La gravidanza nelle malattie autoimmuni

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La gravidanza nelle malattie autoimmuni

24-02-2014 - scritto da Prof. Pierluigi Meroni

La gravidanza nelle malattie autoimmuni
Articolo a cura del Prof. Pierluigi Meroni e della Dr.ssa Maria Gerosa

La maggior parte delle malattie autoimmuni sistemiche colpisce prevalentemente il sesso femminile e diversi studi suggeriscono che questo sia dovuto almeno in parte al fatto che i diversi meccanismi responsabili della risposta immunitaria risentono degli effetti degli ormoni sessuali. Gli ormoni caratteristici della donna, come prolattina, estrogeni e progesterone, sono, infatti, in grado di influenzare l’attività del sistema immunitario e diversi studi hanno dimostrato che la fluttuazione dei livelli di ormoni sessuali, in particolare degli estrogeni, può rappresentare un fattore importante che concorre a determinare il grado di attività e di gravità.

Per questo motivo una eventuale gravidanza e le enormi modificazioni ormonali che ad essa conseguono, possono avere un effetto importante sull’andamento della malattia: alcune patologie, come la Artrite Reumatoide (AR), possono addirittura presentare un miglioramento clinico spontaneo durante la gestazione, mentre in altre la gravidanza può determinare un peggioramento. Tipico è l’esempio del Lupus Eritematoso Sistemico (LES), che può presentare una riattivazione di malattia in circa il 30% delle pazienti, anche se fortunatamente le riacutizzazioni nella maggior parte dei casi non sono gravi. Il rischio di riattivazione è molto più probabile nelle donne con un pregresso interessamento renale di malattia E quando la gravidanza viene intrapresa in una fase di non completo controllo del LES.

La gravidanza in corso di LES è quindi comunque da considerarsi una gravidanza “a rischio”, che deve essere attentamente programmata e strettamente monitorata. In ogni caso, grazie alle migliori conoscenze della malattia e dei possibili effetti collaterali delle terapie, la maternità non deve più essere considerata un tabù nelle donne con LES.

Anche la malattia autoimmune può incidere sul buon andamento della gravidanza. Le pazienti con malattia autoimmune come LES, AR e sclerodermia hanno infatti un maggior rischio di parto pretermine e di iposviluppo fetale, dovuto ad un insufficiente apporto di nutrienti da parte della placente. Fortunatamente però queste complicanze, in particolare il grado di ridotto sviluppo fetale e di prematurità sono nella maggior parte dei casi modesti e non comportano delle importanti conseguenze negative sulla salute e sulla crescita del neonato.

Una condizione autoimmune particolare, che ha un impatto notevole sulla gravidanza, è legata allla presenza nel circolo materno di specifici autoanticorpi, gli anticorpi anti-fosfolipidi (anticorpi anti-cardiolipina, gli anticorpi anti-beta2 glicoprotiena I e il Lupus Anticoagulant), che possono determinare diverse complicanze gravidiche, come l’aborto precoce, la morte in utero, un rallentamento fino a completo arresto della crescita con necessità di parto pretermine. Mentre fino a circa 20 anni fa le donne con gli anticorpi antifosfolipidi avevano un’elevata probabilità di non riuscire a portare a termine la gravidanza, fortunatamente al giorno d’oggi, più dell’80% delle donne riesce ad avere un figlio. Questo, grazie alla scoperta che una terapia preventiva effettuata sin dall’inizio della gravidanza, a base di un’associazione di aspirina a basso dosaggio ed eparina a basso peso molecolare, modifica in maniera radicale l’esito della gravidanza stessa e non determina alcun problema per il feto.

Sebbene farmaci come micofenolato, methotrexate e ciclofosfamide, siano assolutamente vietati in gravidanza, la maggior parte delle terapie comunemente utilizzate per la cura delle malattie autoimmuni (cortisone, idrossiclorochina, azatioprina, ciclosporina A) sono sicure e non nocive per la salute de feto. Dati preliminari suggeriscono che probabilmente anche i farmaci biotecnologici non sembrano essere dannosi per il feto, anche se al momento il loro utilizzo in gravidanza è sconsigliato, perché non esistono dati certi sulla loro sicurezza.

In conclusione, la gravidanza nelle donne affette da malattia autoimmune sistemica è possibile, tuttavia è fondamentale che la donna sia seguita da un team di specialisti che comprenda un ginecologo ostetrico e un reumatologo che abbiano una particolare esperienza proprio nella gestione di questo tipo di situazione e che in caso di necessità possano facilmente collaborare anche con il neonatologo, il cardiologo, il nefrologo o qualsiasi altro specialista possa essere necessario in caso di riacutizzazione di malattia.


Profilo del medico - Prof. Pierluigi Meroni

Nome:
PIER LUIGI MERONI
Comune:
MILANO
Professione:
Universitario
Occupazione:
Università degli Studi di Milano, Dip. di Reumatologia
Contatti/Profili social:


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