L'osmolarità lacrimale nella gestione della terapia per l'occhio secco
La misura dell'osmolarità lacrimale è l'unica prova in grado di fornire una diagnosi rapida ed accurata delle alterazioni della superficie oculare
L'obiettivo dei test diagnostici è quello di migliorare la cura del paziente e massimizzarne i risultati
Da quando abbiamo a disposizione uno strumento diagnostico che misura l'osmolarità lacrimale, riusciamo a trattare la SECCHEZZA OCULARE in maniera più efficiente. Con questo sistema, infatti, possiamo spiegare meglio ai nostri pazienti i motivi dei loro sintomi e, allo stesso tempo, riusciamo a motivarli affinché seguano con maggior impegno la propria terapia per l'occhio secco. Quando i pazienti notano che l'osmolarità lacrimale migliora dopo l'inizio della terapia, continuano volentieri la terapia consigliata: la maggioranza dei nostri pazienti, anzi, sembra che non veda l'ora di conoscere il successivo valore della lettura dell'osmolarità.
Se uno o entrambi gli occhi hanno un'osmolarità lacrimale superiore a 308 mOsm/L, o se la differenza tra i due occhi è maggiore o uguale ad 8 mOsm/L, vuol dire che ci troviamo in presenza di sindrome dell'occhio secco.
L'obiettivo dei test diagnostici è quello di migliorare la cura del paziente e massimizzarne i risultati. E' nostra responsabilità, come medici, di utilizzare i test disponibili per rendere i nostri interventi chirurgici più sicuri e fornire un risultato di qualità superiore.
La misura dell'osmolarità lacrimale è l'unica prova in grado di fornire una diagnosi rapida ed accurata delle alterazioni della superficie oculare. Ci fa capire se il paziente è idoneo all'uso delle lenti a contatto, se può affrontare degli interventi chirurgici corneali (es. il laser per la miopia) e risulta efficace nel monitoraggio della risposta alla terapia, cosa che motiva i pazienti e li spinge a seguire con convinzione le nostre indicazioni terapeutiche.
Ambulatorio Secchezza Oculare