Stipsi: non sempre e’ colpa della dieta
La causa della stipsi puo’ risiedere in un’ostruzione. La soluzione chirurgica e’ mini-invasiva, rapida e poco dolorosa
Quando la stipsi è causata da un'ostruzione

Essere stitici significa non avvertire lo stimolo spontaneo della defecazione o essere costretti a fare grandi sforzi per evacuare feci dure in modo incompleto. Molto spesso la stitichezza si accompagna a dolori addominali.
Secondo gli esperti, sono 7 le norme da seguire per risolvere le forme più lievi di stitichezza:
1. mangiare tutti i giorni verdure, prediligendo l’assunzione di fibre;
2. bere molto, almeno 1,5 litri di acqua al giorno;
3. mangiare ad orari regolari, lentamente, masticando bene gli alimenti;
4. non reprimere mai il bisogno di andare al bagno. Abituarsi ad andare al bagno ad un orario regolare ed evitare gli sforzi eccessivi;
5. fare esercizio fisico moderato tutti i giorni;
6. evitare i lassativi irritanti;
7. consultare il medico specialista.
Non sempre, però, la stitichezza dipende dal tipo di dieta o dalle abitudini di vita. Il problema può risiedere nella ostruita defecazione, cioè nell’impossibilità di defecare in modo naturale a causa di un’ostruzione. Questa si verifica quando i tessuti interni del retto “prolassano”, cioè scendono rispetto alla loro posizione originaria, creando un ostacolo meccanico al passaggio delle feci. Di qui la frequenza ridotta delle evacuazioni, la necessità di aiutarsi manualmente o con clisteri, ma anche il bisogno di andare in bagno più volte al giorno perché l’intestino non riesce a svuotarsi completamente.
Tra le cure oggi disponibili per questi casi più gravi di stitichezza, si è dimostrato efficace un nuovo intervento: è una sorta di lifting della mucosa del canale anale prolassata, che viene riposizionata in modo tale da ripristinare il corretto funzionamento dei diversi organi del bacino, dal retto alla vagina. Si tratta di una procedura mini-invasiva, rapida e poco dolorosa: non prevede incisioni e ferite esterne, dura poco di più di mezz’ora e si può effettuare in anestesia locale. La convalescenza inferiore ad una settimana.
A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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