Allergia al lattice: definizione, sintomi e diagnosi

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Allergia al lattice: definizione, sintomi e diagnosi

04-10-2013 - scritto da Prof. Domenico Schiavino

L'allergia al lattice è in forte aumento da ormai 20 anni a causa degli innumerevoli prodotti in commercio.

Allergia al lattice e cross-reattività

Allergia al lattice: definizione, sintomi e diagnosi Estratto da una pianta tropicale (Hevea brasiliensis), il lattice viene soprattutto utilizzato nella produzione della gomma naturale e, per la sua capacità di sciogliere facilmente lo zolfo, è alla base del processo di vulcanizzazione che consente di ottenere prodotti (per esempio i pneumatici) meno facilmente deteriorabili.

Segnalata per la prima volta nel 1927 l’allergia al lattice ha fatto registrare, negli ultimi 20 anni, un notevole incremento della sua incidenza; ciò è imputabile da un lato all’enorme diffusione di manufatti di lattice dall’altro ad una maggiore attenzione sanitaria al problema e all’affinamento di idonei test diagnostici. Le principali fonti di lattice sono riportate nell'elenco sottostante.

Principali fonti di lattice:
• manufatti per uso domestico guanti,
• palloncini,
• nastri gommati e adesivi,
• succhiotti e giocattoli per bambini,
• equipaggiamenti sportivi
• manufatti sanitari guanti,
• cateteri e tubi endotracheali,
• profilattici,
• dispositivi intrauterini
• fonti ambientali
• pneumatici (la loro degradazione comporta la formazione di particelle inalanti)

La sensibilizzazione al lattice coinvolge sia la produzione di IgE contro le proteine contenute nei manufatti di lattice naturale sia, eccezionalmente l’azione di cellule del sistema immunitario ( quest’ultima è in genere provocata dagli additivi ossia tiurami, carbammati, mercaptani, tiouree).

La presenza di polvere lubrificante (amido di mais) può favorire la sensibilizzazione fungendo da veicolo per le proteine che in questo modo sono inalate durante l’apertura delle confezioni e durante l’uso.

Anche se chiunque può sensibilizzarsi al lattice esistono alcune categorie gravate da un maggior rischio di sensibilizzazione (i lavoratori dell’industria della gomma, gli operatori sanitari, soprattutto se addetti alle sale operatorie, i bambini affetti da malformazioni congenite e sottoposti ripetutamente ad interventi chirurgici, pazienti che richiedono lunga ospedalizzazione o numerosi interventi chirurgici o esami diagnostici invasivi.

Sono maggiormente predisposti, inoltre, gli atopici, le donne (uso più frequente dei guanti di gomma nell’ambiente domestico e prevalenza delle allergopatie nel sesso femminile), i pazienti con eczema delle mani (per la facilità di penetrazione dell’allergene attraverso lesioni di continuo della cute), gli asmatici.

Varie proteine come hevamina, heveina, patatina, presenti in numerose piante ed alimenti vegetali sono verosimilmente responsabili della cross-reattività del lattice con alcuni alimenti (alcuni sono indicati nell'elenco sottostante): questo quadro è definito Sindrome latex-fruit.

Inoltre il lattice può cross-reagire con alcuni pollini (ad esempio graminacee) e sono segnalate cross-reattività con piante ornamentali come Ficus benjamin e Euphorbia pulcherrima (Stella di Natale).

Alimenti che cross-reagiscono con il lattice
• Melone
• Pesca
• Castagna
• Agrumi
• Kiwi
• Noce
• Fico
• Spinaci
• Pomodoro
• Uva
• Banana
• Sedano,
• etc..

La diagnosi di allergia al lattice si basa sulla raccolta di un’accurata storia clinica, volta a ricercare un’esposizione importante ad articoli in gomma naturale e ad inquadrare il tipo e le modalità di insorgenza delle manifestazioni cliniche: i pazienti a volte giungono all’allergologo per sospetta allergia alimentare o per reazioni anafilattoidi in corso di interventi chirurgici, odontoiatrici o esami contrastrografici invasivi, che vengono erroneamente attribuiti ad altri fattori quali anestetici o i mezzi di contrasto.

Posto il sospetto clinico, vengono eseguiti dei test quali le cutireazioni (a lettura immediata e ritardata) e il dosaggio delle IgE specifiche nel sangue. La diagnosi viene poi confermata attraverso l’esecuzione di test di provocazione in ambiente ospedaliero: durante questi test viene riprodotta l’esposizione naturale al lattice (il paziente riceve il lattice per via sublinguale o congiuntivale, indossa dei guanti di lattice, etc..).

Una volta formulata la diagnosi si consiglia di evitare il contatto con il lattice, in modo particolare in occasione di interventi chirurgici o di visite mediche.

L’unica terapia possibile è la desensibilizzazione e in particolare quella per via sublinguale, in analogia a quanto accade per l’ allergia respiratoria; essa consiste nella somministrazione per via sublinguale di dosi progressivamente crescenti di lattice fino ad una dose massima di 500 mcg che il paziente continua ad assumere come mantenimento 3 volte alla settimana.

I pazienti sottoposti a desensibilizzazione tornano ad usare i prodotti contenenti lattice senza problemi. Ciò è particolarmente importante per gli operatori sanitari che possono essere così reintegrati al lavoro. Inoltre questi pazienti possono essere sottoposti ad interventi chirurgici anche in sale non latex-safe e alcuni di loro tornano a mangiare alcuni degli alimenti che non tolleravano.

Profilo del medico - Prof. Domenico Schiavino

Nome:
DOMENICO SCHIAVINO
Comune:
ROMA
Contatti/Profili social:


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