Obesità in Italia: un quadro allarmante

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Obesità in Italia: un quadro allarmante

17-02-2010 - scritto da Viviana Vischi

E se nei casi gravi la predisposizione genetica è un fattore determinante, in tutti gli altri la colpa dell'obesità è di uno stile di vita sbagliato

In Italia sempre più obesi e sedentari

19/02/2007 - Quattro milioni di obesi (il 9% della popolazione), sedici milioni sovrappeso, ovvero una persona su tre (34,7%). La Lombardia è la regione con la minore percentuale di sovrappeso (29,8% tra uomini e donne), la Basilicata con la più alta (39,8%). L’Umbria ha il minor numero di obesi, la Puglia il maggiore. Nel Sud la somma di obesi e sovrappeso supera di molto i normopeso.
A svelare cifre tanto preoccupanti è il Sesto rapporto sull’obesità dell’Istituto Auxologico Italiano. Ed è allarme soprattutto per i bambini e gli adolescenti di sesso maschile: il 20-25% è sovrappreso, il 4-5% obeso, tassi molto vicini a quelli riscontrati per i bambini negli Stati Uniti che, poverini loro, proprio un buon esempio da seguire non sono…
Se paragoniamo gli ultimi dati rispetto a quelli di vent’anni fa, ci rendiamo conto di quanto negativo sia il trend: l’incremento del sovrappeso è stato pari al 9,8% negli uomini e al 4,9% nelle donne; nello stesso periodo l’obesità è aumentata del 3,1% negli uomini e del 2,1% nelle donne. Differenze significative si registrano anche rispetto a dati più recenti, ad esempio quelli del 2000: +1,5% il tasso di sovrappeso negli uomini e +0,2% nelle donne; +1% quello di obesità negli uomini e +0,9% nelle donne.
Cosa sta causando una mutazione così evidente nelle condizioni fisiche e di salute degli italiani? In ragione delle più recenti ricerche, gli esperti avanzano responsabilità a livello genetico che, purtroppo, difficilmente si superano modificando lo stile di vita. <> dichiara Antonio Liuzzi, direttore del laboratorio di ricerche diabetologiche di Piancavallo. <>. Secondo Francesco Cavagnini, primario della divisione di endocrinologia e malattie metaboliche all’Auxologico di Milano, un difetto del recettore della leptina, ad esempio, può portare a mangiare molto perchè al cervello non giungono i corretti messaggi che regolano il desiderio del cibo; così come il 5% delle obesità infantili sarebbe causato da un difetto al recettore della melanocortina, ormone prodotto dalla cute e dall’ipofisi.
Se i fattori genetici giocano un ruolo determinante nella regolazione del peso corporeo ecco dunque che diventa necessario lo sviluppo di farmaci capaci di agire a livello centrale, sul cervello. Nei casi più gravi, ad oggi si può contare solo sulla chirurgia; si va dal pacemaker gastrico, un apparecchio elettrico che fa calare la fame, alla riduzione delle dimensioni dello stomaco.
Nei casi meno gravi di obesità la predisposizione genetica è solo una precondizione: a giocare un ruolo decisivo sono stile di vita e comportamenti alimentari sbagliati. In questi casi essere grassi non è un destino ma non se ne esce solo per merito di una dieta, più o meno ben costruita: devono scattare dei seri propositi di cambiare modo di vivere. Alimenti light, niente salse e cibi sconditi non servono a nulla se non si trova il tempo per incrementare l’attività fisica!

Per sapere se si è obesi bisogna conoscere il proprio indice di massa corporea (BMI, Body Mass Index), introdotto nel 2000 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come metodo per valutare la salute degli individui. Si calcola dividendo il peso espresso in chilogrammi per il quadrato dell’altezza espressa in metri (ad esempio un adulto di 70 kg alto 1 metro e 75 ha un BMI di 22,9). Un individuo che ha più di 30 è considerato obeso, fra 30 e 25 sovrappeso, tra 25 e 18,5 normopeso mentre al di sotto di questa soglia si è considerati sottopeso. In Italia recentemente è stato introdotto un manifesto che chiede agli stilisti di non far sfilare modelle con un BMI inferiore a 18, limite che in Spagna invece è fissato da una legge vera e propria.


A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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