Il linfedema: riflessioni sulla patologia

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Il linfedema: riflessioni sulla patologia

08-09-2011 - scritto da Viviana Vischi

Il linfedema è una patologia complessa, con ripercussioni non solo sul corpo ma anche sulla psiche: conosciamola meglio

L'importanza della prevenzione di stadi più elevati e della cura continua dell’edema

Il linfedema colpisce nel profondo il concetto dell’immagine corporea, gravando sulla sfera sessuale nei suoi più intimi aspetti. In molti casi, quando per pazienti maschi sono coinvolti gli arti inferiori c’è anche l’accumunanza delle gonadi implicate nell’edematosi. Tutto ciò comporta al paziente un chiaro blocco libidico, tale energia non canalizzata in modo opportuno porta al soggetto delle turbe piuttosto ovvie, precludendo in modo pesante un buon livello di qualità di vita.
Il rapporto con l’altro sesso viene così evitato, fino a generare – per un meccanismo di difesa – odio e repulsione per la donna. Molti maschi non si sposano e non tentano neanche approcci per vergogna delle loro parti intime.
Nella donna avviene invece una deviazione sessuale che fa convogliare le proprie spinte libidiche a un altro livello, magari spostate ai figli, caricandoli di tensioni pesanti e sature di nevrosi.
Nonostante ciò, le parti intime femminili difficilmente vengono colpite – invece per quel che riguarda un grande capitolo sulla linfologia femminile, possiamo parlare di edema agli arti superiori primitivo e in modo crescente secondario (cioè dovuta a una mastectomia o una quadrectomia).
Il profilo psicologico di queste donne viene fatto da anni, ma un piccolo accenno alla aggiunta deformazione dovuta all’edema al braccio, dovrebbe mettere il personale specifico in una posizione ancora diversa.
Queste donne hanno un doppio peso: vivono l’edema come una inflizione aggiunta al loro male; come una marchiatura in più nei confronti delle loro "colleghe" oncologiche. Come se le donne si dovessero caricare di qualche peso in più, "per una giusta espiazione in questo mondo". Questo aspetto mi ha sempre molto affascinato, vedendo che anche in altre culture c’è questo aspetto fortemente masochista, che pone in una posizione ancora più bassa il livello di autostima delle pazienti.
Noto molta differenza tra una paziente con linfedema al braccio e una alla gamba con problema di pari entità. Il fatto che il braccio e la mano si vedono sempre e non li puoi nascondere con dei pantaloni, porta queste donne a un esame quotidiano e a una tensione relazionale altissima.
Sono disconosciute come esseri umani e catalogate come fenomeni da baraccone. Gli sguardi della gente scivolano via in modo veloce dall’arto colpito e per non offendere il possessore evitano di guardarle negli occhi. Questo viene captato di continuo nelle pazienti, obbligandole a freni relazionali tanto ovvi e naturali che lo scriverli mi mette quasi in imbarazzo.
Spero comunque di aver fatto riflettere il lettore, insistendo nella prevenzione di stadi più elevati e nella cura continua dell’edema.
Le persone che soffrono di linfedema sono molto spesso svogliate nel prendersi cura del proprio corpo in modo continuo, ne risulta che il gruppo famigliare gioca un ruolo molto importante nel contesto terapeutico.
L’appoggio affettivo dei famigliari, l’incoraggiamento a proseguire anche in periodi bui del paziente, il continuo sostegno psicologico, anche da parte del personale medico, sono un mix vincente, a parere mio, in una patologia cronica come quella del linfedema.

Michela Guerra


A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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