Lavoro e mal di testa: un rapporto "a rischio" ancora poco esplorato
Sono molti i lavori e le professioni che possono causare cefalea, emicrania e mal di testa: chi già ne soffre in maniera seria dovrebbe tenerne conto
Il rapporto tra lavoro e mal di testa
Non bastassero la crisi economica e la conseguente crescita della disoccupazione a rendere complicato il mondo del lavoro, ecco che un altro potenziale ostacolo si trova sulla strada di chi ogni giorno cerca un impiego o si dà da fare per conservarlo: il mal di testa.Al di là di quello causato da stanchezza e stress, infatti, sono molti i lavori che costringono al contatto con sostanze capaci di scatenare un attacco di cefalea o che provocano sollecitazioni ugualmente pericolose. In tutti questi casi si parla di intossicazione professionale che, tra i vari sintomi, ha anche il mal di testa, appunto.
L’esposizione eccessiva al piombo, ad esempio, così come il maneggiamento frequente di diluenti, solventi e pesticidi sono particolarmente portatori di cefalea. Rumore e vibrazioni, ma anche l’inquinamento elettromagnetico, ormai presente ovunque ai giorni nostri, sono fattori di rischio altrettanto gravi.
Al momento non esiste una lista di lavori o professioni che possono con certezza causare il mal di testa. Sarebbe bene, però, che in fase di preassunzione si valutasse con più attenzione lo stato di salute del lavoratore, il livello di suscettibilità individuale e altri fattori per evitare di esporre persone particolarmente predisposte al rischio di incorrere in danni successivi.
Scopri tutto sul rapporto tra cefalee ed attività lavorative nell’intervista al Dott. Ennio Pucci pubblicata su Cefalee Today e disponibile sul Sito Italiano della Cefalea a questa pagina.
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