Riscaldamento globale e allergie: il pianeta “si ammala” e anche noi

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Riscaldamento globale e allergie: il pianeta “si ammala” e anche noi

25-06-2013 - scritto da Patrizia Frattini

Il clima cambia, la temperatura sale e le allergie aumentano: i dati lo dimostrano

Più il globo si riscalda e più le allergie aumentano...

Riscaldamento globale e allergie: il pianeta “si ammala” e anche noi Climatologi, organizzazioni internazionali ed esperti del settore sono (quasi tutti) concordi: il cambiamento climatico è una realtà, confermata da numerosi studi scientifici. Ma il riscaldamento globale influisce anche sulla diffusione degli allergeni e, di conseguenza, delle allergie, come ha spiegato il professor Renato Ariano nel corso del congresso EAACI-WAO di allergologia ed immunologia attualmente in corso a Milano.

L’azione dell’uomo e il riscaldamento globale infatti, hanno influenzato la diffusione di alcune specie di vegetali, che si sono “insediate” in nuove aree geografiche, hanno incentivato le fioriture prolungate e precoci e di conseguenza facilitato l’insorgenza di allergie.

A dimostrazione di questo ci sono i dati sulla durata media delle stagioni di fioritura, che negli ultimi 30 anni è aumentata di 10 giorni e i dati in merito alle nuove presenze polliniche, cioè i dati che si riferiscono alla presenza di nuovi pollini (dunque nuovi allergeni) in aree geografiche in cui in origine non erano presenti.

Non sono molti gli studi che si sono interessati alla correlazione tra cambiamenti climatici e diffusione delle allergie. Tra questi vi è uno studio che ha preso in esame l’evento meteo del Niño, quel fenomeno metereologico che nel 1997 causò alluvioni nell’America del sud e caldo e siccità nei paesi del Pacifico orientale. Dai dati raccolti dai servizi di terapia intensiva del New England è emerso che nel corso della stagione pollinica del 1998 sono notevolmente aumentati i casi di asma, riniti allergiche e sinusiti. Inoltre le spore fungine (anch’esse responsabili di numerosi tipi di allergia) sono state rilevate in misura maggiore e con due o tre mesi di anticipo rispetto alla norma, mentre i pollini sono comparsi con due o quattro settimane di anticipo rispetto all’anno precedente.

I cambiamenti climatici dunque influenzano non soltanto la salute del pianeta ma anche quella dell’uomo. Ecco perché è importante impegnarsi in azioni di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e di eliminazione di tutti quei comportamenti che favoriscono il riscaldamento globale e il cambiamento climatico. Nel nostro piccolo, ciò che possiamo fare per proteggerci da questi cambiamenti è evitare di esporci agli allergeni nelle ore più luminose e calde, cioè dalle dieci del mattino fino al primo pomeriggio. Nelle ore con più luce e più calore infatti è maggiore la concentrazione di pollini nell’aria.

Foto: flickr.com

A cura di Patrizia Frattini aka Rockcopy, copywriter e Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2012, da anni attiva (anche, ma non solo) nel settore dell’informazione scientifica e divulgativa.
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