Cistite interstiziale: quando fare la pipì fa male

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Cistite interstiziale: quando fare la pipì fa male

05-06-2018 - scritto da Paola Perria

Sintomi, cause e cure della cistite interstiziale, una patologia cronica dolorosa e difficile da curare.

Anche detta "sindrome della vescica dolorosa", questo tipo di cistite colpisce soprattutto le donne.

 

I sintomi in parte coincidono con quelli della cistite comune: senso di peso al basso ventre, bruciore quando si fa la pipì, stimolo impellente alla minzione, urine torbide, sensazione di incompleto svuotamento della vescica. Tuttavia, a differenza della cistite comune, che è provocata da un attacco infettivo (in genere da parte di batteri), questa sindrome dolorosa non ha un’origine patogena. Non è un caso se la cistite interstiziale, di questo stiamo parlando, venga anche definita “sindrome della vescica dolorosa” o “dolore pelvico cronico”.

 

Prima di provare a scandagliare le cause, proviamo a fare l’identikit di questo disturbo che sembra prediligere il sesso femminile, colpendo le donne con una incidenza cinque volta maggiore rispetto agli uomini.

 

Come abbiamo visto, i sintomi sono quelli di una infiammazione della vescica, che però non regrediscono dopo le cure farmacologiche in genere prescritte per le cistiti. Altri disturbi che caratterizzano questa sindrome dolorosa e invalidante sono:

  • Dolore forte nella zona pubica, che si accentua quando la vescica è piena;
  • Stimolo notturno alla minzione (nocturia);
  • Dolore o bruciore ai genitali, un problema che può compromettere anche la vita sessuale;
  • Dolore pelvico;
  • Dopo gli esami: urinocoltura negativa (che segnala una assenza di batteri patogeni nella vescica) e presenza sulla mucosa della vescica di tipiche lesioni chiamate “ulcere di Henner”, rilevabili attraverso una cistoscopia. Solo la cistite interstiziale comporta questo segno inconfondibile.

 

Accanto ai sintomi fisici, vi sono quelli psicologici causati dalla sofferenza continua e dalle limitazioni che la malattia comporta. Molte persone, in particolare le donne over 30 che rappresentano la categoria di gran lunga più colpita, soffrono spesso di depressione o ansia, a loro volta condizioni altamente invalidanti.

 

Veniamo alle cause. Abbiamo chiarito che la cistite interstiziale è un disturbo cronico non infettivo. Questo esclude la causa principale delle cistiti comuni. In passato la cistite interstiziale veniva bollata come un male immaginario da stress, una sorta di ipersensibilità di natura psicosomatica impossibile da trattare. Questa è la ragione per cui tante donne soffrivano in silenzio, patendo un progressivo peggioramento della propria qualità di vita. Se, però, questa forma di cistite non è causata da germi, perché insorge?

Ci sono diverse ipotesi al riguardo:

  • Secondo alcune interpretazioni, questa sindrome avrebbe una origine autoimmune, ovvero sarebbe lo stesso sistema immunitario dell’organismo che “impazzisce” e va ad attaccare le cellule sane della mucosa vescicale;
  • Altra causa probabile: un indebolimento delle pareti della vescica che quindi, diventando permeabili, sono anche più soggette a lesioni e micro-abrasioni prodotte dell’acidità delle urine (un po’ quello che accade allo stomaco quando si scatena una gastrite);
  • La cistite interstiziale può anche avere cause genetiche, oppure insorgere in soggetti che abbiano sofferto in passato in modo ricorrente di cistiti batteriche con una sorta di cronicizzazione del disturbo;
  • Infine, pare che questa patologia sia più comune in coloro che abbiano anche una intolleranza o una allergia alimentare.

 

La diagnosi spetta allo specialista delle malattie urinarie - l’urologo - il quale procederà per esclusione, considerando la sintomatologia e basandosi sugli esami necessari, che sono l’esame delle urine con urinocoltura per escludere un agente infettivo, la radiografia e la cistoscopia, che si effettua inserendo una sonda a fibre ottiche attraverso l’uretra la quale risalendo fino alla vescica ne permette una visione dall’interno.

 

Qualunque sia la causa della cistite interstiziale, come si può curare? La cattiva notizia è che non esiste una cura univoca e definitiva che possa magicamente risolvere il problema. Purtroppo si possono alleviare i sintomi, ma è difficile uscirne una volta per tutte.

 

L’approccio più efficace è quello multiplo, che affronta il disturbo nelle sue varie sfaccettature, sia fisiche che psicologiche. In primo luogo, è necessario agire sul dolore per alleviarlo, perché è proprio la cronicizzazione della sindrome dolorosa che rende la vita delle donne che soffrono di cistite interstiziale un inferno. Sono disponibili terapie farmacologiche tradizionali e cure alternative.

 

Per quanto riguarda la prima opzione, tra i medicinali prescritti con più frequenza per la terapia orale troviamo analgesici da banco, antistaminici e antinfiammatori. Una terapia locale, invece, a base di preparati diversi (soluzioni di acido ialuronico, eparina, lidocaina, tossina botulinica) va ad agire direttamente sulla vescica attraverso instillazioni o infiltrazioni, calmando i sintomi e ripristinando l’integrità della mucosa vescicale.

 

Le terapie alternative, che non si basano sulla somministrazione di farmaci, invece, mirano a calmare il dolore e l’iperattività della vescica agendo sui punti dolorosi, ovvero sulla stimolazione nervosa. Tra le tecniche usate:

  • La TENS (Stimolazione elettrica nervosa Transcutanea), che prevede l’applicazione di elettrodi sopra la zona pubica o nell’area lombare tramite i quali si inviano impulsi elettrici a intermittenza che alleviano il dolore, distendono la vescica e ne migliorano l’ossigenazione;
  • La stimolazione nervosa sacrale che, sempre con l’ausilio di un elettrodo posizionato in zona lombare, agisce un po’ come il pace-maker per il cuore, riducendo soprattutto l’urgenza e la frequenza urinaria.

 

Altre opzioni non farmacologiche che agiscono sui punti del dolore sono il massaggio manuale e l’agopuntura.

 

Extrema ratio: la soluzione chirurgica, che si prende in considerazione solo ed esclusivamente quando qualunque altra terapia abbia fallito e il soggetto continui a lamentare sintomi particolarmente invalidanti. Vi sono due possibilità:

  • La cistoplastica, ovvero un allargamento della vescica;
  • La cistectomia, la rimozione della vescica con deviazione urinaria per permettere l’eliminazione delle urine.

 

Alla terapia sintomatica va accorpata anche una cura di tipo psicologico, che anche in questo caso può avvalersi dei farmaci tradizionali (antidepressivi, calmanti, ansiolitici), o delle tecniche olistiche che svolgono più o meno lo stesso compito. Tra le più collaudate il training autogeno, l’ipnosi, la visualizzazione guidata che tra le altre cose aiutano a rilassare la muscolatura del pavimento pelvico e a controllare meglio la funzione urinaria.

 

Qualunque sia la scelta terapeutica per ritrovare uno stato di serenità nonostante la cistite, è sempre bene rivolgersi a professionisti ed evitare il fai da te.

 

 

Il dolore pelvico e lo stimolo continuo ad urinare possono essere in parte mitigati anche seguendo una dieta mirata. In particolare è consigliato eliminare o ridurre al minimo i cibi irritanti per la vescica, che sono:

  • Agrumi e cibi “acidi” tra cui i pomodori;
  • Caffè;
  • Cioccolato;
  • Bevande gassate;
  • Dolcificanti artificiali;
  • Alcol;
  • Alimenti speziati e piccanti.

 

Smettere di fumare se si è tabagisti, fare esercizio fisico regolare ma non troppo intenso e abituarsi ad indossare abiti comodi evitando tutto ciò che sia troppo stretto o aderente a livello pubico sono altrettante regole d’oro per la salute della vescica.

 

Infine, dal momento che la cistite interstiziale può rendere la vita di chi ne soffre alquanto problematica, è importante non vergognarsi del proprio disturbo e cercare supporto nei propri cari: familiari, amici, colleghi, e, perché no, nel proprio medico. Se non è possibile guarirne, è però senza dubbio auspicabile trovare il modo migliore per conviverci.

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A cura di Paola Perria, Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2009, Master I livello in Gender Equality-Strategie per l’equità di Genere con tesi sulla medicina di genere.
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