Iniezioni intravitreali: cosa sono e a cosa servono

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Iniezioni intravitreali: cosa sono e a cosa servono

07-02-2019 - scritto da Francesca Morelli e Viviana Vischi

Iniezioni intravitreali: l'opzione terapeutica più efficace per le maculopatie.

Le maculopatie oggi fanno meno paura grazie all'opzione terapeutica delle iniezioni intravitreali. Ce ne parlano gli oculisti.

 

Sono sempre più avanzate, in termine di innovazione ma anche di miglioramento di efficacia e sicurezza, le opzioni terapeutiche per diverse forme di maculopatie. Problematiche gravi e complesse che interessano la zona centrale della retina le quali, se non diagnosticate in tempo e adeguatamente trattate, portano alla progressiva perdita della vista.

 

Le iniezioni intravitreali rappresentano l’approccio terapeutico di ultima generazione che ad oggi, sebbene non risolutivo, è riuscito davvero a modificare il profilo di queste patologie e le sorti dei pazienti che ne sono affetti, in termini di capacità visiva e miglioramento della qualità della vita.

 

Le maculopatie interessano il centro della retina

Diverse problematiche che interessano la macula hanno un fattore comune: la crescita di nuovi vasi (neovasi) dentro e sotto la retina la cui formazione viene stimolata da alcune proteine, in particolare dal Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF). La scoperta di questo elemento chiave ha fatto sì che la ricerca potesse sviluppare farmaci anti-VEGF, mirati cioè a bloccare l’azione di questo fattore di crescita, interrompendo per un periodo di tempo la comparsa di neovasi. Questi farmaci vengono impiegati in una procedura piuttosto recente: le iniezioni intravitreali.

 

Cosa sono le iniezioni intravitreali

La strategia terapeutica è spiegata dal termine: “intra”, dentro,  e “vitreali”, del corpo vitreo. La procedura prevede, infatti, l’inoculazione di piccole quantità di farmaci specifici all’interno dell’occhio, direttamente nel liquido gelatinoso (il corpo vitreo) che protegge la retina. Le iniezioni intravitreali prevedono l’utilizzo approvato di due tipologie di farmaci:

  • Gli anti-VEGF. Sono inibitori della formazione di nuovi vasi sanguigni retinici anomali indicati nel trattamento di forme di degenerazione maculare senile (DMLE), legata cioè all’età, di tipo umido o essudativo; dell’edema maculare diabetico e dell’edema causato da trombosi dei vasi retinici.
  • I cortisonici. Sono utilizzati, invece, in caso di edema maculare successivo a una trombosi dei vasi retinici e di uveite, una malattia infiammatoria dell’occhio.

 

Una procedura "protetta"

Rapide, durano all’incirca un minuto o poco più, quasi del tutto indolori fatta eccezione per un leggero fastidio al momento dell’inoculazione del farmaco, le iniezioni intravitreali vanno però eseguite in sala operatoria, cioè in un ambiente controllato e sterile, ad hoc per tutelare dal rischio di qualunque tipo di contaminazione o infezione.

 

La procedura, attuata in regime ambulatoriale, richiede una anestesia locale con colliri anestetici. La degenza è rapida; necessita solo di qualche ora di attesa post-intervento prima di potere tornare a casa accompagnati. Nei giorni successivi è richiesto di eseguire una terapia a base di colliri antibiotici e cortisonici, utili a ridurre le infiammazioni e a prevenire il rischio di infezioni, e controlli secondo le modalità prescritte dal medico.

 

L’importanza del rapporto medico-paziente

Le iniezioni intravitreali sono un trattamento efficace, soprattutto se iniziato al più presto dopo la diagnosi precoce. Ma rappresentano anche certamente una metodica invasiva, che spesso spaventa i pazienti, li scoraggia e alla lunga rischia di allontanarli dall’oculista di riferimento. E’ proprio in questi casi che il rapporto medico-paziente, la fiducia e il dialogo sincero diventano davvero fondamentali. Ecco la riflessione della Dott.ssa Daniela Bacherini, Oculista Dirigente Medico di 1° livello dell’Ospedale di Livorno.

 

Video intervista alla Dott.ssa Daniela Bacherini, Oculista Dirigente Medico di 1° livello dell’Ospedale di Livorno.

 

Effetti collaterali delle iniezioni intravitreali

Sono da preventivare, come per qualsiasi altro tipo di intervento, alcuni possibili rischi, seppure rari, legati alla procedura stessa o al post-iniezione. Questi possono includere: un aumento della pressione intraoculare, mal di testa, infiammazioni dell’occhio, distacco di vitreo, emorragia retinica con sanguinamento della parte posteriore dell'occhio.

 

A quante iniezioni intravitreali è necessario sottoporsi?

A discrezione del medico e in relazione agli esiti ottenuti,  le iniezioni intravitreali possono essere ripetute nel tempo. La loro efficacia dipende infatti dal tipo di malattia trattata e dal suo grado di avanzamento. Volendo generalizzare, possiamo dire che, sebbene purtroppo non consentano la guarigione dalle problematiche retiniche, se effettuate con periodicità permettono il raggiungimento di una visione che può mantenersi stabile per un certo periodo di tempo.

 

Il tempo… eccola la parola magica. I pazienti se lo chiedono spesso, è inevitabile: a quante iniezioni dovrò sottopormi e per quanto tempo? Per il resto della vita? Risponde il Prof. Massimo Nicolò della Clinica Oculistica dell'Università di Genova e Di.N.O.G.Mi dell'Ospedale Policlinico San Martino di Genova.

 

Video intervista al Prof. Massimo Nicolò della Clinica Oculistica dell'Università di Genova e Di.N.O.G.Mi Ospedale Policlinico San Martino.

 

Vuoi approfondire il tema delle maculopatie, della diagnosi precoce e del trattamento con iniezioni intravitreali? Leggi qui.



A cura di Francesca Morelli (Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2014, collaboratrice di testate web di medicina, scienza, salute e benessere specializzate in prevenzione, oncologia, alimentazione, medicina e medicina di genere, pediatria, e-health) e Viviana Vischi (Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico).

 

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ATTENZIONE: le informazioni che ti proponiamo nei nostri articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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