Allergia alla tinta per capelli: quattro possibili cause
Improvvisamente, dopo la solita tintura, ecco arrossamenti, prurito, gonfiore: potrebbe trattarsi di una reazione allergica alla tinta, anche se è la stessa utilizzata da anni...
Allergia alla tinta: spesso il rash cutaneo compare sul viso anziché sul cuoio capelluto.
Desquamazione, arrossamenti cutanei e del viso, prurito, gonfiore del viso: se questi sintomi si presentano dopo aver fatto un tintura ai capelli potrebbe trattarsi di una reazione allergica, dovuta alla presenza di uno o più elementi “indesiderati” dal nostro organismo nel prodotto utilizzato. “Ma non è possibile: utilizzo lo stesso prodotto da anni!” - obietterà qualcuno. Questo però non è un buon motivo per escludere la possibilità che la nostra amata tinta ci abbia causato quel rossore indesiderato: può infatti accadere che ci si sensibilizzi a un particolare elemento contenuto nei prodotti per capelli anche dopo molti anni di utilizzo, per esempio in seguito a piccoli tagli o escoriazioni che ne favoriscono la penetrazione.
I sintomi tipici di una allergia di questo tipo sono quelli di una dermatite da contatto e possono comparire su palpebre, viso, collo e orecchie, zone più delicate e sensibili rispetto al cuoio capelluto. Nei casi più gravi può anche essere presente un grave gonfiore, che a volte viene scambiato per angioedema. La differenza rispetto a un angioedema (cioè un gonfiore della pelle) è che quest’ultimo non presenta prurito o rossore, non compare su un solo lato del viso e non si desquama, come invece accade nei casi di dermatite da contatto. Generalmente i sintomi si manifestano entro un massimo di due o tre giorni dalla tintura e possono avere anche durata prolungata, fino ad alcune settimane.
Passiamo ora ad indagare quali sostanze possono scatenare una simile reazione allergica.
1. PPD o para-fenilendiammina. Si tratta di una sostanza chimica utilizzata nelle tinture per capelli. È tra i maggiori indiziati quando si cerca il responsabile di una reazione allergica alle tinture perché penetra molto facilmente nel fusto del capello e nel follicolo e si lega facilmente alle proteine della pelle. Proprio per questo alcuni Paesi europei, come Francia, Svezia e Germania, ne hanno vietato l’utilizzo. La PPD però è tutt’ora presente in oltre i due terzi delle tinture per capelli. Un trucco per evitarla è ricercare la dicitura “ipoallergenico” che generalmente indica un prodotto in cui la PPD è assente
2. Gliceril tioglicolato. È una sostanza chimica utilizzata frequentemente nelle soluzioni per permanente, che spesso vengono impiegate in combinazione con le tinture, ed è tra i possibili allergeni responsabili di reazioni avverse
3. Cobalto. Il cobalto è un prodotto chimico che fornisce il pigmento nelle tinture di colore castano. Si tratta di un nemico “insidioso” poiché è presente anche nelle tinture ipoallergeniche
4. Cocamidopropyl betaina. Un derivato del cocco presente in molti saponi, prodotti per il bagno e shampoo. Ha una azione tensioattiva (cioè serve a produrre schiuma) ed è presente anche in alcuni prodotti per l’hair styling, spesso utilizzati dopo la colorazione dei capelli
Questi sono i quattro principali “indiziati” quando si cerca il responsabile di una reazione allergica scatenata da una tintura per capelli o da altri prodotti per l’hair styling. Qualsiasi sia il sospettato, però, è sempre bene evitare le diagnosi fai da te e rivolgersi ad un allergologo per effettuare i necessari esami allergologici e per ricevere la terapia più adatta alla cura dei sintomi.
Foto: Pixabay.com
A cura di Patrizia Frattini aka Rockcopy, copywriter e Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2012, da anni attiva (anche, ma non solo) nel settore dell’informazione scientifica e divulgativa.
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