Spasmofilia
Cos'è la spasmofilia, cosa comporta e come intervenire terapeuticamente
Cause e trattamento della spasmofilia
La spasmofilia e' uno stato patologico dovuto a carenza di magnesio caratterizzato dall’associazione fra i segni e i sintomi dell’eccitabilità neuromuscolare e manifestazioni psicosomatiche di nevrosi.Il termine di spasmofilia fu proposto nel 1874 da Erb, anche se due ricercatori francesi, Dauce nel 1831 e Corvisart nel 1852, avevano posto le basi di un inquadramento autonomo del quadro morboso, definito “tetania a manifestazioni spontanee di contratture muscolari”. Nei primi anni del 900 Mac Callum scoprì che alla base della tetania in corso di ipoparatiroidismo c’era l’ipocalcemia e negli anni ’40, con gli studi di Lerique, si individuarono quadri di ipereccitabilità neuromuscolare non ipocalcemici definiti “tetania latente”. Infine, nel 1959, i francesi Rosselle e De Coucker affermarono che la spasmofilia normocalcemica poteva essere secondaria anche ad ipomagnesemia.
Il magnesio nel siero esiste in tre forme differenti: il magnesio legato a proteine (30%) che non è ultrafiltrabile, il magnesio ionizzato (55%) e il magnesio complessato (15%) che è ultrafiltrabile. Il magnesio ionizzato rappresenta la frazione più importante per vari processi fisiologici, inclusi la trasmissione neuromuscolare ed il tono cardiovascolare. La concentrazione sierica del magnesio è compresa tra 1,7 e 2,6 mg/dl, senza differenze significativi nei due sessi e nelle varie età.
Il deficit di magnesio è dovuto generalmente a perdita del minerale attraverso il tratto gastroenterico ed il rene. Le cause più comuni di deficienza sono i disturbi gastrointestinali (sindrome da malassorbimento, by-pass intestinali, sindrome diarroica) i disordini renali (insufficienza renale cronica, terapia cronica parenterale, alcolismo) i disordini endocrini e metabolici (diabete mellito, ipercalcemia, iper e ipoparatiroidismo, iperaldosteronismo primitivo) e i farmaci (diuretici, ciclosporina, aminoglicosidi).
Il magnesio regola l’eccitabilità delle membrane nervose e muscolari, pertanto le manifestazioni cliniche da ipomagnesemia sono caratterizzate dalla ipereccitabilità neuromuscolare sotto forma di tetania latente o da spontanei spasmi carpo-podalici. Altri segni e sintomi includono: vertigini, atassia, nistagmo, movimenti atetosici e coreiformi, tremori e fascicolazioni muscolari, mialgie.
La spasmofilia si manifesta nei soggetti di sesso femminile (rapporto maschi/femmine 1:5) e nell’età adulta, con un massimo d’incidenza intorno ai 30 anni.
Le crisi tetaniche vere si verificano nel 20-30% dei soggetti, mentre l’ipereccitabilità neuromuscolare si manifesta in genere sotto forma di parestesie peribuccali, e di mioclonie della muscolatura palpebrale. L’habitus dello spasmofilico è astenico; il paziente presenta artromialgie diffuse spesso associate a contrattura della muscolatura paravertebrale. Frequenti sono la cefalea muscolo-tensiva, le crisi lipotimiche e le vertigini soggettive. Il paziente lamenta inoltre: crisi tachiaritmiche, costrizione toracica, bolo faringeo, dispepsia (caratterizzata da nausea e vomito e da turbe dell’alvo), pollachiuria, nicturia, riduzione della libido e dismenorrea del sesso femminile. E' stata evidenziata una maggiore incidenza del prolasso mitralico nei pazienti spasmofilici. Le caratteristiche psichiche di tali pazienti sono quelle di individui affetti da sindrome ansioso-depressiva, talvolta complicata da evidenti crisi fobico-ossessive. Obiettivamente il paziente non presenta anomalie dei vari organi ed apparati, ad eccezione di un non costante ipertono muscolare. La positività dei segni di Chovstek e di Trousseau non sono costanti e risultano positivi nel 50-80% dei casi.
Gli esami di laboratorio appaiono per lo più normali anche se possono rilevarsi riduzioni significative della magnesemia e/o del calcio ionizzato. L’elettromiografia di base risulta in genere negativa, mentre il tracciato mette in evidenza doppiette, triplette e multitriplette, se l’esame viene eseguito in corso di ischemia meccanica o in corso di iperventilazione.
La diagnosi differenziale della spasmofilia va effettuata nei confronti delle patologie caratterizzate da ipocalcemia e/o ipomagnesemia, della fibromialgia e della sindrome da fatica cronica.
La terapia si avvale della somministrazione per via orale di Sali di magnesio, in particolare dell’aspartato o del pendolato di magnesio, più assorbibili rispetto al cloruro di magnesio. La dose giornaliera dello ione si aggira intorno ai 300 mg/die, meglio se in più somministrazioni. Gli antidepressivi triciclici e le benzodiazepine non risultano efficaci nella spasmofilia poiche'tendono ad aumentare l’astenia e la facile esauribilità muscolare
Studio Medico Cirolla
Prof.ssa Virginia A.Cirolla
MD,PhD in Experimental And Clinical Research Methodology in Oncology Department of Medical and Surgical Sciences and Translational Medicine "Sapienza" University of Rome
National President A.I.S.M.O. ONLUS
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