La dieta personalizzata
Platina e la cucina rinascimentale
Il primo testo non di carattere medico che prende in considerazione l’uomo nella sua dinamicità
L’attenzione per un regime alimentare corretto ed equilibrato, che permettesse agli uomini di mantenere la salute e di recuperarla in breve tempo in caso di malattia, rimase un argomento di studio per i medici fino alla fine del Medioevo, quando l’umanista Bartolomeo Sacchi, detto il Platina, si occupò di abbinare ad una scelta di ricette di Maestro Martino, il più famoso cuoco del Medioevo italico, alcuni consigli medici e dietetici, nell’opera intitolata De honesta voluptade et valetudine (1474 ca.).Platina si proponeva di “illustrare scrupolosamente quel modo salutare di nutrirsi che i Greci chiamavano dieta e definire alcuni precetti in merito alla cura delle malattie”.
Le teorie dell’umanista si basavano sulla considerazione che non tutti i cibi sono adatti ad ogni uomo, poiché ogni uomo è caratterizzato da diversi umori, da un diverso rapporto con gli elementi naturali e da gusti diversi.
Platina inquadrò le ricette in un contesto culturale e scientifico, sottolineando il ruolo che ciascuna vivanda poteva avere dal punto di vista dietetico e conviviale.
L’opera del Platina è il primo testo non di carattere medico che prende in considerazione l’uomo nella sua dinamicità: il corpo, infatti, subisce modifiche per tre differenti cause:
- cause naturali (sesso, età, complessioni umorali);
- cause naturali (malattie, morbi);
- cause non naturali (esercizio fisico, sonno, attività sessuale, emozioni, luogo abitato).
Ogni uomo avrebbe dovuto quindi seguire una dieta personalizzata, che tenesse conto delle sue caratteristiche fisiche, delle attività svolte e del clima.