Medicina, alimentazione e incivilimento umano

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Medicina, alimentazione e incivilimento umano

06-07-2011 - scritto da monica_balestrero

Medicina, alimentazione e incivilimento umano: testi e citazioni

Spinti allora da questa necessità a me sembra che anche costoro ricercarono un’alimentazione adatta alla loro natura e così scoprirono quella a cui ora facciamo ricorso.

“In principio né sarebbe stata scoperta l’arte medica né sarebbe stata ricercata – perché non ce ne sarebbe stato bisogno – se , per gli uomini, avesse giovato ai pazienti lo stesso regime e l’ingerimento delle stesse sostanze che mangiano e bevono i sani ed il loro restante regime, e se non ve ne fossero state altre migliori di queste. Ma ora fu proprio la necessità a far si che fosse ricercata e scoperta da parte degli uomini la medicina, perché ai pazienti non giovava l’ingerimento delle stesse sostanze dei sani come non giova neppur ora. E andando ancor più indietro, io ritengo che non sarebbe stato scoperto neppure il regime dei sani e la loro alimentazione, quella a cui ora ricorrono, se fosse stato adeguato, per l’uomo, il medesimo mangiare e bere del bue, del cavallo e di tutti gli animali fuor che l’uomo, quali i prodotto diretti della terra, frutti, frasche, ed erba. Con questi cibi in effetti gli animali si alimentano e si sviluppano e vivono senza penarne e senza avere affatto bisogno di un altro regime. E per l’appunto credo, per parte mia, che almeno in principio anche l’uomo abbia fatto ricorso ad un’alimentazione di tal genere; e il suo regime di ora, che è stato scoperto ed elaborato artificialmente, mi sembra che si sia prodotto in un lungo tempo. Molte e terribili sofferenze essi riportavano da un regime forte e bestiale con l’ingestione di sostanze crude, intemperate e dotate di grandi poteri, sofferenze quali appunto anche ora riporterebbero da queste sostanze incorrendo in forti pene e malattie e, ben presto, in morti.
(…)
Spinti allora da questa necessità a me sembra che anche costoro ricercarono un’alimentazione adatta alla loro natura e così scoprirono quella a cui ora facciamo ricorso. E dunque dal grano, sottoposto a macero e alla mondatura, macinatolo e setacciatolo, con l’impasto e la cottura, arrivarono a produrre il pane, e dall’orzo la focaccia; e molte altre lavorazioni effettuarono riguardo all’alimentazione: bollirono, cossero, mescolarono e temperarono le sostanze forti ed intemperate con quelle più deboli, conformandole tutte alla natura ed al potere dell’uomo. C’era alla base il giudizio che, nel caso che fossero state forti, la natura non sarebbe stata in grado di dominarle una volta introdotte e che proprio da queste sostanze si sarebbero avute pene, malattie e morti; ma da quelle che fosse stata in grado di dominare, si sarebbero avuti alimentazione, sviluppo e sanità. A questa scoperta e a questa ricerca quale nome più giusto o più adatto si potrebbe porre se non quello di medicina? Perché davvero questa scoperta è stata fatta per la sanità dell’uomo, per la sua salvezza e per la sua alimentazione, al posto di quel regime da cui derivavano le pene, le malattie e le morti.”


(Tratto da L’Antica Medicina, testo greco del V sec. A. C. – Trad. di A. Lami)
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Monica Balestrero
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