Tachicardia dopo i pasti: le possibili cause e quando preoccuparsi

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Tachicardia dopo i pasti: le possibili cause e quando preoccuparsi

09-07-2020 - scritto da Paola Perria

Nella maggior parte dei casi un aumento del battito cardiaco dopo un pasto non è patologico. Ma…

Improvvise palpitazioni dopo aver mangiato sono frequenti, ma perché succede?

 

Tachicardia e palpitazioni sono sintomi comuni che moltissime persone sperimentano senza che questo fatto abbia necessariamente un’implicazione patologica. E’ però istintivo pensare che un battito cardiaco accelerato o quella sensazione di “perdere un colpo”, siano collegati a problemi del cuore come ipertensione o fibrillazione atriale, ma nella maggior parte dei casi (per fortuna!), non c’è alcun legame. Le palpitazioni possono manifestarsi in molti momenti della vita, alcuni particolarmente stressanti sotto il profilo emotivo (basti pensare alla tachicardia da esame), ma anche dopo… mangiato.

 

Il battito che accelera sensibilmente, quella fastidiosa sensazione di avere il cuore in gola e il sangue che sembra defluire dal resto del corpo, sono sensazioni che possono insorgere proprio dopo un pasto, non necessariamente abbondante o calorico. Perché questo accade? Ci sono molte possibili ragioni, ma incominciamo con quelle di natura alimentare. Esistono principi attivi presenti in supplementi e integratori o bevande che se assunti durante o dopo i pasti sono in grado di scatenare una crisi di tachicardia in soggetto predisposti. Tra gli altri:

  • Pompelmo e succo di pompelmo o semi di pompelmo (questi ultimi presenti in molti prodotti dimagranti che si assumono in concomitanza con i pasti come coadiuvanti nelle diete ipocaloriche)
  • Efedrina, presente in molte bevande energetiche e altri supplementi usati spesso come ricostituenti ed rinvigorenti dagli atleti o da chi pratichi attività fisica in modo intenso
  • Ginseng, anche in questo caso la radice di questa pianta dai noti effetti rivitalizzanti è presente in molti prodotti alimentari e integratori che si assumono in concomitanza con i pasti
  • Biancospino e valeriana, presenti in tisane, bevande e integratori al fine di favorire il buon sonno e regolare proprio l’attività cardiaca
  • Liquirizia, ottima se si ha la pressione bassa ma in grado di indurre un innalzamento pressorio e un aumento del battito cardiaco se assunta in eccesso o in soggetti già predisposti a questo tipo di disturbi

 

Veniamo all’alimentazione vera e propria. Quali cibi e principi nutritivi sono in grado di alterare il nostro battito cardiaco? Va detto subito che in linea di massima le palpitazioni del dopo pasto sono imputabili a fattori quali:

  • Stress e ansia mentre si mangia
  • Mangiare troppo in fretta
  • Mangiare un pasto troppo abbondante in condizioni di non perfetta salute
  • Mangiare cibi salati senza idratarsi a sufficienza o quando siamo molto accaldati
  • Consumare cibi per i quali si ha (senza saperlo), una forma di sensibilità o intolleranza, e che quindi contengono allergeni. Tra i più comuni glutine (la proteina del grano), lattosio e proteine del latte, crostacei, frutta secca a guscio come arachidi e nocciole

 

Ma premesso questo, esistono comunque alimenti che più di altri sono “colpevoli” di farci battere il cuore un po’ troppo in fretta, o per lo meno che costituiscono un fattore di rischio, tra cui:

  • Cibi in scatola ricchi di sodio (come ad esempio i legumi in barattolo, il tonno in scatoletta e i sottaceti)
  • Carboidrati raffinati e cibi zuccherini possono provocare improvvise palpitazioni quando i nostri livelli di glucosio nel sangue siano molto bassi
  • Bevande alcoliche
  • Spezie, come il peperoncino rosso
  • Cibi ricchi di tiramina, un aminoacido che ha il “potere” di aumentare la pressione sanguigna e favorire l’insorgenza di palpitazioni. Tra questi i formaggi stagionati e gli insaccati, ma anche la frutta secca e disidratata
  • Cioccolato, soprattutto fondente (in cui è presente la teobromina, una sostanza eccitante)
  • Caffè e bevande contenti caffeina, che avendo un effetto vasodilatatorio, in qualche caso possono innescare un attacco di tachicardia

 

Le palpitazioni dopo un pasto o comunque dopo aver mangiato, sono più comuni anche in chi assuma farmaci per il cuore, contraccettivi ormonali tra cui la pillola  anticoncezionale, alcuni tipi di antibiotici (è importante leggere sempre il bugiardino a proposito dei possibili effetti collaterali), antistaminici e farmaci antiallergici, ormoni sostitutivi per la tiroide e per la menopausa, pillole dimagranti. Tutti questi prodotti farmaceutici andrebbero sempre assunti con cautela, dietro prescrizione o controllo medico, e soprattutto mai in sovradosaggio o assunti in modo “sportivo”.

 

Inoltre fattori importanti da considerare sono, soprattutto nelle donne, le fluttuazioni ormonali. Ad esempio le fasi premestruali, la gravidanza o la menopausa possono essere fasi critiche in cui è più facile sperimentare palpitazioni e irregolarità del battito cardiaco.

 

A questo punto la domanda sorge spontanea: quando bisogna davvero preoccuparsi e recarsi dal mendico per un controllo cardiologico? Sempre quando il fenomeno delle palpitazioni post prandiali sia costante e di una certa intensità, e quando sia associato a sintomi come debolezza, pressione alta, stordimento, disturbi alimentari con malassorbimento (che produce carenze nutrizionali potenzialmente gravi), disidratazione ecc. E’ importante effettuare visite e analisi cliniche per monitorare l’attività cardiaca, perché dietro una semplice tachicardia potrebbe esserci anche una anomalia nel funzionamento del cuore e addirittura una cardiopatia congenita non altrimenti diagnosticabile.

 

Detto questo, nella maggior parte dei casi le palpitazioni sono benigne, e a causarle sono fattori psicogeni come lo stress e l’ansia, una vita troppo frenetica e magari carenza di sonno, ma anche uno stile di vita troppo sedentario.

 

 Talvolta è sufficiente migliorare la dieta aumentando i cibi ricchi di antiossidanti che proteggono cuore e arterie (come frutta e verdura), e riducendo zuccheri, grassi saturi  e sale, bere più acqua a soprattutto fare più moto. Spesso un cuore non sufficientemente allenato va in tilt per poco, basta un pasto un po’ abbondante o un piccolo sforzo per generare un attacco di tachicardia. In questi casi, una  volta che analisi ed esami abbiano confermato che non vi sia nulla di patologico nel nostro cuore, ciò che serve è “cambiare passo”, abbandonando vizi come sigarette, alcool e pigrizia, e implementando attività fisica  e buon cibo.

 

Fonte: Healthline.com 



A cura di Paola Perria, Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2009, Master I livello in Gender Equality-Strategie per l’equità di Genere con tesi sulla medicina di genere.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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