapianti hanno prodotto un'inibizione della crescita di

fibrosarcomi e carcinomi del pancreas con mutazioni di K-ras in

modelli animali. Prodotti di sintesi come i tetrapeptidi contengono

modificazioni aminoacidi che a livello del box CAAX o l'aggiunta di un

residuo aromatico. Alcuni di questi hanno documentato un'efficace

inibizione della crescita di tumori spontanei della mammella e delle

ghiandole salivari nei topi transgenici. Sono attualmente in studio

nuovi composti imidazolici CAAX-peptidomimetici non-peptidici dotati

di potente azione inibitrice e somministrabili per os. Gli esperimenti

nei modelli animali dimostrano sinergismo ed effetti additivi con

chemioterapici e radioterapia suggerendo che ras potrebbe non

essere il solo ed esclusivo target degli inibitori della farnesil

transferasi.

In ambito clinico sono stati impiegati solo inibitori della farnesil

transferasi non peptidomimetici. Studi di fase I/II mostrano che le

tossicità prevalenti di questi composti sono quella sul sistema

emopoietico, quella gastroenterica (nausea/vomito o diarrea) e

l'astenia. L'efficacia antitumorale sembra legata all'infusione

continua del farmaco. In quattro studi di fase I è stata rilevata una

risposta parziale in un cancro del polmone NSCLC. Recentemente,

anche prodotti somministrabili per os, R115777 in particolare, hanno

indotto risposte parziali in pazienti con cancro del polmone NSCLC e

stabilità di malattia con riduzione del CEA in pazienti con cancro del

colon. Sembrerebbe razionale condurre la sperimentazione con

inibitori della farnesil transferasi limitatamente ai pazienti portatori di

neoplasie caratterizzate da alterazioni/mutazioni dell'oncogene ras.

Nelle esperienze finora riportate lo status muazionale di ras non ha

però permesso di predire l'attività antitumorale di questi agenti



Studio Medico Cirolla
Categorie correlate:

Malattie, cure, ricerca medica




Prof.ssa Virginia A.Cirolla
MD,PhD in Experimental And Clinical Research Methodology in Oncology Department of Medical and Surgical Sciences and Translational Medicine "Sapienza" University of Rome
National President A.I.S.M.O. ONLUS
www.studiomedicocirolla.it
www.aismo.it

Profilo del medico - Prof.ssa Virginia A. Cirolla

Nome:
Virginia Angela Cirolla
Comune:
ROMA
Telefono:
0645477448 3396769115, 3930944388, 3335230409
Azienda:
A.I.S.M.O. ONLUS
Professione:
Ricercatore
Posizione:
PRESIDENTE NAZIONALE
Occupazione:
MEDICO CHIRURGO SENOLOGO/TITOLARE CENTRO DI FORMAZIONE ANFOS/DIRETTORE SANITARIO A.I.S.M.O. ONLUS
Specializzazione:
Oncologia Medica, Medicina alternativa, Chirurgia generale, Perf in Ecografia, Senologia, Master Format. ANFOS, Master Agopuntura, Dottorato Ricerca Oncologica
Contatti/Profili social:
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