Ossigeno–ozonoterapia nel trattamento dell'ernia discale

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Ossigeno–ozonoterapia nel trattamento dell'ernia discale

07-11-2013 - scritto da Dr. Francesco Cosentino

L'utilizzo e l'efficacia dell'ozonoterapia in ambito ortopedico per il trattamento dell'ernia del disco

Efficacia e sicurezza dell'ozonoterapia in caso di ernia discali

Cos’è il disco intervertebrale?
Il disco invertebrale è un cuscinetto idraulico costituito perifericamente da un anello fibro-cartilagineo di contenimento detto anulus, e all’interno da una sostanza gelatinosa chiamata nucleo polposo (per l’85% formato da acqua) che conferisce al disco la sua azione idraulica.

Il nucleo polposo ha il compito di ammortizzare e distribuire a tutto il disco le sollecitazioni ricevute e di consentire il movimento tra le vertebra adiacenti.

Vertebre e dischi sono protetti anteriormente da un legamento chiamato legamento longitudinale anteriore (molto resistente) e posteriormente dal legamento longitudinale posteriore (poco resistente).

Il nucleo polposo non risulta innervato, nè vascolarizzato, e comincia a disidratarsi sin dall’età di 30 anni. L’anulus perifericamente invece è innervato.

L'ernia discale: quando si forma e cosa comporta?
Quando l’erniazione del nucleo polposo è contenuta da fibre integre dell’anulus, o dal legamento longitudinale posteriore, si forma una protuberanza in fuori nel punti di emergenza di un nervo spinale: parleremo in questo caso di ernia discale contenuta (o prolasso contenuto).

Quando invece si ha la rottura dell’anello fibroso con erniazione del nucleo polposo che va ad estendersi nel canale spinale comprimendo le fibre nervose irritandole all’inizio e danneggiandole successivamente, parleremo di ernia discale vera e propria (o prolasso discale con sequestro).



L’ernia discale consiste quindi nella migrazione del nucleo polposo del disco intervertebrale che, per fenomeni degenerativi o per cause di natura meccanica quali le patologie posturali, si fa strada attraverso fissurazioni dell’anello fibroso, erniando posteriormente attraverso il legamento longitudinale posteriore nella maggior parte dei casi, in quanto il legamento longitudinale anteriore risulta più resistente.



Il trattamento dell'ernia discale con l'ozonoterapia

Nelle ernie discali l’ozono, una volta introdotto nel disco, a causa della sua instabilità, si decompone (Ozonolisi) innescando una cascata reattiva con produzione di composti dotati di elevato potere ossidante denominati ROS (Reactive Oxygen Species).

I ROS, diffondendo, provocano l’ossidazione dei vari substrati presenti nel nucleo discale, soprattutto mucopolisaccaridi, con perdita del contenuto acquoso (essicazione dell’ernia discale). Questo comporta una riduzione volumetrica del disco intervertebrale con risoluzione, per effetto decompressivo, del sottostante conflitto disco–radicolare.

Inoltre l'ozono riattiva il flusso sanguigno favorendo anche la formazione di nuovi vasi, riducendo non soltanto l’infiammazione attorno al nervo responsabile del dolore, ma attivando anche i fibroblasti, cellule in grado di riparare i tessuti lesi. In ultimo agisce da antiinfiammatorio, bloccando la sintesi di sostanze pro-infiammatorie come le Prostaglandine.

Ozonoterapia: la metodica utilizzata per il trattamento dell'ernia discale
Si procede attraverso infiltrazione muscolare percutanea, grazie all’utilizzo di aghi "tarati" in base alla costituzione fisica del paziente (normopeso, sottopeso, sovrappeso, obeso) e alla sede da raggiungere, in asepsi rigorosa, in ambiente confortevole climatizzato e rilassante, individuando e segnando con matita dermografica i punti di repere cutanei (lombari o cervicali nel caso di ernie), ed iniettando la miscela gassosa lentamente, ad un volume e ad una concentrazione idonee in corrispondenza del metamero corrispondente alla discopatia (spazio discale interessato dall’ernia) oppure a livello sottostante (emergenza della radice nervosa interessata) con un numero di infiltrazioni che il Medico stabilirà osservando le immagini TAC o alla RMN.

Generalmente le ernie lombo–sacrali si localizzano a livello di L4 L5 ed L5–S1, in quanto rappresentano i punti della colonna vertebrale sottoposti a maggiore sollecitazione.

Cosa succede a livello del disco?
Il maggiore afflusso di ossigeno–ozono nella zona di infiammazione tissutale determina la scomparsa del dolore, con conseguente riduzione della sensibilizzazione delle terminazioni nervose. L’azione antiinfiammatoria invece è dovuta alla attivazione di particolari enzimi (Monoaminoossidasi e diaminoossidasi) che neutralizzano l’istamina, sostanza chimica responsabile del dolore. In questa maniera l’ozono determina la disidratazione del nucleo, riducendo la pressione intradiscale e di conseguenza la compressione della/e radice/i interessata da parte del disco. I risultati potranno essere apprezzati successivamente mediante controlli TAC o RMN.

Ozonoterapia: provoca dolore? Quante sedute occorrono? Funziona davvero?
L’insufflazione della miscela gassosa è indolore in genere, dipendendo molto dall’esperienza del Medico Specialista che esegue l’intervento. Il numero delle sedute varia a seconda della gravità della sintomatologia lamentata dal paziente e al quadro radiologico o di risonanza evidenziato, nonché dalla costanza del paziente nel rispettare rigorosamente il numero di sedute settimanali consigliate. In genere le sedute sono 2 settimanali, aumentandole in base alla gravità della sintomatologia.

L’efficacia del trattamento con O2O3 nell’ernia discale lombo–sacrale e cervicali si colloca intorno al 75–80%. Se seguito correttamente, tale trattamento è assolutamente privo di effetti collaterali, potendo permanere un eventuale senso di pesantezza nella sede d’iniezione, legato al gas che tende ad espandersi e che deve essere riassorbito. Da precisare che i migliori risultati si ottengono in pazienti ben selezionati secondo precisi criteri clinico–radiologici.

L’Ozonoterapia inoltre, abbinata alla Riprogrammazione Posturale Globale e ad una ginnastica posturale mirata, consente di stabilizzare i risultati ottenuti e di rallentare i processi degenerativi osteo–articolari.

Attenzione: l’ossigeno–ozonoterapia è una pratica medica ed in quanto tale deve essere assolutamente praticata soltanto da Medici, seguendo appositi protocolli terapeutici depositati al Ministero della Salute!
Categorie correlate:

Malattie, cure, ricerca medica




Dott. Cosentino Francesco
Medico chirurgo, esperto in Posturologia, Ossigeno–ozonoterapia, Omeopatia ed Omotossicologia, Medicina Estetica, Medicina subacquea ed Iperbarica
Consigliere per la Sicilia del C.I.E.S. Italia (College International d'ètude de la Statique) Marseille



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