Embolizzazione del fibroma uterino

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Embolizzazione del fibroma uterino

30-03-2013 - scritto da Cinzia Iannaccio

Ecco in cosa consiste l'intervento di embolizzazione del fibroma uterino

Focus sull'embolizzazione, una delle tecniche per curare i fibromi uterini

Embolizzazione del fibroma uterino Cos’è l’embolizzazione del fibroma uterino? Le tecniche per curare i fibromi uterini che provocano unasintomatologia complicata sono diverse a seconda dei casi e l’embolizzazione è una di queste: è un trattamento minimamente invasivo, videoguidato (per via endovascolare) e per tale motivo è anche uno dei più praticati, in alternativa, laddove possibile, all'isterectomia o alla miomectomia. Ma in cosa consiste?

Attraverso l'arteria inguinale, con l'ausilio di un fluoroscopio, ovvero una particolare telecamera a raggi X, ed un catetere, il medico inietta delle particelle di materiale biocompatibile nelle arterie in prossimità dell’utero e dei fibromi. Queste accumulandosi (cioè creando una sorta di embolo, da cui il nome) bloccheranno l’afflusso del sangue al tumore benigno, che a quel punto comincerà a ridursi di volume. Questo intervento si pratica in ambulatorio angiografico o sala operatoria, in genere con una sedazione moderata, anche se a volte si può ricorrere all’anestesia generale.

Tutto l’intervento dura al massimo 90 minuti, il foro d’ingresso del catetere è minimo, solitamente non servono neppure punti di sutura e non è necessario il ricovero per più di una notte.

Nel post operatorio si possono avere dei dolori anche abbastanza forti, ma tutto dopo le 24 ore comincerà a passare. In ospedale vengono somministrati farmaci antidolorifici che saranno prescritti anche dopo le dimissioni. Entro un paio di settimane al massimo è possibile tornare alla vita solita.

Il primo ciclo mestruale dopo l’intervento chirurgico sarà probabilmente meno abbondante del solito, o può saltare totalmente: in genere in circa 6 mesi il fibroma si riassorbe e con lui vanno via tutti i sintomi anomali che hanno condotto all’embolizzazione e quelli sviluppatisi successivamente all’operazione.

E’ una tecnica che sembra funzionare nel 90% dei casi con ottimi risultati, ma purtroppo non sono ancora ben noti gli effetti di questa metodica sulla fertilità delle donne per cui l’embolizzazione viene riservata a quei casi in cui non si desiderano ulteriori gravidanze o si vuole semplicemente evitare l’isterectomia. Sempre e comunque in presenza di forti sintomi: il fibroma all’utero è nella maggior parte dei casi asintomatico per cui se non da problemi, ci si può convivere tranquillamente senza la necessità di asportarlo.

Esistono altri rischi in questo tipo di intervento chirurgico seppur mininvasivo, che però di volta in volta andranno valutati dal medico in relazione anche ai possibili benefici. Ne parleremo magari in altre occasioni, nel frattempo condividete con noi le vostre esperienze al riguardo, saranno utili per tutte noi.

Foto: Epsoe per Flickr

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