La rinite allergica è il più importante fattore di rischio per l'asma

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La rinite allergica è il più importante fattore di rischio per l'asma

21-10-2013 - scritto da Dr. Giorgio Ciprandi

La rinite allergica non è una patologia banale ma va riconosciuta e curata prima che possa portare all'asma

Rinite allergica ed asma spesso si associano: ecco perchè vanno adeguatamente diagnosticate e trattate

La rinite allergica è il più importante fattore di rischio per l'asma Gli studi dimostrano che la rinite è il più importante fattore di rischio per l’insorgenza di asma. Inoltre la rinite allergica è un fattore di rischio per l’aggravamento dell’asma.
La rinite può causare un peggioramento dell’asma attraverso vari meccanismi, ma il più importante è il naso chiuso. Se un soggetto ha il naso chiuso deve respirare con la bocca, in tale situazione il naso non svolge più le sue funzioni, che sono quelle di riscaldare, umidificare e filtrare l’aria che si respira. Quindi il soggetto con rinite convoglia nei bronchi un’aria relativamente fredda e secca: due fattori fondamentali per innescare l’iperreattività bronchiale e quindi i tipici sintomi di asma.

Questo meccanismo della respirazione orale è lo stesso che causa la comparsa dell’asma da sforzo fisico (correre, salire le scale, ma anche ridere): per garantire un’ossigenazione adeguata al maggior consumo di ossigeno che l’organismo richiede durante lo sforzo non si respira più col naso (che è una struttura ad elevate resistenza proprio per garantire al meglio le succitate funzioni nasali) ma con la bocca.

Recenti studi hanno dimostrato che due sono i fattori più importanti che possono favorire un’evoluzione dalla rinite all’asma: la durata della rinite e il tipo di allergia. Una rinite che dura da molti anni e soprattutto un’allergia perenne sono i fattori di rischio più rilevanti: infatti, essi sono associate ad un declino della funzione respiratoria, ad uno stato di iperreattività grave bronchiale ed ad una risposta alla broncodilatazione.

La rinite quindi non va considerate una patologia banale (un fastidio), ma va adeguatamente riconosciuta e curata. Come? Fondamentalmente esistono tre vie per curare le allergie respiratorie.

La prima sarebbe la più semplice ed è consequenziale al ragionamento che abbiamo esposto: la reazione allergica consegue all’inalazione dell’allergene causale. Pertanto l’allontanamento dell’allergene risolverebbe l’allergia. Per quanto semplice è quasi impossibile: basti pensare ai pollini o agli animali domestici con cui si instaurano profondi legami affettivi.

La seconda strada è quella del controllo dei sintomi utilizzando dei farmaci. Oggi sono a disposizione dei farmaci molto efficaci che consentono solitamente un buon controllo delle manifestazioni cliniche. Nel caso della rinite vengono con successo utilizzati gli antistaminici ed i cortisonici locali intranasali. Per il trattamento dell’asma si impiegano nella fase acuta i broncodilatatori, mentre per il controllo dell’infiammazione bronchiale vengono prescritti i cortisonici inalatori e gli antileucotrienici. Purtroppo però i farmaci non curano l’allergia, per cui alla loro sospensione e se il soggetto continua ad esporsi all’allergene i sintomi ricompaiono inesorabilmente.

La terza strada è quella che va alla radice del problema: è l’immunoterapia specifica (o cosiddetto vaccino antiallergico), che consiste nella somministrazione di alte dosi dell’allergene che causa l’allergia. In pratica si va a colmare un difetto del sistema immunitario che contraddistingue il soggetto allergico. Tutti respiriamo gli allergeni: il soggetto normale li tollera e non succede nulla, invece il soggetto allergico produce quegli anticorpi che sono alla base dell’allergia. Quindi col vaccino cerchiamo di restituire una tolleranza immunologica nei confronti dell’allergene causale.

Dr. Giorgio Ciprandi
Specialista in: Allergologia ed Immunologia Clinica, Medicina Interna, Endocrinologia
Casa di Cura Villa Montallegro
Via Montezovetto, 27 Genova
tel 0103531284



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