Più screening e vitamina D: il cancro al seno fa meno paura

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Più screening e vitamina D: il cancro al seno fa meno paura

17-02-2010 - scritto da Viviana Vischi

In USA ed Europa calano le diagnosi di tumore alla mammella. Merito anche della riduzione delle cure ormonali in menopausa e delle migliorate terapie post-operatorie

Buone notizie sul fronte della prevenzione del cancro al seno

19/02/2007 - Buone notizie sul fronte della prevenzione dei tumori: la vitamina D potrebbe essere utilizzata per evitare più della metà dei casi di cancro del seno e i due terzi di quelli al colon-retto. Lo dicono due importanti ricerche statunitensi, revisioni di precedenti studi sull’argomento pubblicati dal 1996 al 2004.
Gli specialisti del Moores Cancer Center dell’Università della California di San Diego hanno scoperto che le donne con i più alti livelli di 25-idrossivitamina D nel sangue corrono i rischi minori di sviluppare il tumore al seno. Effetti benefici della vitamina D sono stati riscontrati anche nel caso del tumore al colon-retto. Circa 1500 volontari sani sono stati seguiti per 25 anni e anche in questo caso, ordinando i dati a seconda della quantità di 25-idrossivitamina D nel sangue, più questa risultava maggiore, più si riduceva l’incidenza del cancro all’intestino.
Secondo i ricercatori, un migliaio di unità di vitamina D3 al giorno, circa 25 microgrammi, aiutano a tenere alla larga i tumori. Ma come facciamo ha procurarci questo prezioso microelemento? Niente di più semplice. La principale risorsa di vitamina D è l’esposizione solare: per sfruttare i benefici di una bella giornata di sole, gli esperti consigliano di trascorrere almeno 15 minuti al giorno all’aria aperta. E poi il fabbisogno quotidiano si può coprire grazie a una dieta corretta: abbondano di vitamina D fegato di pesce, carne, uova, latte e derivati come burro e formaggi. Tuttavia, poiché una discreta fetta della popolazione non ottiene un apporto sufficiente della vitamina a tavola, dare come indicazione preventiva quella di assumere quotidianamente basse dosi di integratori (sempre su consiglio del medico) potrebbe essere un modo semplice di ridurre l’incidenza di alcuni tumori.
Sul fronte del cancro al seno un’altra notizia importante arriva dagli Stati Uniti dove, per la prima volta dagli anni Ottanta - secondo alcuni addirittura dagli anni Quaranta – è calato il numero dei nuovi casi diagnosticati. Una diminuzione storica, che oscilla tra il 7 e l’11% a seconda della fascia d’età e della forma di neoplasia, registrata tra il 2002 e il 2003.
Sarà un caso? Nel luglio 2002 un ampio studio federale aveva evidenziato un aumento dei rischi di cancro del seno tra le donne che si sottoponevano a terapie ormonali per alleviare i sintomi della menopausa, e si suppone che in seguito ci sia stata un’interruzione di massa di queste cure. Gli scienziati dell’Anderson Cancer Center di Houston, che hanno elaborato i dati dell’Istituto nazionale dei tumori Usa, ipotizzano che la sospensione delle terapie avrebbe da un lato bloccato la crescita di tumori microscopici che necessitano di estrogeni per la loro crescita e, dall’altro, avrebbe indotto la regressione di alcune cellule maligne. Guarda caso, il declino più forte si è registrato tra le donne più anziane (tra i 50 e i 69 anni) e per il tipo di tumore maggiormente legato alla presenza di estrogeni.
In Europa il cancro al seno costituisce tuttora la patologia tumorale più frequente nelle donne. E’ la prima causa di morte fra i 35 e i 59 anni: ogni anno si registrano 275.000 nuovi casi e 88.000 vittime. Anche per le donne italiane il tumore della mammella resta il pericolo numero uno: 35 mila all’anno le nuove diagnosi, 10 mila le vittime. Tuttavia, anche in questo caso non mancano le buone notizie: da alcuni anni la mortalità dovuta a questo tipo di tumore ha visto una riduzione costante, dell’ordine del 1-2% all’anno. Merito della diffusione degli screening preventivi e delle migliorate terapie post-operatorie. Lo ha dimostrato una ricerca: gli screening hanno influito sul calo della mortalità per il 46%, le cure post-operatorie addirittura per il 54%.
Prevenzione e terapie: contro il tumore c’è ancora molto da fare, ma la strada intrapresa è certamente quella buona.



A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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