Cuore: un infarto su due non dà sintomi
Secondo uno studio, gli attacchi cardiaci asintomatici sono comuni tanto quanto quelli che danno sintomi precisi come il classico dolore al petto e al braccio sinistro.
La gravità è la stessa, ma gli attacchi cardiaci possono anche essere "silenziosi".

Siamo abituati a immaginare l’infarto come un evento drammatico, caratterizzato da sintomi molto precisi tra cui dolore al petto e al braccio sinistro, affanno, sudore freddo, svenimento. In realtà in quasi la metà dei casi di infarto, il danno al cuore non si fa sentire se non quando è troppo tardi. Naturalmente questo non significa che non si possa diagnosticare o che possa capitare a tutti random, senza che ci sia la minima possibilità di prevenirlo.
Che gli attacchi di cuore potessero essere asintomatici si sapeva, soprattutto lo sanno molto bene i cardiologi, tuttavia un ampio studio recentemente pubblicato sulla rivista Circulation e condotto dai ricercatori del Wake Forest Baptist Medical Center in North Carolina giunge alla conclusione che gli attacchi cardiaci asintomatici, sono comuni tanto quanto gli altri. Ma, sebbene silenziosi, non sono meno gravi degli altri.
Chi è più a rischio? Esattamente gli stessi soggetti che sono in generale a rischio di disturbi al cuore, ovvero:
- Chi è in condizione di sovrappeso od obesità, soprattutto se associata a sindrome metabolica e insulino-resistenza
- Gli ipertesi cronici
- Chi ha il colesterolo molto elevato e quindi le arterie a maggior pericolo di occlusione
- Costituisce ulteriore fattore predisponente anche la familiarità, da tenere sempre in considerazione
- Sono inoltre più vulnerabili a questo tipo di infarto anche coloro che hanno già subito un attacco di cuore o un ictus
- Per quanto riguarda la sintomatologia silenziosa, sono più a rischio le donne, che spesso sperimentano malesseri non facilmente riconducibili ad un attacco di cuore in corso (tra cui nausea e mal di stomaco o generici dolori alle spalle)
Il pericolo maggiore dell'infarto silenzioso è che si arrivi tardi al pronto soccorso o che, se si sopravvive all’infarto, esso comunque venga sottovalutato e non trattato a dovere, cosa che lascia strascichi a loro volta potenziali responsabili di ulteriori disturbi cardiocircolatori.
Lo studio americano ha coinvolto quasi mille pazienti che sono stati monitorati per nove anni, e di questi 317 hanno subito un infarto silente e 386 uno “classico” con sintomi dolorosi per un totale di 703 infartuati. C’è da considerare un dato di genere importante: sebbene percentualmente gli uomini colti da infarto di entrambi i tipi fossero molto più numerosi delle donne, queste ultime sono andate incontro a mortalità in percentuali superiori. Questo fattore necessiterebbe di ulteriori indagini e sperimentazioni.
Come si può, quindi, prevenire un attacco cardiaco, che sia sintomatico o meno? In presenza di specifici fattori di rischio è necessario monitorare con regolarità l’attività cardiocircolatoria effettuando visite cardiologiche ed esami come l’ECG e l’ecocardiogramma, misurando il livello della pressione e tenendo sotto controllo il profilo lipidico (valori ematici di colesterolo e di trigliceridi), ma anche di proteina C-reattiva che, se fuori norma, può essere tra le spie di un cuore in difficoltà.
Le donne dovrebbero in particolare avere più cura del proprio cuore perché, sebbene nelle over 60 la prima causa di morte siano proprio le malattie cardiache, la popolazione femminile e purtroppo anche i medici tendono ancora a sottovalutare questo rischio. Bisogna infatti tenere presente che dopo la menopausa il cuore femminile non ha più la protezione degli estrogeni, pertanto il colesterolo e la pressione tendono a salire e c’è più facilità ad aumentare di peso accumulando grasso viscerale. Questo stato di cose avvicina donne e uomini sotto il profilo del rischio cardiovascolare.
Inoltre anche la sedentarietà è tra i fattori che incidono sulla salute cardiaca. Chi non pratica attività fisica e ha qualche chilo di troppo, ipercolesterolemia e pressione alta, è senza dubbio un soggetto rischio, perciò è indispensabile non sottovalutare l’importanza della prevenzione, a cominciare dallo sport e da una dieta salva cuore (poco sale e più fibre e grassi “buoni”).
E’ fin troppo facile sopravvalutare lo stato di salute del proprio cuore, ma a volte basta un semplice elettrocardiogramma per salvarsi la vita. Letteralmente.
Foto | via Pinterest
Fonti | Repubblica.it; Healthline.com
A cura di Paola Perria, Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2009, Master I livello in Gender Equality-Strategie per l’equità di Genere con tesi sulla medicina di genere.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.