Cos’è la terapia cognitivo comportamentale e come funziona

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Cos’è la terapia cognitivo comportamentale e come funziona

29-08-2017 - scritto da Viviana Vischi

La terapia cognitivo comportamentale per affrontare i disturbi d’ansia, depressione e non solo.

In quali casi si utilizza, come funziona la CBT e quanto dura la terapia?

 

La terapia cognitivo comportamentale (CBT - Cognitive-Behaviour Therapy) è un trattamento psicologico la cui efficacia è dimostrata scientificamente e il cui scopo è capire come una persona pensa riguardo a se stessa, agli altri e al mondo che la circonda. Questo tipo di terapia aiuta dunque a cambiare il modo in cui si pensa e di conseguenza il comportamento di una persona, con lo scopo di migliorarne lo stato emotivo.

 

A differenza di altre terapie, la CBT si concentra sul qui e ora.

 

L’approccio cognitivo comportamentale si focalizza sull’importanza delle distorsioni cognitive e della rappresentazione soggettiva della realtà nell’origine dei disturbi comportamentali ed emotivi. Per maggiori informazioni è sempre consigliabile contattare specialisti in terapia cognitivo comportamentale.

 

IN QUALI CASI SI UTILIZZA

 

Questo tipo di terapia può essere applicato a qualsiasi età e per affrontare una gran varietà di problemi. La psicoterapia cognitivo comportamentale si è dimostrata particolarmente efficace per il trattamento di:

  • Ansia
  • Depressione
  • Panico
  • Agorafobia
  • Bulimia
  • Disturbo ossessivo compulsivo
  • Disturbo da stress post-traumatico
  • Schizofrenia

 

COME FUNZIONA LA CBT

 

La terapia cognitivo comportamentale si divide in 3 fasi: valutazione, trattamento e seguimento.

 

1^ FASE: VALUTAZIONE

Durante questa fase lo psicologo si occupa di conoscere il paziente ed i suoi problemi. Potremmo definirla dunque come una fase conoscitiva. Una volta individuato il problema, il paziente viene reso cosciente del fatto in modo che possa essere consapevole del problema che lo affligge. Durante la fase di valutazione, paziente e terapeuta si accordano in merito agli obiettivi del trattamento stabilendo delle priorità.

 

2^ FASE: TRATTAMENTO

Una volta terminata la prima fase si passa al trattamento vero e proprio. Lo scopo in questa fase è applicare tecniche che possano portare ad un effettivo cambiamento del comportamento del soggetto. Le tecniche impiegate variano in base al problema, al paziente e al momento che questo sta attraversando. In qualsiasi caso la tecnica applicata viene prima stabilita con il paziente.

 

3^ FASE: SEGUIMENTO

Nell’ultima fase la distanza tra una sessione e l’altra aumenta e vengono applicate tecniche per mantenere i cambi ottenuti ed evitare ricadute. Una volta che il comportamento risulta consolidato e non ci sono ricadute la terapia si può considerare conclusa.

In alcuni casi problemi come ansia e depressione potrebbero ripresentarsi. È dunque importante continuare a praticare gli esercizi di terapia cognitivo comportamentale appresi anche nei momenti in cui la persona si sente meglio.

 

QUANTO DURA LA TERAPIA?

 

La terapia cognitivo comportamentale può durare dalle 6 settimane ai 6 mesi, dipendendo dal tipo di problema, da quali obiettivi si sono fissati e da come reagisce il paziente.

In conclusione possiamo dunque affermare che la terapia cognitivo comportamentale è un trattamento: orientato allo scopo (psicologo e terapeuta lavorano insieme definendo gli obiettivi), concreto (ha come obiettivo la risoluzione di problemi psicologici concreti) e collaborativo (terapeuta e paziente intraprendono insieme questo viaggio il cui successo dipenderà dal grado di collaborazione che si instaurerà).

Categorie correlate:

Psiche, psicologia




A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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