La scoperta del seno: il calendario delle donne operate di tumore al seno
Da fine novembre in vendita nelle edicole di Piacenza e provincia un calendario unico nel suo genere, dove le modelle sono donne operate al seno
Condividere, sensibilizzare, rassicurare: ecco le parole chiave del calendario
Prendersi cura di donne con un tumore al seno non è un mestiere semplice, perché non ci si limita all’uso di un bisturi per sanare un organo. Sono invece richieste attenzioni su molti altri fronti: la malattia certamente e prima di ogni altra cosa; ma, subito dopo – o quasi insieme – la speranza, le attese, lo sconforto, le ansie, la paura, la seduzione.Anche da queste sollecitazioni è nata l’idea di un Calendario del tutto particolare, anzi unico nel genere. Quest’idea – audace e trasgressiva, ma neanche più di tanto – è stata ispirata proprio dalle donne operate: donne disorientate dalla malattia, ma anche disposte a tutto pur di farcela; donne spaventate da un futuro incerto, ma anche piene di coraggio, quelle che non mollano mai; donne impaurite dall’idea di un abbandono e di una perdita, ma anche innamorate, tenaci e capaci di riprogettare la loro vita per se stesse, per chi le ama e per coloro che esse amano.
Le donne sanno liberare energie straordinarie, se sono minacciate nei loro affetti e nella loro femminilità. E quando il cancro colpisce il seno, è colpito il cuore della femminilità, perché il seno per la donna è fonte di emozioni, è carico di valenze psicologiche, è luogo dell’eros: non è vissuto come organo produttore di latte, ma procede a malizioso gioco seduttivo, delicato serbatoio di affettività e sofisticato strumento di piacere. Ecco perché intorno al proprio seno la donna innalza una barriera di protezione e di occultamento. Esibire con orgoglio un oggetto esteticamente apprezzato, dunque, ma anche difenderlo dalle offese e nasconderlo: una bivalenza psicologica che fa percepire il tumore come un intruso impertinente, come una violazione che sfregia la femminilità, compromettendone il potere seduttivo ancor prima della salute. Insomma, un caleidoscopio di emozioni, desideri, paure, simboli e prospettive.
È da questi presupposti che si fa strada l’idea di un Calendario per rappresentare quel caleidoscopio con l’immediatezza dell’immagine. In quelle pagine patinate ci sono donne operate al seno per tumore, la maggior parte di loro “rimesse a nuovo” con i prodigi della chirurgia ricostruttiva. Ma in filigrana – negli sguardi, le luci e le penombre così sapientemente esaltate dalla fotografa - emergono le loro storie, la loro forza, la provocazione del corpo, l’intensità degli sguardi, l’energia dei loro spiriti.
Queste donne, mostrando il seno – un seno inciso, amputato, rimodellato, ricostruito, comunque non più uguale a prima per le cicatrici che lo ricamano – hanno letteralmente scoperto la loro anima (ecco qui una buona chiave di lettura per il titolo del Calendario). Quelle donne hanno esibito una femminilità ritrovata e ancora più autentica. Si sono messe in gioco senza falsi pudori, anzi con una magistrale naturalezza. L’hanno fatto per se stesse, ma anche per offrire a molte loro compagne di avventura un modello virtuoso di come si può affrontare una malattia inquietante; e per incitare tutte le donne sane – specie se giovani – a prendersi cura del loro seno e a non avere paura. Condividere, sensibilizzare, rassicurare: ecco le parole chiave del Calendario.
Confesso di aver nutrito parecchi dubbi nel proporre una sfida così estrema alle donne operate: ma si sono sciolti tutti di fronte alle loro entusiastiche risposte. Tutto comincia per caso, quando decido di aprire il cassetto dove da tempo tenevo chiusa l’idea: perché temevo una reazione di rifiuto; per l’etichetta di “pornografia” che qualche insensibile avrebbe potuto appiccicare; per semplice pudore. Invece si apre un fiume in piena, le donne trovano l’idea sensazionale, non temono giudizi, non pongono problemi, vogliono mostrare chi sono: per loro il Calendario diventa una sorta di riscatto.
In breve si trovano le dodici modelle. E a loro si aggiunge un uomo (Romano, che farà Dicembre): sì, perché anche ai maschi può toccare ed è giusto che lo sappiano. Comincia un febbrile lavoro di squadra: non solo le modelle, ma anche l’équipe di Chirurgia Senologica; e Alice Acerbi, la fotografa, che interroga le modelle una a una, indaga nelle loro storie, ne fruga i lati nascosti, vuole sapere chi sono per fotografare ciò che rappresentano; e poi Mauro Ferrari, maestro della grafica; e ancora Raffella Lamanna, che impreziosisce con i suoi gioielli i corpi delle modelle; e con un cenno speciale per Elena Danese (Ottobre): è alla sua generosità che si deve il sostegno finanziario dell’impresa.
Si lavora febbrilmente, in sinergia, per tre mesi intensi. Ad Alice lascio carta bianca: per i suoi modi discreti e per quel suo sguardo limpido mi era piaciuta dal primo istante; “farà un lavoro di grande raffinatezza” mi ero detto: e così è stato. Gli scatti si susseguono durante l’estate, in un mare di eccitazione, poi è l’ora delle scelte. Le foto sono davvero splendide: ritraggono l’anima. Manca ancora qualcosa, le “pillole di Senologia”: così ogni mese reca un messaggio, una raccomandazione per sorvegliare il seno, conservarlo sano, vivere al meglio. Ora il Calendario è completo. Voglio augurargli la massima fortuna: quelle dodici donne – e quell’unico uomo – davvero la meritano tutta.
Il Calendario è in vendita nelle edicole di Piacenza e provincia dalla fine di Novembre. Il ricavato della vendita sarà devoluto all’associazione per la lotta contro i tumori al seno “Armonia” e, di conseguenza, al potenziamento dell’assistenza e della ricerca clinica della Senologia Piacentina.
Dr. Giorgio Macellari
Direttore UO Chirurgia Senologica
Azienda USL di Piacenza
g.macellari@ausl.pc.it
tel.:335-6033450