Cura dell'ipermetropia: il laser a femtosecondi meglio del microcheratomo
CHIRURGIA REFRATTIVA
Le prestazioni del laser a femtosecondi superano quelle del microcheratomo a 3 mesi dalla correzione dell’ipermetropia con la chirurgia LASIK Am J Ophtalmol 2011;152(1):16–21
Pubblicato in OculisticaPascotto.it il 28 luglio 2011
Un recente studio rivela che la tecnica chirurgica LASIK (Laser Cheratomileusi Intrastomale), con IntraLase – o laser a femtosecondi – ha ottenuto risultati migliori nella correzione dell’ipermetropia rispetto alla chirurgia LASIK eseguita con uno strumento meccanico, il microcheratomo, senza presentare particolari differenze in termini di sicurezza.
Gli autori dello studio hanno affermato che entrambe le tecniche chirurgiche LASIK sono procedure sicure ed efficaci per correggere l’ipermetropia da lieve a moderata, ma a 3 mesi dall’intervento hanno riscontrato un risultato statisticamente migliore nei pazienti su cui è stato utilizzato l’IntraLase per creare il lembo corneale.
Lo studio retrospettivo ha analizzato un totale di 144 occhi, due gruppi da 72 occhi ciascuno. Prima dell’intervento non sono state osservate differenze statisticamente rilevanti tra i due gruppi. Nel gruppo operato con l’IntraLase l'ipermetropia media pre-operatoria era pari a 3,45 diottrie, mentre nel gruppo operato con il microcheratomo Moria M2 era pari a +3,18 diottrie. Il laser a femtosecondi e il microcheratomo hanno un indice di sicurezza rispettivamente di 0,97 e 0,98: una differenza statisticamente irrilevante.
A tre mesi dall’intervento, il difetto medio residuo era di 0,44 diottrie nel gruppo operato con l’IntraLase e di 0,72 diottrie nel gruppo operato con il microcheratomo; invece, il miglioramento dell’acutezza visiva era pari rispettivamente a 0,96 e 0,92 decimi. A 3 mesi dall’intervento, il gruppo operato con il laser a femtosecondi presentava un deciso miglioramento dell’acutezza visiva non corretta rispetto al gruppo operato con il microcheratomo: 0,89 contro 0,80. L’errore rifrattivo residuo, sebbene tendente all’ipermetropia in entrambi i gruppi, era decisamente più basso nel gruppo operato con il laser a femtosecondi. Nonostante queste differenze, l’indice di efficacia tra le due procedure non ha raggiunto una rilevanza statistica.
Antonio Pascotto