No alla povertà mestruale, sì all’uguaglianza

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No alla povertà mestruale, sì all’uguaglianza

24-05-2021 - scritto da Paola Perria e Viviana Vischi

Discriminazioni, pericoli per la salute, problemi economici che rendono difficile acquistare prodotti per la gestione delle mestruazioni: quando l’appuntamento con il ciclo diventa un problema.

Il 28 maggio, Giornata Internazionale dell’Igiene mestruale, focus sulla povertà mestruale, che limita molte donne ad acquistare ausili per il ciclo e che è più diffusa di quanto si pensi.

 

Sai già cosa farai il 28 maggio? No, non ti preoccupare se non ti viene in mente nulla. Non è il tuo compleanno (o forse sì) e neppure il tuo anniversario di matrimonio (o forse sì). Il 28 maggio è ufficialmente stata scelta come Giornata internazionale dell’igiene mestruale per iniziativa dell’Organizzazione internazionale Wash United.

 

Perché dovrebbe interessarti saperlo? Perché il 28 maggio milioni di donne in tutto il mondo probabilmente avranno le mestruazioni, e molte di loro non avranno gli strumenti adatti per affrontare questo appuntamento mensile che invece per te è da dare per scontato: non avranno assorbenti né un bagno pulito in cui cambiarsi, non avranno acqua corrente né detergenti per lavarsi. Probabilmente non avranno nemmeno la cultura e le nozioni di base per capire cosa succede al loro corpo in quei giorni e per vincere i pregiudizi di chi le circonda.

 

Allora il 28 maggio ti viene chiesto di fermarti a riflettere sul fatto che non sempre e non ovunque questo fatto fisiologico che sono le mestruazioni, e che testimonia salute e fertilità, è allo stesso modo considerato e rispettato.

 

Non è affatto ovvio, ad esempio, poterne parlare. Neppure con una madre, un’amica o una sorella.

 

Non è ovvio aprire il mobiletto del bagno e trovare un pacco di assorbenti di qualità pronti per essere utilizzati.

 

Non è ovvio avere i soldi per procurarsi questi dispositivi igienici senza i quali per 5 giorni al mese diventa difficoltoso persino uscire di casa o sbrigare le incombenze quotidiane.

 

Si chiama povertà mestruale, una condizione di cui si parla ancora poco, ma che limita molte donne ad acquistare ausili per il ciclo. Se pensi che sia circoscritta ai Paesi più arretrati, ti sbagli, perché in realtà si tratta di un fenomeno diffuso e vicino a noi, viste anche le tante difficoltà economiche del recente periodo. 1 donna su 4 negli Stati Uniti fatica finanziariamente a decidere tra l'acquisto di prodotti mestruali e pasti. Nel Regno Unito 3 ragazze su 10 faticano a permettersi o ad accedere ai prodotti mestruali. Ti sembra incredibile? Non lo è! Considerando che le donne mediamente hanno le mestruazioni per 2.281 giorni nella loro vita (per un totale di più di 6 anni), possono ritrovarsi a spendere circa 11.000 € in prodotti mestruali!

 

Ebbene, il 28 maggio si vuole ribadire il diritto delle donne – di tutte le donne del mondo -  all’uguaglianza mestruale, cioè di poter accedere a una dignitosa gestione della propria igiene mestruale. Come? Ad esempio abbassando o eliminando del tutto le tasse che molti paesi impongono sui prodotti mestruali, non riconoscendoli come beni di prima necessità. Sono sempre più i governi disponibili ad agire in tal senso. Quello italiano per ora lo ha fatto solo in parte: ancora oggi nel nostro paese i prodotti igienici femminili, come anche i pannolini per i neonati (ma non le lamette per la barba maschile!) sono sottoposti all’aliquota ordinaria del 22%. Solo sugli assorbenti biodegradabili e compostabili l’IVA è scesa al 5%: ma si tratta di una decisione dettata più da valutazioni ambientali e di sostenibilità che diretta a eliminare una disparità di genere.

 

Sono lontani i tempi in cui il ciclo era una cosa da vivere in segretezza, senza parlarne, arrangiandosi con stracci e panni da pulire e sterilizzare ogni mese con l’acqua bollente. Oggi è tutto diverso, ci sono assorbenti perfettamente sterili e privi di sostanze tossiche o potenzialmente dannose per la salute. Ci sono materie prime che garantiscono la massima traspirabilità e delicatezza. Ci sono i detergenti intimi studiati ad hoc per la pelle sensibile. Per te magari è tutto ovvio, ma non per tutte le donne è così.

 

In regioni povere dell’India e dell’Africa molte ragazze dopo il menarca smettono di andare a scuola: sono pronte per le nozze. Ma chi continua a studiare nei giorni del flusso deve stare a casa. Perché? Perché non ha assorbenti. Non sa dove acquistarli, oppure si trovano in città e negozi fuori dalla sua portata. Perché costano troppo e le esigenze familiari sono altre. E allora, in quei giorni, ci si arrangia con stracci, con carta, persino con foglie.

 

Ci sono zone del mondo in cui avere le mestruazioni è fonte di umiliazione. Ad esempio nelle nostre strade, sotto i nostri portici, nelle stazioni. Dove trovi le donne senzatetto. Anche loro sono donne. Anche loro tutti i mesi hanno le mestruazioni. E non trovano assorbenti gratis nei bagni pubblici, come invece molte attiviste e organizzazioni umanitarie stanno cercando di far diventare obbligatorio.

 

Ora hai capito perché è importante che anche tu il 28 maggio ti fermi a riflettere?



A cura di Paola Perria (Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2009, Master in Gender Equality-Strategie per l’equità di Genere con tesi sulla medicina di genere) e Viviana Vischi (Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico).
Profilo Linkedin di Paola Perria
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ATTENZIONE: le informazioni che ti proponiamo nei nostri articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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