Quali sono le Allergie Respiratorie?

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Quali sono le Allergie Respiratorie?

14-10-2013 - scritto da Dr. Giorgio Ciprandi

Le Allergie Respiratorie: una risposta alle domande più frequenti del paziente

Il dott. Ciprandi descrive le allergia respiratorie: rinite allergica, asma bronchiale e congiuntivite allergica

Quali sono le Allergie Respiratorie? Le allergie respiratorie sono la rinite allergica e l’asma bronchiale. La congiuntivite allergica spesso si accompagna alla rinite allergica, specie nella forma da pollini.

La rinite allergica
Come dice il nome è un’infiammazione del naso causata da un’allergia. I sintomi tipici sono: il prurito, gli starnuti, la secrezione di un liquido acquoso e la sensazione di naso chiuso.
Quest’ultimo sintomo è l’espressione di un’intensa infiammazione, che provoca un ingrossamento di quelle strutture (i turbinati) che aggettano nella cavità nasale. Se si ingrossano (ipertrofia dei turbinati) in quanto infiammati, l’aria passa con difficoltà ed il soggetto percepisce la sensazione di naso chiuso.

Un altro aspetto della rinite allergica è la presenza di un’iperreattività non specifica, cioè non legata all’allergene. La mucosa nasale in quanto infiammata diventa più responsiva nei confronti di sostanze “irritanti”, per cui il soggetto starnutisce quando respira aria fredda, odori intensi, fumo, polveri.
Non è ovviamente allergico a queste sostanze, che non danno allergia, ma è iperreattivo, in quanto allergico.

L’asma bronchiale
I bronchi sono praticamente dei tubi dove passa l’aria che respiriamo.

L’asma è una malattia caratterizzata da: un’infiammazione dei bronchi, un’iperreattività bronchiale, e da episodi di sintomi tipici.
L’infiammazione dei bronchi è causata nei soggetti allergici dalla reazione infiammatoria conseguente all’inalazione dell’allergene.

L’iperreattività bronchiale è tipica dell’asma ed è un fenomeno simile a quello appena descritto per il naso. L’iperreattività spiega l’episodicità degli attacchi asmatici.
I sintomi tipici dell’asma sono: la tosse stizzosa, la difficoltà a respirare (dispnea), la sensazione di oppressione al torace e la percezione di fischi durante la respirazione.

Come si fa la diagnosi?

Anzitutto devono esistere dei sintomi tipici che conseguano all’inalazione di allergeni. Quindi è importante definire la presenza dei singoli sintomi, la loro durata, in quali occasioni compaiono ed in quale periodo dell’anno.
Bisogna distinguere tra una diagnosi di malattia d’organo (rinite, asma) ed una diagnosi di allergia.

La diagnosi di rinite si basa sulla presenza dei sintomi tipici e sulla valutazione ORL che solitamente si completa con l’esame endoscopico, che permette la visualizzazione completa delle strutture nasali.

La diagnosi di asma si basa sulle manifestazioni cliniche e sulla valutazione obbiettiva strumentale, che si basa sulle indagini funzionali, quali la spirometria semplice, il test di broncodilatazione e/o il test di broncostimolazione con la metacolina.

La diagnosi di allergia si basa sulla dimostrazione di un rapporto causa-effetto. Bisogna anzitutto dimostrare che il soggetto produca delle IgE specifiche per un determinato allergene.
Il metodo più semplice sono le prove allergometriche cutanee (prick test), che consistono nell’applicare sulla pelle del braccio una goccia di allergene e nel pungere poi la pelle attraverso questa goccia. Se il soggetto produce le IgE (cioè è sensibilizzato) nel giro di pochi minuti si svilupperà un pomfo.

Un altro metodo è il dosaggio nel sangue di questi anticorpi: ciò prevede un prelievo e un’analisi strumentale di laboratorio.
Una volta dimostrata una sensibilizzazione bisogna dimostrare che corrisponda (o no) ad un’allergia, correlando la storia clinica con le positività ottenute.

Può peggiorare il soggetto allergico?

Questo è un aspetto molto importante che spesso non viene considerato a sufficienza. Infatti, il soggetto allergico, se non curato adeguatamente, può peggiorare.

Anzitutto il soggetto allergico può diventare sempre più allergico a quell’allergene. Cioè inizialmente è poco allergico (deve inalare grosse quantità di allergene per avere dei sintomi), col tempo può diventare molto allergico (basta che respiri minime quantità di allergene che sta male). L’esempio tipico è offerto dall’allergia ai pollini.

All’inizio il soggetto allergico sta male per brevi periodi, che corrispondono ai picchi di pollinazione, poi col tempo può presentare dei disturbi per periodi molto più lunghi, cioè per tutta la durata della pollinazione.
Può poi diventare allergico a più sostanze: si parte sempre da una singola positività e col tempo si possono manifestare più positività (polisensibilizzazione).
Infine, può avere più organi coinvolti: si inizia solitamente col naso e col tempo può associarsi l’asma bronchiale.

Dr. Giorgio Ciprandi
Specialista in: Allergologia ed Immunologia Clinica, Medicina Interna, Endocrinologia
Casa di Cura Villa Montallegro
Via Montezovetto, 27 Genova
tel 0103531284



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